Castellammare del Golfo
Sicilia tra le regioni italiane in cui l’economia del mare ha il peso più rilevante sull’economia complessiva
102 mila occupati e 29.561 imprese: al “Seacily” di Castellammare del Golfo i dati del Report “Economia del Mare Sicilia 2025” dell’Osservatorio nazionale Centro Studi Tagliacarne
Redazione17 Ottobre 2025 - Economia
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    Castellammare del Golfo – Il sistema marittimo regionale, che comprende pesca, cantieristica, logistica portuale, turismo costiero e servizi ambientali, genera un valore totale della filiera del mare 17,4 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 17,6% del totale dell’economia regionale

    La Sicilia si conferma tra le regioni italiane in cui l’economia del mare ha il peso più rilevante sull’economia complessiva, con un’incidenza del 6% sul valore aggiunto regionale, a fronte di una media nazionale del 4%.

    È quanto emerge dal Report “Economia del Mare Sicilia 2025”, realizzato dall’Osservatorio nazionale sull’Economia del Mare – OsserMare del Centro Studi Tagliacarne – Unioncamere, presentato in mattinata nell’ambito dell’ottava Seacily, il Salone della nautica di Sicilia, in corso nel porto di Castellammare del Golfo, organizzato in esclusiva da “Rete Nautica del Mediterraneo”, su incarico di “Assonautica Palermo”.

    L’appuntamento, ormai punto di riferimento per il comparto nautico nel Mediterraneo, propone fino a domenica prossima esposizioni, convegni, innovazione, prove in mare, attività educative e networking tra operatori del settore. In esposizione oltre 50 imbarcazioni, marchi di primo piano della nautica, tecnologie d’avanguardia, un villaggio con stand tematici, simulatori di vela e l’emblematica esposizione delle “barche della legalità” della Lega Navale Italiana.

    Cosa comprende il sistema marittimo regionale

    Il sistema marittimo regionale, che comprende pesca, cantieristica, logistica portuale, turismo costiero e servizi ambientali, genera un valore totale della filiera del mare 17,4 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 17,6% del totale dell’economia regionale di cui 5,9 miliardi di euro di valore aggiunto diretto. L’economia del mare siciliana conta oltre 102 mila occupati e 29.561 imprese, pari al 6,4% del totale delle imprese dell’isola.

    Secondo il report dell’Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare – OsserMare, l’economia del mare rappresenta un motore strategico per la crescita e la coesione territoriale e, in Sicilia, si configura come un ecosistema produttivo in grado di moltiplicare per 1,9 ogni euro generato in valore aggiunto diretto, rispetto a una media nazionale di 1,8. I principali indicatori regionali mostrano una crescita sostenuta: il valore aggiunto diretto segna un incremento del 16,9%, l’occupazione cresce del 4,9% e il numero di imprese aumenta del 3,2%.

    I settori più rilevanti per la creazione di valore sono i servizi di alloggio e ristorazione, che rappresentano il 36,5% del valore aggiunto complessivo, la movimentazione di merci e passeggeri via mare (32,8%) e la cantieristica navale insieme alle attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale (8,5% ciascuna). Seguono la filiera ittica con il 7% e le attività sportive e ricreative con il 6,3%.

    Blue Economy

    La “Blue Economy” è fortemente concentrata nelle aree costiere, che in Sicilia comprendono 192 comuni, di cui 123 litoranei e 69 prossimi al mare. In queste aree si produce il 78,2% del valore aggiunto complessivo regionale e risiede il 73,5% della popolazione dell’isola. Sul piano provinciale, Palermo guida la classifica con il 37,5% del valore aggiunto regionale, pari a circa 2,23 miliardi di euro, seguita da Catania con il 17,5% (circa 1,04 miliardi) e Messina con il 16,1% (circa 958 milioni). Seguono Siracusa con il 9,2%, Trapani con l’8,1%, Ragusa con il 5,5% e Agrigento con il 5%. Palermo si colloca inoltre al sesto posto tra le province italiane per numero di imprese blu, mentre Messina è al decimo posto nazionale.

    In sei anni base imprenditoriale economia del mare cresciuta di 4 mila unità

    Tra il 2019 e il 2024 la base imprenditoriale dell’economia del mare in Sicilia è aumentata di quasi 4.000 unità, trainata soprattutto dai settori del turismo marittimo e costiero. Le imprese femminili rappresentano il 24,2% del totale, a fronte di una media nazionale del 22,6%, e crescono del 20,1% nel quinquennio. Le imprese straniere incidono per il 4,7% e aumentano del 35,7%, mentre le imprese giovanili rappresentano il 10,2% del totale, con una lieve riduzione rispetto al 2019.

    “Con un’incidenza del 6% sul valore aggiunto e del 6,4% sulle imprese, la Sicilia si colloca tra le regioni leader della Blue Economy insieme con Campania, Lazio e Sardegna, confermandosi ponte strategico del Mediterraneo e laboratorio di sperimentazione per le politiche di sostenibilità, innovazione e turismo marittimo”, ha sottolineato Antonello Testa, coordinatore dell’Osservatorio nazionale sull’Economia del Mare – Ossermare, collegato da remoto per la presentazione del report.

    Nel 2024 l’export dell’economia del mare siciliana ammonta a 124,9 milioni di euro, a fronte di 495,3 milioni di import, con un saldo negativo di 370 milioni. Il settore ittico è quello più rilevante per volumi commerciali, con 84,9 milioni di euro di export, mentre Palermo, Agrigento e Trapani mostrano i più alti indici di specializzazione produttiva.

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