Bere l’aria: la soluzione alla siccità mondiale?
Un’innovazione tecnologica potrebbe rivoluzionare la gestione delle risorse idriche
Redazione2 Marzo 2025 - Attualità
  • bere acqua Attualità

    Attualità Mondo – La siccità rappresenta un’emergenza globale che minaccia milioni di persone e l’ecosistema. La ricerca scientifica, però, potrebbe offrire una soluzione innovativa e sostenibile: trasformare l’aria in acqua.

    Una scoperta rivoluzionaria: acqua dall’aria

    Dopo anni di studio, un team di ricercatori di Austin e Singapore ha sviluppato una tecnologia basata su una pellicola super-igroscopica in grado di catturare e trattenere l’umidità presente nell’aria. Pubblicati sulla rivista Nature Communications, i risultati della ricerca dimostrano come questo sistema possa produrre acqua potabile a basso costo, con un impatto positivo sulle regioni più colpite dalla carenza idrica.

    Come funziona la pellicola super-igroscopica?

    Il climatologo Nicola Dovetta ha spiegato che la pellicola è costituita da materiali economici e facilmente reperibili, come polimeri di idrossi-propilcellulosa e gomma konjac. Grazie alla loro composizione molecolare, questi elementi riescono a trattenere l’umidità e a impedire la sua evaporazione. Il costo contenuto, pari a soli due dollari al chilogrammo, rende questa tecnologia accessibile anche ai Paesi in via di sviluppo.

    L’acqua estratta dal suolo: una seconda soluzione

    Oltre alla pellicola, i ricercatori dell’Università di Austin hanno ideato un idrogel da inserire nel terreno per ottimizzare l’uso delle risorse idriche. Questa soluzione permette di assorbire l’umidità presente nel suolo e distribuirla gradualmente alle piante, riducendo gli sprechi d’acqua e migliorando la produttività agricola.

    Un futuro sostenibile grazie alla tecnologia

    Se implementate su larga scala, queste soluzioni potrebbero rivoluzionare il modo in cui affrontiamo la siccità. La combinazione di pellicole super-igroscopiche e idrogel potrebbe garantire l’accesso all’acqua potabile in aree aride e migliorare la gestione idrica nei territori agricoli. L’innovazione tecnologica, dunque, si conferma una risorsa chiave per il futuro del pianeta.

     




  • Castelvetrano
    Siccità, l’acqua depurata dall’impianto di Castelvetrano anche per l’orticoltura
    Di Mauro: «Stiamo valutando la fattibilità»
    Redazione3 Febbraio 2025 - Economia
  • Economia

    Castelvetrano – La possibilità di utilizzare le acque reflue depurate dall’impianto di Castelvetrano, nel Trapanese, anche per le coltivazioni orticole è stata al centro di un tavolo tecnico tenuto nella sede del dipartimento regionale Acqua e rifiuti. Alla riunione, coordinata dall’assessore all’Energia, Roberto Di Mauro, hanno partecipato anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Salvatore Barbagallo, i rappresentanti dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani, dell’Arpa, del Consorzio di bonifica della Sicilia occidentale, del Commissario unico per la depurazione e del Comune di Castelvetrano.

    «Abbiamo definito – ha detto Di Mauro – un percorso tecnico-amministrativo che dovrebbe completarsi entro un paio di mesi con le conclusioni dell’analisi del rischio svolte dal Commissario per la depurazione. In caso di esito positivo, daremo il via libera all’utilizzo dell’acqua. Abbiamo avuto intanto rassicurazioni sul fatto che quanto prima il depuratore di Castelvetrano sarà rimesso in funzione».

    Attualmente, con un decreto del luglio 2024 il dipartimento Acque e rifiuti ha autorizzato il riuso delle acque depurate per uliveti e vigneti dei territori delle province di Trapani e Agrigento. Secondo una stima, il volume di acqua depurata nell’impianto di via Errante vecchia e riutilizzabile sarebbe di circa 8 milioni di cubi all’anno.

    «Adesso – aggiunge l’assessore all’Energia – vogliamo verificare se esistono le condizioni tecniche per ampliare l’impiego di queste risorse anche per l’orticoltura. È una richiesta che arriva dai territori e sarebbe una soluzione, seppur non definitiva, per fare fronte alle conseguenze del lungo periodo di siccità che ha ridotto i quantitativi di acqua disponibili per l’irrigazione. Abbiamo l’intenzione di estendere questa possibilità anche ad altri impianti, che potrebbero alleviare le difficoltà degli agricoltori di territori in particolare sofferenza come quelli di Sciacca e Agrigento».

    Per utilizzare l’acqua depurata dall’impianto di Castelvetrano, devono essere preventivamente effettuate accurate valutazioni qualitative e quantitative così da garantire il rispetto dei limiti fissati dalla legge e la riduzione al minimo dei rischi per il consumo umano dei prodotti agricoli irrigati, anche in funzione delle diverse tipologie di colture per le quali impiegare le risorse idriche.




  • Castelvetrano
    Flai, Fai e Uila Trapani contro la chiusura della Diga Trinità di Castelvetrano
    Sulla vicenda era intervenuto anche il deputato regionale Cristina Ciminnisi
    Redazione20 Gennaio 2025 - Attualità
  • chiusura della Diga Trinità di Castelvetrano Attualità

    Castelvetrano – Fa discutere la disposizione di messa fuori servizio da parte del Ministero delle Infrastrutture della diga trapanese Trinità.

    Così i segretari generali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil Giovanni Di Dia, Franco Nuccio e Leonardo Falco,
    “L’inconcludenza della politica, accompagnata dall’inerzia della macchina burocratica della Regione Siciliana, ha prodotto l’ennesimo risultato osceno a discapito dell’agricoltura e del territorio Trapanese. Siamo pronti a intraprendere ogni azione necessaria affinché venga fatta giustizia nei confronti di una provincia e di un settore lungamente martoriati dall’incapacità di chi è preposto ad amministrare strumenti, come quello di un bacino idrico, il cui corretto utilizzo dovrebbero produrre sviluppo e benessere”. “Da anni – affermano – chiedevamo incessantemente, il collaudo della Diga di Castelvetrano. Da anni chiedevamo di salvaguardare le acque piovane lì accumulate per essere utilizzate per l’irrigazione dei campi. Da anni chiedevamo l’ammodernamento e la valorizzazione della struttura che potenzialmente poteva contenere fino a 18 milioni di metri cubi di acqua. In questi lunghi anni abbiamo ricevuto come risposta da parte della politica in generale solo un silenzio assordante, che adesso consegna alla storia una diga chiusa e una prospettiva futura pari allo zero per l’agricoltura trapanese. Le conseguenze di un nuovo colpo inferto al settore agricolo sono facili da intuire, perdita di reddito per le aziende e perdita di posti di lavoro per gli addetti del comparto”.
    Anche il deputatore regionale del M5S Cristina Ciminnisi era intervenuta sulla vicenda

    «Il Ministero per le infrastrutture avrebbe disposto la chiusura o, per dirla con termini tecnici e burocratici, la “messa fuori esercizio”, della diga Trinità. Ho depositato una richiesta di audizione urgente in Commissione perché migliaia di ettari di vigne e olivi ed altre pregiate colture nel Belìce rischiano di rimanere a secco. La Diga Trinità senza acqua vuol dire il tracollo di un pezzo importante della economia dell’intera provincia di Trapani».

    I timori sulla “messa fuori esercizio” della diga Trinità espressi dal deputato regionale del M5S, Cristina Ciminnisi, e soprattutto il futuro della infrastruttura e dell’economia agricola belicina, sono oggetto anche di un’interrogazione urgente al Presidente della Regione e agli Assessori per i Servizi di pubblica utilità e all’Agricoltura.

    «Le paratie della diga – dice Ciminnisi – sono aperte da giorni e l’acqua delle ultime piogge, attese per placare la siccità, sembra siano state scaricate in mare. Il livello dell’acqua nell’invaso si sta abbassando ben al disotto dei limiti di sicurezza già imposti dall’Ufficio dighe del Ministero per le Infrastrutture. Tutto sembra convergere sulla ipotesi di “messa fuori esercizio” del bacino, e la crisi idrica ed economica dell’agricoltura del comprensorio rischia di tramutarsi in una bomba sociale».

    «Il Governo Schifani sia chiaro con gli agricoltori – continua Ciminnisi -: l’ipotesi di definitiva chiusura è vera? in caso di messa fuori esercizio della diga, i nostri agricoltori dove prenderanno l’acqua per irrigare i campi?». «Domande legittime e risposte doverose che comunque – conclude Ciminnisi – non cancelleranno le fallimentari politiche di gestione dell’acqua del passato e, da ultimo, dalla inconsistente cabina di regia avviata dal presidente Renato Schifani».




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