Mazara del Vallo – “Continuano ad arrivarci segnalazioni dall’ospedale di Mazara del Vallo, mi limito a pubblicarle. A voi, la valutazione sulla qualità del nostro sistema sanitario in quel territorio e se è giusto che i responsabili di questo disastro siano ancora tutti al loro posto tutelati dai partiti di appartenenza a prescindere dalla qualità del loro lavoro e dei meriti espressi”. Lo scrive sui social Davide Faraone, vice-presidente di Italia Viva, pubblicando la testimonianza di un cittadino siciliano.
“’Mio cognato è residente a Mazara del Vallo, ha fatto la biopsia alla prostata a Trapani nel marzo del 2024, per l’esito dovette aspettare 8 mesi. Soltanto ai primi del mese di dicembre 2024 l’ospedale di TP inviò all’ospedale di Caltagirone, in provincia di Catania, la biopsia e ho ottenuto io il referto solo perché vivo a Caltagirone, conosco il primario e gli ho chiesto se poteva darmi informazioni sull’esito. Purtroppo, a mio cognato è stato riscontrato un carcinoma alla prostata, successivamente è andato a Milano e lo stanno curando, spero con tutto il cuore che si salvi’“.
Trapani – In provincia di Trapani e in generale in Sicilia, esistono due diverse tipologie di sanità. Leggendo lo scandalo scoppiato in particolare all’Asp di Trapani, mi sono convinta che veramente esistono quasi due Italie.
Da un lato lo squallore: la vicenda dei ritardi nella refertazione degli esami istologici a Trapani è qualcosa di inaudito e scandaloso, ancora di più se pensiamo che molti di questi si sarebbero persi nel viaggio tra Castelvetrano e Trapani o viceversa, ed ancora che in mancanza di questi alcuni medici hanno effettuato interventi al “buio”su pazienti nel tentativo intanto di salvargli la vita. Ancora più squallido è che a far uscire la melma che intanto si stava accumulando all’Asp di Trapani siano stati i pazienti che nel caso dell’insegnante di Mazara del Vallo, proprio il ritardo di otto mesi nella consegna dell’esame ha di fatto prodotto una metastasi nel suo corpo e portato un cancro al quarto stadio. O come l’ex infermiere di Salemi, a cui sono arrivati gli esami dieci giorni dopo essere deceduto, o il caso del ragazzo di Trapani anche lui in attesa da settembre 2024 di questi esami per iniziare la sua terapia.
Forse sarebbe stato il caso che a denunciare e a dare la stura alla gravità della situazione fossero stati proprio i medici, gli analisti, gli infermieri e non i pazienti che già devono combattere con un male oscuro e pervicace.
Il paradosso in questa storia poi sono i fatti come si sono evoluti nel corso dei mesi. L’allarme lanciato dall’anatomopatologo del Sant’Antonio (poi andato in pensione a novembre) avviene tra giugno e luglio: ci sono tre mila esami da refertare e poco personale. L’sos lanciato dal manager Ferdinando Croce viene fatto dopo alcuni giorni, altri giorni forse troppi sarebbero trascorsi per la convenzione con l’Asp di un’altra provincia che aveva risposto all’aiuto.
E nel frattempo cosa fa l’Asp spende oltre centomila euro per farsi pubblicità. Insomma invece di correre ai ripari e venire incontro alle esigenze prioritarie di migliaia di pazienti paga eventi a destra e manca a cominciare dal “Premio Troisi” sull’isole Eolie dove si parla anche di comunicazione della sanità nel cinema, spiegatemi la connessione, o al cous cous fest di San Vito Lo Capo, o la pubblicità sui bus, ma sono solo alcune. Centomila euro, e nel frattempo gli esami aumentavano. Tutto questo nel silenzio più assordante.
L’altra parte della sanità pubblica che sta dalla parte del paziente è quella che mi riguarda personalmente. Anche io che scrivo sono una paziente oncologica. Difficile scriverlo, ma è così. Ma nell’inferno della malattia, io sono una delle fortunate ad avere incontrato lungo il mio percorso di malata oncologica dei medici degli infermieri che hanno svolto con coscienza la loro professione e non perchè fossi una giornalista, no vi assicuro che non è così. Ho trovato dei professionisti che non hanno mai tradito quel giuramento che hanno espresso il giorno in cui sono diventati medici.
A cominciare dal dott. Giovanni Franco di Valderice (ematologo) che in poche settimane scoperta la patologia ha smosso mare e monti per farmi eseguire tutta una serie di esami e accertamenti tecnici, tra cui Tac e Pet. Proseguendo dalla dottoressa Salvatrice Mancuso, responsabile dell’ambulatorio di Ematologia Oncologica del Policlinico di Palermo, che assieme ai suoi assitenti, ha saputo gestire la mia patologia in tempi direi normali per come dovrebbe essere per tutti immagino: due biopsie eseguite a distanza di alcune settimane, e in poco meno di otto giorni la prima e dieci la seconda, l’arrivo del risultato del referto. E di seguito l’inizio della lunga terapia sempre all’ambulatorio di Ematologia oncologica del Policlinico.
E qui l’altra sorpresa, in quel reparto, dove l’unica cosa che stona veramente, è la struttura non adatta sicuramente per accogliere quella tipologia di pazienti, ammassati in un budello di corridoio con poche sedie e nulla più. Un ambulatorio che neppure aiuta il lavoro di medici e infermieri che li seguono i pazienti in condizioni non sufficientemente adeguate. Anche qua ho trovato un personale infermieristico altamente professionale, competente e sempre con il sorriso sulle labbra. Medici e infermieri sempre pronti a supportarti, mai assenti nella vita del malato.
Infine assieme ai medici di questa sanità pubblica ligia ai propri doveri aggiungo anche i medici della sanità privata a cui poi sono ricorsa, ma solo su input di quegli stessi medici che fino a quel momento mi avevano seguito che non ringranzierò mai abbastanza.
Il mio animale è recidivo e quindi per il proseguo della cura della mia malattia sono dovuta ricorrere per non perdere altro tempo ad una struttura privata quella della “La Maddalena” e anche qua vi assicuro ho trovato medici, infermieri e personale sanitario per come uno si immagina che deve essere la sanità, sia essa pubblica che privata. Lì il percorso di raccolta delle cellule e trapianto e anche in questo caso ho avuto la percezione di trovarmi in un ospedale di un qualsiasi Paese del nord Europa. Ho trovato l’equipe guidata dal Prof. Maurizio Musso – Direttore dell’ UOC di Oncoematologia e TMO de “La Maddalena”, professionale, attento alla persona, preparato. Anche loro con quel giuramento sempre nel cuore.
Ecco alla fine come vedete esistono veramente due sanità. Quella venuta fuori in questi giorni, scandalosa e quella che nel silenzio totale continua a funzionare senza clamori e nell’interesse solamente dei pazienti come sta accadendo nel mio caso.
Mazara del Vallo – In riferimento a quanto dichiarato in un documento da un movimento denominato “Uguaglianza per la Sicilia” e pubblicato da diversi organi di informazione, il direttore dell’UOSD di Radioterapia dell’ospedale di Mazara del Vallo, Dr. Pietro Delia, precisa quanto segue:
“Non è assolutamente vero, tra le altre, che il servizio è disastroso, in quanto dalla data di internalizzazione del servizio, con la chiusura della convenzione con la clinica Santa Teresa di Bagheria, il 16 luglio 2024, i dati delle prestazioni effettuate al 31 dicembre 2024 sono i seguenti: ben 6.653 prestazioni tra chemioterapiche e radioterapiche, 290 prime visite, 332 visite di follow-up e 339 visite in terapia”.
“Inoltre, dal 3 febbraio corrente anno, la stessa unità operativa effettua addirittura un doppio turno di servizio (dalle ore 08.00 alle ore 20.30). Per cui si capisce perfettamente come il numero dei pazienti trattati giornalmente sia in crescita.
Per quanto riguarda le liste d’attesa della radioterapia, queste non esistono assolutamente, tanto che prenotando oggi una prima visita tramite il CUP aziendale il primo posto disponibile è martedì prossimo 11 marzo”.
“Altra nota lieta è l’ampliamento dei servizi tecnologici: infatti l’ASP Trapani, di concerto con l’uUnità operativa di Fisica Sanitaria, ha acquisito da poco nuove tecnologie cosiddette di “dosimetria in vivo” (tramite Log File) e sistemi di Surface Guided Radiotherapy (SGRT) che permetteranno all’Azienda di fornire un trattamento radioterapico più preciso e con una riduzione della tossicità grazie all’utilizzo, ove previsto, delle procedure di gating respiratorio. L’acquisizione di moderne tecnologie rende evidente l’impegno profuso da parte dell’ASP volto a fornire ai nostri pazienti un servizio al passo con i più moderni standard assistenziali. Non vi quindi alcun disagio per i pazienti, anzi un miglioramento di servizi e prestazioni offerti”.
Trapani – Mille referti istologici da analizzare e consegnare questo l’arretrato dell’Asp di Trapani con pazienti in attesa da mesi. Molteplici le segnalazioni raccolte dall’Associazione Codici di Trapani di cittadini che lamentano ritardi tra loro il signor Salvatore Torregrossa che attende un esame di suo figlio dallo scorso mese di settembre, come sottolinea l’avvocato Vincenzo Maltese, presidente dell’associazione.
“Riceviamo in questi giorni moltissime denunce di pazienti che attendono da mesi l’invio dei referti istologici. Caso emblematico – dice Maltese – quello di questo papà che attende l’esito del figlio dal 6 settembre del 2024, ben otto mesi e oggi gli sarebbe stat riferito di attendere altri dieci giorni. E’ una situazione scandalosa. Noi come associazione Codici, daremo tutta la tutela legale a queste famiglie”.
Intanto per porre fine alle criticità riscontrate nella consegna dei referti istologici, l’assessorato alla salute affiancherà l’Asp attraverso tutta la rete del sistema sanitario regionale, per consentire l’azzeramento dell’arretrato. E, dopo l’ispezione emerge il dato allarmante non sono 244 gli esami istologici da refertare all’Asp trapanese ma un migliaio Un risultato che ha irritato il governatore, Renato Schifani e l’assessore alla salute Daniela Faraoni che hanno incontrato il direttore generale dell’Asp, Ferdinando Croce, e il direttore sanitario Danilo Greco. Al momento niente dimissioni dei vertici della sanità trapanese, la priorità è smaltire l’arretrato.
Al governo regionale non hanno gradito la mancata comunicazione tra Asp e assessorato, l’emergenza non doveva essere taciuta. Il manager Croce ha lasciato intendere che la responsabilità è dell’ex primario di Anatomia Patologica, in pensione da novembre, accusato di avere segnalato il problema solo a luglio. Ora la stessa accusa viene però mossa all’Asp, che, pur avendo attivato convenzioni con strutture pubbliche e private, non è riuscita a smaltire l’arretrato.
“Noi di Uguaglianza per la Sicilia non possiamo restare in silenzio davanti al disastro sanitario che colpisce la provincia di Trapani. La gestione della sanità è ormai allo sbando, con gravi ripercussioni sulla salute e sulla vita dei cittadini. I recenti episodi di malasanità che hanno colpito il nostro territorio evidenziano un sistema inefficiente, caratterizzato da ritardi, carenze strutturali e una direzione organizzativa incapace di garantire servizi sanitari adeguati. Uno dei casi più eclatanti riguarda i ritardi nella consegna degli esami istologici, che in più occasioni hanno portato a diagnosi tardive con conseguenze letali. Il caso di Paolo Robino, ex infermiere di Salemi, è emblematico: l’uomo è deceduto mentre attendeva da quattro mesi l’esito di un referto istologico. Un altro episodio riguarda una professoressa che ha scoperto di avere un tumore maligno con metastasi avanzate a causa dell’attesa di otto mesi per un esame istologico.
Particolarmente grave è la gestione del servizio di radioterapia oncologica. La decisione di chiudere la convenzione con Villa Santa Teresa di Bagheria e di internalizzare il servizio si sta rivelando disastrosa. La riduzione drastica delle procedure svolte ha creato un grave disagio per i pazienti, molti dei quali sono costretti a rivolgersi ai centri oncologici palermitani per ricevere le cure necessarie. Questo fenomeno non solo aumenta il disagio per chi deve affrontare lunghi viaggi per le terapie, ma sta anche determinando un incremento vertiginoso delle liste d’attesa per l’oncologia medica. Oggi, prenotare una visita oncologica nel sistema sanitario pubblico è praticamente impossibile, lasciando molti pazienti senza la possibilità di ricevere cure tempestive e adeguate.
“Di fronte a questo quadro desolante, noi di Uguaglianza per la Sicilia chiediamo con forza un intervento immediato e strutturale. Le istituzioni regionali e nazionali devono garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini, potenziando il personale, velocizzando i processi diagnostici e migliorando la gestione delle risorse ospedaliere. La salute non può essere una questione di privilegi o burocrazia: è un diritto fondamentale che non possiamo più permetterci di calpestare. È ora di agire per costruire una sanità giusta, efficiente e accessibile per tutti”.
Palermo – L’assessorato della Salute affiancherà l’Asp di Trapani nella risoluzione delle criticità riscontrate nella consegna dei referti istologici, attraverso tutta la rete del sistema sanitario regionale, per consentire l’azzeramento dell’arretrato e il recupero della capacità di elaborazione secondo standard ottimali.
È l’esito dell’incontro che si è tenuto oggi pomeriggio a Palazzo d’Orleans tra il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, l’assessore Daniela Faraoni, i due dirigenti generali Salvatore Iacolino e Giacomo Scalzo, il capo di gabinetto della Presidenza, Salvatore Sammartano, con il direttore generale dell’Asp di Trapani, Ferdinando Croce, accompagnato dal direttore sanitario Danilo Greco.
Intanto crescono i casi di pazienti che attendono da mesi di avere i referti istologici, l’ultimo riguarda il trapanese Salvatore Torregrossa, operaio di 47 anni che si è rivolto all’associazione Codici per denunciare un altro caso relativo ad un esame istologico eseguito al Sant’Antonio Abate.
«Mio figlio – racconta – da ben sette mesi attende ancora il risultato del test a cui si è sottoposto lo scorso 6 settembre. Ho chiesto spiegazioni in ospedale, ricevendo, però, soltanto risposte evasive».
“Anche a Trapani ci sono tanti cittadini che attendono da mesi l’esito di un esame istologico effettuato presso l’ospedale “Sant’Antonio Abate”. Lo rende noto l’avvocato Vincenzo Maltese, dirigente regionale dell’associazione di tutela dei cittadini CODICI.
“Sono diverse le segnalazioni che mi sono arrivate – spiega – in qualche caso si tratta di genitori preoccupati per i figli che ancora dal mese di settembre 2024, attendono un esito per capire come procedere con le eventuali cure. Sono sicuro che il direttore generale e il direttore sanitario ell’Asp di Trapani – che oggi sono stati convocati dal presidente della Regione Schifani – faranno il possibile per risolvere il disservizio, specie alla luce degli ultimi casi riportati anche dalle cronache giornalistiche”.
Palermo – Si è dimessa oggi attorno alle 13 l’assessore regionale alla Sanità della Sicilia, Giovanna Volo che ha rassegnato il mandato nelle mani del governatore Renato Schifani. Era stata nominata dal presidente all’inizio della legislatura, come tecnico.
L’assessore regionale della Salute, Giovanna Volo, ha rassegnato stamattina le sue dimissioni dall’incarico per motivi personali. Il presidente della Regione, Renato Schifani, durante un incontro a Palazzo d’Orléans, l’ha ringraziata per il lavoro svolto e l’abnegazione dimostrata in questi primi due anni di legislatura. Al suo posto, il presidente ha nominato l’attuale direttore generale dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni.
Le dimissioni della Volo giungono dopo settimane di polemiche sul sitema della sanità nell’isola. Il governatore ha preso in mano la situazione dopo un blitz a sorpresa all’ospedale Cervello-Villa Sofia, a Palermo, verificando le condizioni precarie di assistenza dei pazienti, ricoverati in barella e in attesa di una visita da giorni. Proprio a Villa Sofia nei giorni scorsi è morto un paziente e la figlia ha presentato un esposto.
Polemiche poi erano sorte anche sul fronte del nuovo tariffario nazionale con i privati preoccupati per i tagli ad alcune prestazioni e il governatore che ha aperto un confronto col ministero sul piano di rientro che impedisce alla Regione di investire. Diversi esponenti politici di opposizione avevano chiesto le dimissioni dell’assessore alla Sanità. L’assessore era data in uscita dalla giunta regionale già da mesi.