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Il femminicidio diventa reato autonomo, punibile con l’ergastolo
Il Governo vara il disegno di legge
Redazione8 Marzo 2025 - Politica
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    Roma – “Femminicidio” non è più solo la parola usata per indicare la morte violenta di una donna, ma diventa anche “una autonoma fattispecie penale”, cioè un reato specifico punito con il massimo della pena: l’ergastolo. Arriva dal Consiglio dei ministri il via libera al disegno di legge per l’introduzione del delitto di femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime.

    Violenza sulle donne, pene più alte per maltrattamenti.

    Appare questa la novità più significativa della bozza di legge, discussa in consiglio dei ministri, che introduce l’articolo 577-bis e che definisce il femminicidio come un omicidio di una donna commesso per motivi di discriminazione o odio verso di essa in quanto donna. Un riconoscimento della violenza di genere come un reato specifico, differente dall’omicidio generico. Con questo ddl se una donna viene uccisa deve essere il primo reato a venire ipotizzato. Se fosse già in vigore sarebbe stato applicato agli oltre 100 casi avvenuti in Italia nel 2024: vittime che nella stragrande maggioranza dei casi sono state ammazzate in ambito familiare e affettivo.

    Maltrattamenti – Nella bozza del ddl si prevede anche che pena è aumentata da un terzo alla metà se”, nel caso di maltrattamenti di familiari o conviventi, “il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità”.

    Minacce e revenge porn. La pena è aumentata da un terzo a due terzi per quanto riguarda le minacce e il revenge porn. Attualmente i reati di maltrattamenti in famiglia sono puniti con la reclusione da tre a sette anni, pena che aumenta nel caso siano coinvolti minori, donne in stato di gravidanza o disabili.

    Le Reazioni del mondo della Politica

    Meloni: “Altro passo in avanti”

     Per il premier Giorgia Meloni l’aver previsto il delitto come reato autonomo rappresentata “un altro passo in avanti” nell’azione di sistema che il governo sta portando avanti “fin dal suo insediamento” per contrastare la violenza nei confronti delle donne. “Con il ddl – ha sottolineato – diamo una sferzata nella lotta alla piaga dei femminicidi’. La piaga è la lunga scia di sangue che nel 2024 conta una donna uccisa ogni tre giorni e nel 2025 ha già 6 vittime. Ciò accade nonostante un primo intervento normativo del governo che, tra l’altro, aveva introdotto l’arresto in flagranza differita.

    Roccella: “Novità dirompente”

     La creazione del nuovo reato per il ministra alle Pari Opportunità Eugenia Roccella “è davvero una novità dirompente, non solo giuridica ma anche sul piano culturale” perché, ha spiegato, si tratta “soprattutto di un tentativo di produrre un mutamento culturale”.

    Non solo femminicidio, dallo stalking al revenge porn

     Ma non è solo nei confronti dei responsabili di femminicidi che il governo ha deciso di incrementare le pene: il ddl prevede aggravanti e aumenti di pena per i reati di maltrattamenti personali, stalking, violenza sessuale e revenge porn. Ed ancora, per le pratiche di mutilazioni degli organi genitali femminili che riguardano tante migranti che vivono in Italia.

    Le pene vengono inasprite

     Pene più dure anche per chi provoca lesioni permanenti al viso, come quelle provocate dal lancio di acido che tante vittime ha mietuto, ma anche per l’omicidio preterintenzionale, l’interruzione di gravidanza non consensuale, gli atti persecutori e chi costringe con la forza una donna a compiere o subire abusi sessuali.

    Novità anche per i magistrati

     La nuova normativa prevede modifiche anche per quanto riguarda i magistrati: i pm dovranno ascoltare direttamente le vittime senza delegare l’audizione alla polizia giudiziaria e sono estesi anche per loro gli obblighi formativi. Il ddl limita anche l’accesso ai benefici penitenziari per coloro che compiono reati del codice rosso ed introduce il diritto per le vittime di essere avvisate anche dell’uscita dal carcere dell’autore condannato a seguito di concessione di misure premiali.

    Casellati: “Dl propedeutico al testo unico”

     La nuova normativa, ha assicurato la ministra alle Riforme Istituzionali Elisabetta Casellati, sarà “propedeutica alla presentazione di un testo unico”, a cui stanno lavorando vari ministri, che conterrà tutte le norme che riguardano i diritti delle donne sia sul versante giudiziario sia su quello dell’empowerment femminile.

    Nordio: “Risultato epocale”

     Per il ministro alla Giustizia Carlo Nordio si tratta di “un risultato epocale” e “una grande svolta”, anche perché tra le novità c’è l’attenzione riservata alla vittima: come l’obbligo che sia ascoltata in varie fasi, dalle indagini al patteggiamento fino alla liberazione del suo aggressore. Il suo parere non sarà vincolante ma il magistrato dovrà comunque fornire, anche in base a questo, le motivazioni del sue decisioni. “Mandiamo un messaggio – ha sottolineato il Guardasigilli – che è di attenzione particolare dello Stato e, dal punto di vista procedurale, si dà maggiore importanza al ruolo della vittima e dei familiari rispetto a quello che c’era in precedenza”.




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