Trapani
Giro di vite contro la malamovida a Trapani, 5 i provvedimenti disposti dal Questore
Riguardano due magiorenni e tre minorenni trapanesi responsabili di violenti disordini all'esterno di un esercizio pubblico
Redazione5 Febbraio 2025 - Cronaca
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    Trapani – La Questura di Trapani prosegue nell’accorta attività di monitoraggio dei fenomeni violenti legati ai luoghi della movida e ai locali pubblici della provincia.

    Un impegno che ha consentito al Questore del capoluogo di emettere nei giorni scorsi cinque provvedimenti di Divieto di Accesso ai pubblici esercizi e locali di pubblico trattenimento (Cd. D.AC.UR.) nei confronti di altrettanti giovani (tra i quali tre minorenni) che si erano resi responsabili di violenti disordini all’esterno di un noto esercizio pubblico in Erice Casa Santa.

    Nel dettaglio

    Dopo una segnalazione per schiamazzi notturni (la vicenda risale allo scorso fine settimana) grazie all’immediata risposta degli agenti della Squadra Volante, i responsabili sono stati individuati ed accompagnati presso gli uffici della Questura per essere denunciati a vario titolo per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, minaccia e porto di armi ed oggetti atti ad offendere. Nel corso dell’attività un giovanissimo, che in un primo momento era riuscito ad allontanarsi dal luogo degli eventi nella speranza di eludere le Forze dell’Ordine, è stato immediatamente localizzato e denunciato per danneggiamento dei locali del pub, resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale.

    Perchè il provvedimento

    Il provvedimento arriva a seguito delle gravi condotte dei cinque ragazzi, poi esaminate dalla Divisione Polizia Anticrimine, la cui istruttoria ha consentito l’emissione di cinque D.AC.UR. a firma del Questore Giuseppe Felice Peritore. Con il provvedimento di prevenzione verrà impedito ai giovani destinatari di accedere e di stazionare nelle immediate vicinanze degli esercizi pubblici e dei locali di pubblico intrattenimento ubicati all’interno dell’area interdetta, pena la reclusione da 1 a 3 anni e la multa da diecimila a 24 mila euro.




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