Le condizioni di Papa Francesco continuano a destare preoccupazione. Secondo Giorgio Sesti, docente di Medicina interna all’Università Sapienza di Roma, il Santo Padre rimane un paziente critico, sebbene vigile e collaborativo. La prognosi resta riservata, e i medici non possono ancora stabilire con certezza i tempi della guarigione.
L’infezione polmonare, causata da diversi batteri, ha compromesso la funzionalità respiratoria del Pontefice, rendendo necessaria la somministrazione di ossigeno ad alti flussi. “Le terapie antibiotiche hanno bisogno di tempo per agire, ed è fondamentale monitorare attentamente l’evoluzione della malattia”, spiega Sesti.
L’età avanzata e le patologie pregresse di Papa Francesco aumentano la complessità del quadro clinico. Gli specialisti del Policlinico Gemelli hanno effettuato test specifici per individuare i batteri responsabili della polmonite e somministrare un trattamento mirato.
Un altro problema rilevante è l’anemia, che ha richiesto trasfusioni per ripristinare un’adeguata ossigenazione del sangue. “Il corretto apporto di ossigeno è essenziale per il cuore e per l’intero organismo, evitando ulteriori complicanze”, sottolinea Sesti.
Anche la funzionalità renale è stata compromessa, probabilmente a causa della ridotta idratazione. Tuttavia, i medici stanno monitorando attentamente questo aspetto, cercando di prevenire ulteriori problemi.
Nonostante la criticità della situazione, gli esperti escludono al momento un’infezione generalizzata (sepsi), che sarebbe un quadro ben più grave. Papa Francesco rimane lucido e collaborativo, segnale positivo per il decorso della malattia.
L’attenzione resta alta: la risposta alle cure nei prossimi giorni sarà determinante per comprendere l’evoluzione del suo stato di salute.
“La notte è trascorsa bene, il Papa ha dormito e sta riposando”. È l’aggiornamento di oggi, 24 febbraio, della Sala Stampa della Santa Sede riguardo lo stato di salute del Papa. Stamattina il Pontefice, dopo essersi svegliato, ha proseguito le terapie. L’umore è buono.