Palermo
Siccità, via libera al pagamento dei ristori per l’apicoltura
Barbagallo: «Boccata d'ossigeno per il comparto» 
Redazione10 Luglio 2025 - Economia



  • Economia

    Palermo – Via libera al pagamento dei ristori agli apicoltori siciliani per recuperare parte dei danni subiti dal calo della produzione nel 2024, a causa della grave situazione di siccità.

    Gli uffici dell’assessorato regionale dell’Agricoltura, dopo l’istruttoria delle domande, hanno ammesso al finanziamento 372 istanze di apicoltori che hanno fornito prova dei requisiti richiesti, tra i quali l’iscrizione all’anagrafe apistica nazionale. In questi giorni verrà erogato il contributo, ripartendo il budget complessivo di 1,5 milioni di euro in base al numero di arnie. Il bando, pubblicato a dicembre 2024, aveva una dotazione iniziale di 784 mila euro, successivamente integrata con ulteriori 716 mila euro in sede di assestamento di bilancio.

    La dichiarazione del Governatore Schifani

    «Il governo Schifani  – sottolinea l’assessore all’Agricoltura Salvatore Barbagallo – è al fianco degli apicoltori siciliani che hanno subito danni a causa della siccità. Abbiamo incrementato i fondi inizialmente a disposizione, consapevoli di quanto, in questa fase, fosse importante dare un aiuto concreto a imprenditori e lavoratori, una boccata d’ossigeno per l’intero comparto».




  • Trapani
    Antonini, tra quiete e tempesta
    Il patron dello sport professionistico trapanese presenta il "Futuro": movimento politico per "rinascere" e ...campagna abbonamenti "per fare goal"
    Rino Giacalone6 Luglio 2025 - Attualità



  • Attualità

    Trapani – di Rino Giacalone –  Esiste un detto in Olanda, “l’acqua che stagna in un barile non occorre cambiarla ma rivitalizzarla con un mestolo grande e resistente”.

    Allora immaginate che il barile con l’acqua sia Trapani, dove spesso le cose ristagnano in una sorta di immobilità, tutto spesso è imperturbabile, e che il mestolo grande e resistente possa essere un potente, che quest’acqua vuole agitare, non per cambiarla ma rivitalizzarla. Ecco il “potente”, nel senso di una persona che ha grandi capacità, economiche e professionali, titolato a proposito di relazioni e intrecci internazionali,può essere benissimo il patron dello sport professionistico trapanese Valerio Antonini, presidente della SportInvest. E’ questo la fotografia scattata dopo la oramai diventata famosa conferenza stampa del 4 luglio scorso, nella sala stampa del Palashark di Trapani.

    Abbiamo poco da riproporre e riassumere. Conoscete già tutto. Anche la campagna abbonamenti per le prossime partite di calcio e basket (d’altra parte la conferenza stampa è stata indetta da SportInvest la casa madre dei Granata del calcio, e degli Shark del basket) e la vendita dei cappellini granata per una raccolta di solidarietà a favore delle strutture sanitarie pubbliche in deficit di ossigeno. Antonini ha annunciato la nascita di Futuro (il nuovo rinascimento), movimento politico, ma ha anche annunciato una cosa altrettanto importante, che però ha visto i giornalisti disattenti, ossia la prossima cessione del 40 per cento del gruppo SportInvest ad un fondo americano, con casa a New York. Gli annunciati investitori internazionali finalmente arrivano in città.

    Tanto in questi giorni si è scritto, sui giornali, nei siti di informazione on line, tantissimo sui social che resta il canale preferito da Antonini per farsi sentire, talvolta per fare il piacione altre volte per dichiarare guerra, sempre tra quiete e far tempesta. Sebbene al proprio curriculum professionale ha aggiunto anche quello di editore di una tv locale, Telesud, sempre meglio stare su X. Antonini tra social e informazione, calcio e basket, e poi la sua principale attività che lo pone tra i principali imprenditori del settore cerealicolo europeo e non solo. Adesso la politica.

    Abituato a mettere la faccia nelle cose lo ha fatto anche presentando il suo movimento, “Futuro, il nuovo rinascimento”. Con lo slogan il cui copyright appartiene al presidente Usa, Donald Trump, “make Trapani great again”, “rendere Trapani di nuovo grande”.
    Insomma un po’ Trump e un po’ Berlusconi, un pizzico di Sgarbi (al quale auguriamo buona ripresa) che fondò un movimento politico chiamandolo Rinascimento, ma nel mixer ci ha messo anche l’idea populista di Grillo. Ci è mancato poco che dicesse di volere aprire le istituzioni locali come una scatoletta di tonno, come fece Grillo quando presentò gli intenti degli allora neonati pentastellati. Ma riascoltando per intero le due ore di incontro con i giornalisti, invitati ad personam, compreso chi scrive, riconosciamolo è stato una sorta di show, con tanto di diretta televisiva, sulla sua tv, Telesud, e ovviamente sui canali social, ma a questo Antonini oramai ci ha abituato, bisogna riconoscere che l’idea messa in campo gli appartiene per carattere e comportamento, oramai parecchio noti, Antonini l’irreprimibile, quasi un titolo che fa di lui un personaggio della storia antica catapultato in quella contemporanea.

    Antonini ci ha detto che la nascita del movimento politico non è cosa maturata da tempo, dal suo arrivo due anni fa a Trapani, ma è idea di oggi, dall’indomani della rottura dell’idillio con Palazzo D’Alì. Intanto da esperto della comunicazione, e per creare un po’ di suspence, ha rinviato a settembre il momento in cui svelerà le carte, programma, protagonisti del movimento, donne e uomini, ma lui ha promesso che tanti saranno i giovani, ancche di spirito, nel curriculum capacità ed entusiasmo, ma anche una buona dose di capacità a seguire ovunque il mentore. Pretenderà da leader del movimento, sarà il “guru” ma non il presidente, che dovranno essere pesone limpide, “senza condanne…definitive, non siamo giustizialisti…voglio creare le condizioni per portare a governare persone che vogliono fare”. Un nome però è già ricorrente, quello dell’ex prefetto e oggi consigliere di Stato, Valerio Valenti, lui potrebbe essere il suo candidato sindaco per Palazzo D’Alì alle prossime elezioni amministrative. Il voto non è vicino, ma Antonini è apparso convinto che andremo a votare non alla scadenza naturale, ma già nella prossima primavera. Come a dire che per lui la sfiducia contro l’attuale Governo citadino, e per tutto il Consiglio comnale, è dietro l’angolo.

    Ci sarà dunque una nuova puntata dopo la prima del 4 luglio. La data è da fissare. Ma di chiaro ha detto che geograficamente il movimento si pone a Trapani, e provincia, e che non ha una collocazione nel tradizionale scacchiere della politica. Mostrando invece quello che lui ha ammesso di saper fare, giocare al tavolo del poker, la nascita del movimento è il classico all in, “dicevano che ero pronto ad andare via, io invece raddoppio”, e chi siede al tavolo per vedere dovrà fare altrettanto. Tradotto, ma sono sempre sue parole, non sarà il movimento a bussare alla porta di qualcuno, ma attende che qualcuno bussi alla sua porta, a condizione di una condivisione piena del programma. Chi accetterà il gioco politico, di Antonini? Oggi è difficile dirlo, perché Antonini come suo costume non le ha mandate a dire. Verso ogni parte dell’arco costituzionale.

    Innanzitutto contro il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida, giudizio politico di bocciatura, attribuendo al primo cittadino responsabilità sulla macchina amministrativa che va al rallentatore. Lui, Antonini, da persona accelerata, la cosa non gli va a genio, progetti, tipo quello della cittadella dello sport, ancora fermo. “Oggi non va avanti nulla”: forse il giudizio è un po’ ingiusto, ma è questo. Avrà il popolo dei social pronto a esultare. Ma i giudizi critici sono stati anche per l’opposizione, bocciato anche l’avversario di Tranchida, Maurizio Miceli, “anche il suo programma sarebbe stato irrealizzabile”. “Quando si vogliono fare le cose – ha affermato patron Antonini – essere di destra o sinistra non conta nulla”.

    Abbiamo posto domande ai due politici: diplomatica la risposta di Miceli, al super vetriolo quella di Tranchida. A parte abbiamo dato spazio alle loro reazioni.

    Ed ecco che arriviamo al “barile che è Trapani”.

    All’acqua che Antonini sostiene essere stagnante. Ma va rimescolata non cambiata. Forse l’idea può essere giusta, quantomeno per una volta tutti eviteremo di ricordare, dinanzi ad annunci di cambiamenti, l’assunto gattopardiano, “tutto cambia per non cambiare niente”.

    Lui ha scelto di essere il grande mestolo del detto olandese, basta agitare l’acqua per rivitalizzarla. Non è un caso se il suo incontro con i giornalisti si è aperto richiamando il ricordo di chi, ha sostenuto Antonini, voleva cambiare la città ma non c’è riuscito, l’imprenditore Andrea Bulgarella e un senatore finito nei guai con la giustizia (Antonio D’Alì, ex senatore e sottosegretario, oggi in carcere per una condanna a sei anni per concorso esterno in associazione mafiosa).

    Impossibile non leggere in queste sue parole l’intento di essere la sirena che richiama vicino a se gli “orfani” dei due, che costituiscono, indubbiamente, un contesto sociale, tanto borghese, ancora in attivo in città su tanti fronti e in tante stanze e salotti, alla luce del sole ma anche nascosti offuscati da vincoli di appartenenza, pensiamo a quelli di stile massonico. Non diciamo che Antonini ne sia pienamente consapevole, ma a Trapani notoriamente, pure a lui, il “catalogo” è anche questo. Ma non è sfuggita all’ascolto anche una sorta di attenzione rivolta a Matteo Renzi, citato positivamente in un passaggio, o ancora il favore riservato al ministro Crosetto: affascinato dal guizzo fiorentino e dalla colonna portante del Governo Meloni; per Antonini i propositi, necessari stante la situazione internazionale, di militarizzare la Sicilia, cosa sostenuta da Crosetto, titolare del dicastero della Difesa, deve essere una occasione per avere contraccambi in termini di realizzazioni infrastrutturali. Certo non è apparso disponibile a fare la corte al Pd e simili. Ma mai dire mai con lui.

    Riuscirà il presidente Antonini a fare quello ha detto di avere in mente? E cioè creare un equilibrio perfetto tra politica e imprenditoria. Questa la sua ricetta per cambiare Trapani che “oggi non offre nulla”. C’è chi ha già risposte nette, a prescindere da programmi e uomini. Sembra di ascoltare in città lo slogan di una famosa pubblicità, “basta la parola”.

    Spesso in politica, a qualsiasi livello, gli italiani si sono innamorati delle parole del “vulcano” di turno, ma l’esperienza porta a dire che la parola deve essere accompagnata dai fatti. Antonini da patron dello sport i progetti proposti li ha realizzati, ma adesso è altro che vuole fare, e dovrà sapere essere altrettanto deciso nell’area politica dove ha scelto di scendere in campo: poco gli è mancato parafrasando in chiave trapanese il prologo berlusconiano,”l’Italia è il paese che amo”. Ha però detto di essere un liberale come lo fu Berlusconi.

    Aspettiamo la seconda puntata. E faremo altre domande, perché tante domande sono rimaste in sospeso causa del tempo stringato, nonostante le due ore di botta e risposta.

    Frattanto ci godiamo l’estate che è calda a prescindere dalle temperature. Per completezza di informazione a parte ospitiamo due risposte all’intento antoniniano. Quelle del sindaco di Trapani Giacomo Tranchida e del leader di Fratelli d’Italia Maurizio Miceli.

    Alla prossima, ma c’è sempre la legge di Murphy, qualsiasi cosa anche la meno probabile può succedere. Ovviamente non è detto che la cosa sia di per se negativa, potrebbero essere anche notizie buone.

     

     

     




  • Trapani
    Tranchida, “vi dico io cosa vuol fare Antonini”
    "Portare indietro la città, si ispira al senatore D'Alì, sta con Forza Italia". "Recuperi gli investimenti con progetti , ma con me le porcherie non passano"
    Redazione6 Luglio 2025 - Attualità



  • Querelle Tranchida/Lo Curto, il tribunale assolve il sindaco Attualità

    Trapani – Antonini ha annunciato la discesa in campo, in politica, e ha indicato il suo avversario, ossia il sindaco Tranchida. Visto l’andazzo di questi mesi la cosa non è una novità. Antonini ha detto che il suo movimento non ha una collocazione politica, lei ci crede?
    Per me gli imprenditori non sono avversari e imprenditori anche come il signor Antonini. Ma nel rispetto delle regole, senza pensare a scorciatoie e senza pensare a giochetti da quartierino. Questi imprenditori hanno il sostegno della mia amministrazione: così è stato in passato, così è oggi e nel futuro. Il signor Antonini sconta un problema, che è convinto che con il suo potere economico e mediatico, tu possa stare, entro virgolette, a libro paga politico. Io non sono in vendita, mi dispiace per lui, gli ho dato un pochino di confidenza, non è stata sufficiente per capire che io non sono in vendita. E non è in vendita la città di Trapani. Dunque, se vuol fare l’imprenditore lo faccia. Lui mi disse che voleva fare business con il calcio, io devo portare il Trapani in serie B e poi vendo perché faccio l’imprenditore, cosa legittima, non gli è riuscito ad oggi e dunque non ha recuperato, desumo, il suo investimento. Sul basket un po’ la colpa è mia in senso lato: gli ho chiesto di occuparsene, pensaci, riflettici, dopo di ciò però è verosimile che sia ancora sotto. Ha bisogno di fare altro per recuperare gli investimenti? Ci sta. L”imprenditore Antonini dice che ancora oggi ci ha perso, allora pensi a dei progetti per guadagnarci. L’aeroporto di Birgi, suo grande pallino, questi voli che dovevano arrivare dagli Emirati Arabi, Ombra lo voleva mettere in croce, mi ha detto tante cose, non solo di lui, poi ha ricevuto un ordine da parte del suo mentore politico di Forza Italia, il presidente Schifani, e si è ritirato con una sorta di obbedisco garibaldino. Poi l’impiantistica sportiva, altro investimento che voleva fare, sull’unica area possibile, quella dell’ex aeroporto di Milo: è andato a Roma dalle parti del suo amico ministro Crosetto, che gli ha dato carta bianca e me l’ha portata”.

    Non ha raccontato bugie allora?
    “Crosetto era d’accordo. Poi però lo Stato Maggiore ha cambiato idea, dalle nostre parti si sono fatti sentire i Generali, forse si è mosso come un elefante in una cristalleria, e avrà rotto anche i cristalli dalle parti dello Stato Maggiore , ma il risultato è quello che adesso quell’area è blindata, avremo un insediamento militare dentro un contesto urbano. Adesso ha rivisto i suoi piani e vuole fare un investimento più piccolo, forse senza business commerciale , solo cittadella dello sport. Ben venga e noi abbiamo sostenuto anche questo. Sarà suffciente questo a fargli recuperare gli investimenti?”.

    E poi arriva la politica.
    “L’ultima spiaggia, una bella candidatura al Senato in quota Forza Italia, fino a quando quelli di Fratelli d’Italia non lo sgamano, sul collegio Sicilia Occidentale, mentore Schifani, con una sponda a destra e a sinistra, però dovrà pur dare qualcosa a Fratelli d’Italia. Ed ecco che spunta il candidato a sindaco gradito al Governo Meloni – Crosetto: l’ex prefetto Valerio Valenti. Già nelle grazie del mentore politico a cui si riconosce come paternità l’Antonini, l’ex senatore Antonio D’Alì, condannato per mafia. Insomma è un bel pedigree, un bel biglietto da visita, è una discesa in campo dal sapore antico che fa tornare indietro la città di Trapani. Sono io il suo avversario? Lo dice bene, su questo ha ragione. Fino a quando avrò un attimo di respiro, io certe porcherie dal punto di vista politico, e di altro, inutile girarci attorno, a Trapani fino a quando amministro Trapani, non le consentirò, e lì capisce bene che con me non passa”.




  • Palermo
    Autorità Portuale del mare della Sicilia Occidentale, (M5S): “Sarebbe Tardino il profilo adeguato che cercava Schifani”
    "Ora basta al baratto dello sviluppo della Sicilia con le poltrone per gli amici"
    Redazione30 Giugno 2025 - Attualità



  • Attualità

    Palermo – «È ora di dire basta al baratto sistematico dello sviluppo della Sicilia con le poltrone di prestigio da garantire agli amici e ai trombati della politica. La crescita dell’isola non può essere sistematicamente mortificata dai giochi di partito, specie se si affidano incarichi fondamentali a persone che nel settore che andranno a guidare non hanno la benché minima competenza specifica».

    Lo affermano i deputati del M5S all’Ars commentando la notizia del possibile arrivo dell’exeuroparlamentare della Lega Annalisa Tardino ai vertici dell’Autorità Portuale del mare della Sicilia Occidentale.

    «Schifani – dicono i parlamentari – non può obbedire passivamente ai diktat romani solo per fare un favore a Salvini, specie se si considera che lo stesso presidente, a più riprese, ha pubblicamente affermato di puntare a una figura di esperienza e competenza specifica che garantisse continuità al lavoro fatto da Pasqualino Monti, caratteristiche che ci sembrano lontane anni luce da quelle di Annalisa Tardino».

    «L’Autorità Portuale del mare della Sicilia Occidentale – sostengono – è fondamentale nell’economia dello sviluppo di questa area dell’isola, visto che dovrà decidere del futuro di porti come Palermo, Termini Imerese, Trapani, Licata, Gela e Porto Empedocle, pertanto è inammissibile che se ne decidano le sorti solo per bassi giochi di partito. È ora di dire basta. Schifani, per una volta, smetta la casacca della coalizione e indossi quella della Sicilia, mettendosi di traverso a una nomina sicuramente inaccettabile. Cosa che non ha fatto in tantissime occasioni, non ultima quella che ha visto depredare la Sicilia di 1,3 miliardi di fondi pubblici, dirottati verso un ponte che con tutta probabilità, e per fortuna, non vedrà mai la luce».

    «La Sicilia – concludono i deputati M5S – non può permettersi di trasformare un’istituzione così strategica in un banco di prova per inesperti. L’altezza della sfida che i nostri porti devono affrontare richiede visione, competenza e autorevolezza. Qualsiasi passo diverso da questo rappresenterebbe un danno grave e difficilmente giustificabile».




  • Palermo
    Sicilia, stop ad alcune attività nelle ore più calde
    Presidente Schifani firma ordinanza, fino al 31 agosto
    Redazione26 Giugno 2025 - Attualità



  • Attualità

    Palermo – Stop alle attività in alcuni settori produttivi durante le ore più calde nelle giornate e nelle aree ad alto rischio per le elevate temperature. È quanto prevede un’ordinanza firmata stamani dal presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, e che resterà in vigore fino al 31 agosto.

    Il divieto riguarda le aziende agricole, florovivaistiche, edili (e affini) e le cave.

    Lo stop scatterà dalle 12,30 alle 16 nelle aree e nei giorni in cui verrà segnalato, nella fascia oraria, un livello di rischio “alto” dalla mappa “Lavoratore al sole e attività fisica intensa” disponibile sul sito internet del progetto worklimate 2.0 dell’Inail.

    “Abbiamo voluto riproporre anche quest’anno l’ordinanza – spiega il presidente Schifani – perché non possiamo restare indifferenti davanti ai rischi estremi causati dal caldo, soprattutto per chi lavora all’aperto e senza protezioni. Questo provvedimento è un atto di civiltà e rispetto nei confronti dei lavoratori per proteggerli e prevenire tragedie annunciate. È una misura concreta, basata su dati scientifici, che richiede la massima collaborazione da parte delle imprese e dei datori di lavoro. La sicurezza non può e non deve essere mai considerata un optional”.

    In caso di interventi di pubblica utilità, di protezione civile o di salvaguardia dell’incolumità, l’ordinanza non verrà applicata alle amministrazioni, ai concessionari di pubblico servizio e ai loro appaltatori, anche se i datori di lavoro dovranno intervenire con specifiche misure organizzative e operative per tutelare il personale.




  • Palermo
    Editoria, pubblicato avviso Irfis da 3 milioni: al via le domande
    Schifani: «Avanti con misura fondamentale per le imprese»
    Redazione5 Giugno 2025 - Economia



  • Economia

    Palermo – E’ stato pubblicato da Irfis FinSicilia l’avviso per la concessione di agevolazioni finanziarie a fondo perduto in favore dell’editoria e delle emittenti radio e televisive che operano in Sicilia. Di fatto la misura, approvata dal governo Schifani lo scorso 16 maggio, entra nella fase operativa.

    Di cosa si tratta

    Si tratta di risorse per 3 milioni di euro del Fondo Sicilia destinate alle imprese dell’editoria, sia cartacea che digitale, alle emittenti radio e televisive e alle agenzie di stampa che producono un notiziario regionale sulla Sicilia da almeno un anno, che abbiano almeno un collaboratore attivo sul territorio della regione e con sede legale o operativa nell’Isola.

    Il presidente Renato Schifani

    «Prosegue, nel pieno rispetto dei tempi, il percorso di questa misura – commenta il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani – mirata a sostenere un settore, come quello dell’editoria, fondamentale per il tessuto economico e per tutta la nostra società. Ancora una volta, Irfis si è dimostrata celere e operativa nell’attuare gli interventi che abbiamo voluto a favore delle imprese e di tutti i siciliani».

    I criteri della ripartizione

    Il plafond finanziario è ripartito in una quota base di 2,2 milioni, suddivisa secondo criteri che tengono conto – tra l’altro – del numero di giornalisti assunti e dei dati di diffusione di copie o di visualizzazioni. E prevede anche una quota premiale di 800 mila euro assegnata sulla base di alcuni requisiti generali, fra cui il numero di giornalisti assunti a tempo indeterminato in Sicilia e il periodo di attività della testata e, ancora, sulla base di requisiti specifici come il numero di lanci per le agenzie di stampa, il tempo medio di permanenza sulle pagine per le testate on line o la presenza sui social media delle testate di informazione per la diffusione dei contenuti.

    Da domani 6 giugno al via le domande

    Da domani (6 giugno) sarà possibile presentare le domande per una finestra che resterà aperta fino al 7 luglio. Le domande possono essere inviate via Pec all’indirizzo: interventieditoria2025@pec.irfis.it e devono riportare la dicitura “Interventi in favore dell’editoria – Nuova iniziativa 2025”.

    Gli adempimenti relativi all’istruttoria delle istanze e all’erogazione del contributo sono curati direttamente da Irfis FinSicilia Spa, tenendo conto degli elementi dichiarati e dei documenti forniti, avvalendosi anche di informazioni presenti in banche dati ufficiali di altri Enti.




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