L’introduzione di un salario minimo legale in Italia è un tema centrale nel dibattito politico ed economico. A differenza di molti altri Paesi europei, l’Italia non prevede una soglia minima di retribuzione stabilita per legge, affidandosi ai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL), che regolano circa il 90% dei rapporti di lavoro. Tuttavia, cresce la pressione per istituire una soglia minima salariale che garantisca un reddito dignitoso, soprattutto per i lavoratori precari o esclusi dalla contrattazione collettiva.
Diverse forze politiche e sindacali hanno avanzato proposte con importi e criteri differenti:
Vantaggi
Criticità
L’Italia è tra i pochi Paesi dell’Unione Europea a non avere un salario minimo legale. In nazioni come Germania, Francia e Spagna, il salario minimo ha prodotto effetti diversi, mentre nei Paesi Scandinavi si continua a puntare esclusivamente sulla contrattazione collettiva.
La Direttiva UE 2022/2041 esorta gli Stati membri a garantire salari adeguati, senza imporre un modello unico, lasciando libertà di scelta tra salario minimo legale e contrattazione collettiva rafforzata.
Il confronto resta aperto: le opposizioni spingono per una soglia minima di legge, mentre il governo propone soluzioni alternative. Intanto, milioni di lavoratori italiani continuano a percepire stipendi giudicati insufficienti rispetto al costo della vita, rendendo urgente una decisione.
E tu, sei favorevole o contrario all’introduzione del salario minimo in Italia?
Anche quest’anno, l’Italia è tra le mete più amate dai viaggiatori di Tripadvisor nei Travelers’ Choice Awards. Nel prestigioso Best of the Best 2025, che si basa sui voti e le recensioni lasciate dagli utenti della popolare piattaforma di viaggi, l’Italia si distingue con ben due località nella Top 10 mondiale.
La classifica delle dieci migliori destinazioni scelte dai viaggiatori include cinque mete europee, tra cui due italiane: la Sicilia al quarto posto e Roma al sesto. Le altre tre destinazioni europee sono Londra, che domina la classifica, Parigi in quinta posizione e Creta al nono posto.
La Sicilia si conferma una meta d’eccezione. Nel 2025, infatti, vanta due titoli importanti: Regione Europea della Gastronomia e Agrigento come Capitale Europea della Cultura. Questi riconoscimenti hanno contribuito a rafforzare il fascino dell’isola tra i viaggiatori.
Tripadvisor elogia la Sicilia con queste parole: “La più grande isola del Mediterraneo è separata dalla terraferma dallo Stretto di Messina. Luogo montuoso, la costa siciliana e le sue piccole isole si estendono ai piedi dei vulcani Etna, Stromboli e Vulcano”.
Oltre ai paesaggi incredibili, la Sicilia vanta un patrimonio culturale straordinario, con influenze greche, romane, normanne e barocche che si riflettono nelle sue 9 provincie.
Roma, nonostante i suoi problemi, rimane una delle città più amate dai viaggiatori. Tripadvisor la descrive così: “Un giorno non è bastato per costruire Roma, ma non basterà neanche per girarla tutta. La città stessa è come la sala espositiva di un gigantesco museo all’aperto, un vero e proprio collage di piazze, mercati e siti storici sbalorditivi”.
Dai monumenti iconici come il Colosseo, il Pantheon e la Fontana di Trevi, fino ai quartieri pittoreschi e alla cucina ineguagliabile, la Capitale d’Italia continua ad attrarre milioni di visitatori ogni anno.
Tripadvisor suggerisce ai turisti di gettare una monetina nella Fontana di Trevi, di assaggiare la pasta fresca e i piatti tipici romani, come i carciofi alla giudia e la coda alla vaccinara, per un’esperienza culinaria autentica e indimenticabile.
Ecco le prime 10 destinazioni più apprezzate dai viaggiatori di Tripadvisor nel mondo:
Oltre al successo nei Travelers’ Choice Awards 2025, l’Italia ha recentemente conquistato il primo posto nell’European Tourism Reputation Index, confermando la sua posizione come una delle destinazioni più ambite al mondo. Sicilia e Roma rappresentano il fiore all’occhiello del turismo italiano, offrendo un mix perfetto di cultura, paesaggi e gastronomia.
Roma – Fulco Pratesi, 90 anni compiuti 5 mesi fa, fondatore del WWF Italia e pioniere del movimento ambientalista in Italia si è spento oggi a Roma. Architetto, giornalista, autore, disegnatore, fondatore del WWF Italia di cui è stato a lungo Presidente oltre che esempio vivente di ecologismo attivo, Fulco Pratesi è stato la guida per un’intera generazione di naturalisti. È stato anche parlamentare dal 1995 al 1997 con i Verdi. Nel 2020 l’Università di Palermo gli ha conferito la Laurea Honoris Causa in Biodiversità e biologia ambientale. Era Presidente onorario del WWF Italia e Direttore Responsabile dello storico magazine Panda sin dalla sua fondazione. Il suo contributo è stato attivo fino all’ultimo. La moglie Fabrizia – il loro un sodalizio lunghissimo iniziato oltre 70 anni fa – si era spenta meno di 5 mesi fa, il 4 ottobre 2024: lascia 4 figli e 6 nipoti. Il suo inseparabile cagnolino, Robin, 14 anni, se ne è andato nei giorni scorsi, pochi giorni dopo il ricovero di Fulco. Il suo ultimo articolo, dedicato a Federico II, è pubblicato in questi giorni su “Panda”.
E si stringe con commozione alla famiglia Pratesi: i figli Isabella, Carlo Alberto, Francesco e Olympia e tutti i suoi nipoti. Fondamentale il suo contributo alla definizione e approvazione di leggi fondamentali per la tutela della natura italiana, dalla legge 157 sulla fauna a quella sui parchi del 1991. Ma il suo orgoglio più grande erano le oltre 100 Oasi del WWF che amava e conosceva una per una. Fulco Pratesi ha reso migliore il nostro Paese per tutti questi motivi e tanti altri, a cominciare dalla grande vocazione alla divulgazione: storico collaboratore del Corriere della Sera, ha pubblicato una dozzina di libri e curato decine di pubblicazioni anche per ragazzi, trasmettendo la sua grande passione per piante e animali a milioni di italiani attraverso testi accattivanti e disegni dal tratto unico. Ha viaggiato in tutto il mondo, dall’India all’America latina, e tutti i suoi incontri con la natura sono documentati nei suoi inseparabili taccuini.
Fulco Pratesi, nato a Roma nel 1934 e sfollato nella prima infanzia con la famiglia nella proprietà di campagna nel viterbese, è entrato presto a contatto con la natura. Fin da piccolissimo s’innamorò degli animali e del disegno. Dopo un’infatuazione giovanile per la caccia, convertì il suo interesse per la natura e gli animali nella conservazione. La sua seconda vita iniziò nel 1963, nelle foreste dell’Anatolia, in Turchia, dove si era recato a caccia. Gli si parò di fronte un’orsa con tre piccoli. Fu un incontro “folgorante” come lui stessoò lo ha definito tante volte. Un incontro che gli fece cambiare totalmente prospettiva. Tornato in Italia, vendette il fucile e acquistò una macchina fotografica. Presto, si convertì all’amore incondizionato per tutte le forme viventi e decise di impegnarsi per la conservazione, tanto da abbandonare la professione di architetto. Saputo della nascita del World Wildlife fund in Svizzera, li contattò per far nascere la sezione italiana. “Ma dovrà trovare lei i soldi necessari al progetto” fu la risposta. Con famiglia e già 4 figli, non era facile. Riuniti alcuni amici illuminati nel suo studio di architetto, nacque nel 1966 il WWF Italia, con pochi soldi e tanto entusiasmo. Entusiasmo che è rimasto sempre stato il suo tratto distintivo fino agli ultimi giorni della sua vita. Seppe fare quello che solo i grandi sanno fare: trasformare un sogno per pochi (la protezione della natura in Italia, la tutela di animali allora braccati come lupi e orsi) in una realtà consolidata. Con un vero e proprio atto di coraggio, con pochi soldi in cassa (i primi soci si erano autotassati), la prima azione del neonato WWF Italia fu quella di acquisire i diritti di caccia della laguna di Burano, dando il via alla nascita dell’Oasi di protezione e del “modello Oasi”, che contraddistingue il WWF Italia dagli altri WWF nel mondo. Oggi le aree gestite o di proprietà sono oltre 100 e proteggono circa 27.000 ettari di natura.
E tutto questo attraverso studi, piani e la spinta all’approvazione della legge quadro sulle aree protette del 1991. Sempre, gettando il cuore oltre l’ostacolo: come quando, nel 1985, l’Associazione raccolse oltre 600 milioni di lire – con un vero e proprio crowdfunding ante litteram – per l’acquisto dell’area di Monte Arcosu, con l’obiettivo di salvare il cervo sardo dal bracconaggio e dall’estinzione. La sua vita racconta la storia della nostra Associazione. Proverbiali le sue battaglie contro la caccia (per impedire ai cacciatori di entrare nei fondi privati), che lo portarono a ricevere insulti e minacce. Ma anche per la salvaguardia delle creature marine, dai cetacei alla foca monaca, dalle reti spadare. Aveva una grande passione per i piccoli uccelli e per gli ambienti di palude, considerati malsani dai più e invece visti da Fulco, giustamente, come ecosistemi ricchissimi di biodiversità. Da tutelare. In natura passava ore a osservare gli uccelli e a comporre i primi schizzi per i suoi acquerelli.
“Se considereremo la natura e il nostro Pianeta come un posto da conquistare e dominare, allora sarà la nostra fine” ha ripetuto nell’ultima intervista. Luciano Di Tizio, Presidente WWF Italia: “Ho conosciuto Fulco Pratesi nei primi anni ‘70 del secolo scorso, quando era impegnato nella “Operazione San Francesco” per la salvezza del lupo, allora sull’orlo dell’estinzione. Un incontro dal quale è nata una, direi, “complicità” legata al comune sentire e agli analoghi interessi. Negli anni ci siamo poi sentiti e incontrati decine di volte e in ogni occasione ho avuto qualcosa da imparare da lui, promotore e artefice di una vera e propria rivoluzione culturale. Amava profondamente la sua famiglia e amava d’un amore profondo la natura e il WWF, “il mio quinto figlio”, come lui stesso ci ha definiti. La sua azione, personale e attraverso l’associazione del Panda, è stata fondamentale per la tutela della natura in Italia. Oggi sento, insieme a tutto il popolo del WWF, un vuoto immenso: abbiamo perso un padre e una insostituibile fonte di saggezza. Lo salutiamo commossi e infinitamente tristi, ma anche con una certezza: il WWF continuerà ogni giorno a onorare la sua memoria, perseguendo con convinzione i suoi stessi ideali. Fulco sarà sempre con noi”.
“Se il WWF tutto è in qualche modo figlio di Fulco, e se oggi abbiamo tutti perso una colonna fondante della nostra famiglia, per alcuni tra cui me Fulco è parte delle memorie dell’infanzia più antica, con la sua firma elegante in calce alle lettere che ci facevano sognare raccontando di animali e luoghi meravigliosi e con il tratto inconfondibile dei suoi disegni. È una di quelle persone per le quali può essere usato senza timore l’aggettivo “irripetibile”. Appassionato, straordinario conoscitore di piante e animali, che osservava e disegnava con attenzione maniacale, è stato un grande trascinatore. Il suo entusiasmo, le sue intuizioni, fin dalla fine degli anni ‘60 hanno portato prima alla nascita del WWF, poi ai risultati tangibili come la protezione di lupo, orso e altre specie ritenute, prima di lui “nocive”, alla limitazione della caccia. È stato il creatore del movimento ecologista italiano per come lo conosciamo e l’inventore della cosiddetta “ecologia domestica”, indispensabile per comprendere come ogni nostro piccolo gesto possa far bene al pianeta. Lo salutiamo con un grandissimo senso di gratitudine, e certi che il mondo migliore per cui ha lavorato tutta la vita sia un passo più vicino grazie a lui e alle persone che ha saputo far innamorare della natura. Noi del WWF siamo in un certo senso tutti figli suoi, e oggi è come se avessimo perso la colonna fondante della nostra famiglia”.
Venezia – Alberto Trentini, operatore umanitario italiano, è stato arrestato il 15 novembre 2024 in Venezuela mentre svolgeva il suo lavoro per una ONG internazionale. Da allora, è in isolamento totale, senza contatti con la famiglia, avvocati o rappresentanti consolari.
A quasi tre mesi dalla sua detenzione, le sue condizioni fisiche e mentali restano sconosciute, sollevando gravi preoccupazioni per la sua sicurezza. Le istituzioni italiane, europee e le Nazioni Unite sono chiamate ad agire con urgenza per ottenere il rilascio immediato di Alberto, garantendo l’accesso all’assistenza legale, consolare e medica, nonché il diritto di comunicare con i propri cari.
E’ notizia di oggi che Alberto Trentini, il cooperante italiano arrestato a Caracas il 15 novembre scorso, è vivo e detenuto in condizioni discrete in un carcere della capitale venezuelana. Un mese fa, il governo venezuelano ha inviato una prova della sua condizione, avviando un dialogo per il suo rimpatrio
La comunità internazionale deve ribadire l’importanza della protezione degli operatori umanitari, spesso esposti a rischi elevati nel loro impegno per il bene comune. Il caso di Alberto Trentini richiede un intervento deciso affinché possa tornare a casa al più presto. Visita la pagina facebook
Trapani – Prosegue anche oggi, per il nono giorno consecutivo, la campagna digitale messa in atto dal gruppo di hacker filorussi NoName057 contro siti italiani. I target di oggi sono siti della Pubblica amministrazione locale.
Al momento non risultano raggiungibili i siti delle Province di Trapani, Ragusa, Caltanissetta, Enna, del Comune di Catania e della Regione Puglia.
L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale ha allertato i bersagli e le autorità e fornito suggerimenti per la mitigazione dell’impatto.
Il settore turistico in Italia è regolamentato da specifiche normative che impongono obblighi ben precisi agli operatori del settore. Tra questi, uno degli adempimenti fondamentali è l’assegnazione e l’utilizzo del Codice Identificativo Nazionale (CIN). In questo articolo analizziamo cosa prevede la legge, quali sono le strutture soggette all’obbligo e quali sanzioni possono derivare dal mancato rispetto della normativa.
Il Codice Identificativo Nazionale (CIN) è un codice univoco rilasciato a ogni struttura turistica ricettiva, finalizzato a garantire la trasparenza dell’offerta e a combattere l’abusivismo nel settore. Questo codice deve essere esposto obbligatoriamente negli annunci pubblicitari e nelle piattaforme di prenotazione online.
L’introduzione del CIN risponde alla necessità di:
Secondo le normative vigenti, in Italia l’obbligo del CIN riguarda diverse tipologie di strutture ricettive, tra cui:
Le strutture ricettive devono richiedere il codice attraverso il portale della Regione Italia o tramite gli enti preposti. Una volta ottenuto, il CIN deve essere utilizzato in tutte le comunicazioni commerciali e promozionali della struttura.
Il mancato rispetto dell’obbligo del CIN può comportare sanzioni amministrative e pecuniarie. Le autorità competenti possono applicare multe significative nei confronti di proprietari e gestori di strutture turistiche che non espongano correttamente il codice nelle proprie inserzioni.
In particolare, le sanzioni previste includono:
L’introduzione del Codice CIN porta benefici ai turisti. Ecco alcuni dei principali vantaggi:
L’obbligo di utilizzo del Codice CIN per le strutture turistiche in Italia rappresenta un passo fondamentale verso una maggiore trasparenza e regolamentazione del settore. I gestori di strutture ricettive devono assicurarsi di essere conformi alla normativa per evitare sanzioni e garantire un servizio affidabile ai turisti.
Se sei proprietario di una struttura ricettiva, verifica subito la tua posizione facendoti consigliare dal tuo consulenre e richiedi, se necessario, il tuo Codice CIN, per operare nel rispetto della legge.
Torino – Il 18 febbraio 1861 segna una delle date più significative della storia d’Italia: a Torino, si svolse la prima seduta del Parlamento dell’Italia unita. Questo evento epocale sancì la conclusione di un lungo e complesso processo di unificazione nazionale, riunendo sotto un’unica bandiera le molteplici regioni della Penisola, fino ad allora divise da confini politici e culturali.
L’Unità d’Italia fu il risultato di decenni di lotte, sacrifici e ideali condivisi da patrioti e statisti che sognavano un Paese libero e indipendente. La convocazione del primo Parlamento italiano rappresentò il culmine di questo sogno, trasformando un’aspirazione in una realtà concreta. Torino, la prima capitale del Regno d’Italia, divenne il simbolo della nascita della nuova nazione, accogliendo con orgoglio e solennità questo storico momento.
Scelta come prima sede istituzionale del neonato Regno, Torino assunse un ruolo centrale nella costruzione del nuovo assetto politico e amministrativo. Le sue strade e piazze furono testimoni di celebrazioni cariche di entusiasmo e speranza, mentre i cittadini accorrevano per assistere all’inizio di un’epoca di rinnovamento e crescita per l’intero Paese.
Con la sua prima seduta, il Parlamento italiano assunse ufficialmente il compito di rappresentare i cittadini della nuova nazione, delineando le fondamenta di un sistema democratico destinato a evolversi nel tempo. Deputati e senatori, provenienti dalle diverse regioni, si riunirono per dare voce alle istanze di un popolo finalmente unito, discutendo le politiche necessarie per consolidare il neonato Stato.
Oggi, questa data rimane un simbolo di unità, determinazione e progresso per l’Italia. Celebrare il 18 febbraio significa ricordare il sacrificio di coloro che hanno reso possibile la nascita di una nazione solida e indipendente, rafforzando il senso di appartenenza e di orgoglio nazionale.
Mentre il tempo avanza, il ricordo di quel giorno continua a ispirare le generazioni future, ribadendo il valore della coesione, della democrazia e dell’identità italiana. Il 18 febbraio 1861 è , il punto di partenza di un viaggio che ancora oggi definisce il destino della nostra amata Italia.
Roma – L’etimologia della parola “tennis” è un argomento che ha affascinato studiosi e linguisti per secoli. Numerose teorie sono state avanzate nel tempo, ma una delle ipotesi più accreditate risale al 1617 ed è attribuita al linguista britannico John Minsheu.
Secondo Minsheu, il termine “tennis” deriverebbe dalla parola francese “tenez”, forma imperativa del verbo “tenir”, che significa “tenete” o “prendete”. Questa espressione veniva utilizzata dai giocatori del gioco della Pallacorda, un predecessore del tennis moderno, per avvisare l’avversario dell’inizio dello scambio.
Col passare del tempo, la parola “tenez” venne adottata dagli inglesi e subì una serie di trasformazioni linguistiche che portarono alla forma attuale: tenez → tennes → tennies → tenyse → tennis. Questo processo di adattamento è comune nelle lingue e testimonia l’influenza culturale e sportiva tra Francia e Inghilterra nei secoli.
Nonostante la teoria di Minsheu sia considerata plausibile, essa rimane pur sempre una tesi e non una certezza assoluta. Per definizione, una tesi è una proposizione che necessita di una dimostrazione concreta. Nel caso dell’origine della parola “tennis”, la mancanza di prove definitive lascia ancora spazio a dubbi e interpretazioni alternative.
L’etimologia, infatti, non è sempre una scienza esatta e può essere soggetta a reinterpretazioni basate su nuove scoperte storiche o linguistiche. Fino a quando non emergeranno ulteriori elementi che possano confermare senza ombra di dubbio l’origine della parola, il dibattito rimarrà aperto.
Negli ultimi anni, il successo crescente nella specialità da parte di tennisti italiani sta dando sempre più visibilità a questa affascinante disciplina sportiva. Atleti come Jannik Sinner, Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti stanno contribuendo a elevare il tennis italiano ai massimi livelli del circuito internazionale. Grazie alle loro performance di alto livello, l’interesse per il tennis in Italia è in costante crescita, portando un numero sempre maggiore di giovani a praticare questo sport.
I successi internazionali degli atleti italiani hanno anche rafforzato l’immagine del tennis come disciplina di rilievo nel panorama sportivo nazionale, con un incremento degli investimenti e della copertura mediatica. Questo fenomeno non solo avvicina nuovi appassionati al mondo del tennis, ma contribuisce anche a scrivere una nuova pagina nella storia di questo sport.
L’origine della parola “tennis” continua ad essere un affascinante enigma linguistico. Sebbene la teoria di John Minsheu sia la più accreditata, non possiamo affermare con assoluta certezza che essa rappresenti la verità definitiva. Questo dimostra quanto il linguaggio sia dinamico e influenzato da molteplici fattori storici e culturali.
Per gli appassionati di tennis e di storia delle parole, questo argomento rimane un interessante spunto di riflessione che unisce sport, storia e linguistica in un’unica, avvincente narrazione.
Il 17 febbraio 1992 rappresenta una data spartiacque nella storia della politica italiana. L’arresto di Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio, e segna l’inizio di una delle inchieste giudiziarie più sconvolgenti del Paese: “Tangentopoli”. Questo scandalo, evidenziato con l’operazione “Mani Pulite”, scardinò un sistema di corruzione che coinvolgeva politici, imprenditori e funzionari pubblici, determinando la fine della “Prima Repubblica” e una profonda trasformazione del panorama politico italiano.
L’arresto di Mario Chiesa e l’inizio di Mani Pulite
Il 17 febbraio 1992, Mario Chiesa viene colto in flagrante mentre incassa una tangente di sette milioni di lire da un imprenditore. Il caso, che inizialmente sembrava isolato, si rivelò essere la punta di un iceberg di corruzione sistemica. L’inchiesta, guidata dal pool di magistrati milanesi tra cui Antonio Di Pietro, Gherardo Colombo e Piercamillo Davigo, portò a una serie di arresti e rivelazioni che coinvolsero esponenti di tutti i principali partiti politici dell’epoca.
Il Sistema di Corruzione Smantellato
Le indagini svelarono un sistema in cui la corruzione era parte integrante del finanziamento ai partiti e delle dinamiche imprenditoriali. Gli appalti pubblici venivano assegnati dietro pagamento di tangenti, mentre imprenditori e politici si scambiavano favori economici e personali. La rete di mazzette e finanziamenti illeciti si estendeva a livello nazionale, minando la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Le Conseguenze Politiche di Tangentopoli
L’inchiesta portò all’arresto di centinaia di politici e imprenditori e al dissolvimento di partiti storici come la Democrazia Cristiana (DC) e il Partito Socialista Italiano (PSI). Leader di spicco come Bettino Craxi furono travolti dagli scandali, mentre l’opinione pubblica chiedeva un rinnovamento del sistema politico. Il terremoto giudiziario contribuì al crollo della Prima Repubblica e alla nascita della Seconda, con l’affermarsi di nuove forze politiche.
L’Eredità di Mani Pulite
A distanza di oltre trent’anni, Tangentopoli resta una ferita aperta nella memoria collettiva italiana. Se da un lato l’operazione Mani Pulite ha rappresentato un esempio di giustizia e trasparenza, dall’altro ha lasciato interrogativi irrisolti sulla persistenza della corruzione nel Paese. Il sistema politico subì una trasformazione, ma il problema della corruzione non fu completamente estirpato.
Tangentopoli segna un momento di svolta nella storia italiana, un evento che ha ridefinito il rapporto tra politica e cittadini. L’inchiesta Mani Pulite ha smascherato un sistema marcio, ma ha anche lasciato una lezione fondamentale: senza un costante controllo e una cultura della legalità, il rischio di ricadere negli stessi errori rimane sempre presente.
Roma – L’ora legale in Italia quest’anno entrerà in vigore leggermente in anticipo rispetto agli anni precedenti. Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo 2025, sarà necessario spostare le lancette avanti di un’ora. Il nuovo orario resterà in vigore fino alla notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre 2025, quando si tornerà all’ora solare.
Il passaggio all’ora legale porta con sé vantaggi e svantaggi. Tra i benefici più evidenti c’è il maggiore sfruttamento della luce naturale, che consente un risparmio energetico e una riduzione dei consumi elettrici. Tuttavia, molte persone faticano ad adattarsi al nuovo ritmo, risentendo di disturbi del sonno e alterazioni nei bioritmi.
Secondo alcuni studi, circa il 60% delle persone non gradisce il cambio orario, mentre 1 persona su 2 riferisce sintomi come insonnia, affaticamento e difficoltà di concentrazione nei giorni successivi all’introduzione dell’ora legale.
L’adozione dell’ora legale non è uniforme in tutto il mondo. Negli Stati Uniti, ad esempio, il passaggio avverrà nella notte tra l’8 e il 9 marzo, causando per quasi un mese una discrepanza oraria temporanea tra Italia e America. Questa situazione può creare difficoltà per chi lavora con l’estero o ha in programma viaggi internazionali.
In Europa, invece, il dibattito sull’abolizione dell’ora legale è rimasto in stallo. Nel 2018, la Commissione Europea aveva proposto di porre fine al cambio semestrale, lasciando ai singoli Stati membri la possibilità di scegliere se adottare permanentemente l’ora solare o l’ora legale. Tuttavia, le divisioni tra i paesi hanno bloccato l’iniziativa.
Alcuni Stati avrebbero voluto mantenere l’ora legale tutto l’anno per sfruttare al massimo le ore di luce, mentre altri hanno espresso la preferenza per l’ora solare, considerata più naturale per il bioritmo umano. L’assenza di un accordo ha impedito una risoluzione definitiva, per timore di creare una frammentazione nei fusi orari tra Stati confinanti, con possibili conseguenze per trasporti, commercio e comunicazioni.
Dal 2019, le discussioni sono state sospese e nessun governo ha preso l’iniziativa per una revisione del sistema. Di conseguenza, il cambio dell’ora stagionale rimarrà in vigore nei prossimi anni, con l’alternanza tra ora solare e ora legale.
Pertanto, per chi sperava in una decisione definitiva sull’abolizione del cambio orario, la questione resta ancora in sospeso. Per il momento, ci si dovrà abituare al consueto spostamento delle lancette due volte l’anno, almeno fino a nuove direttive da parte delle istituzioni europee.
Se soffri degli effetti del cambio d’ora, alcuni accorgimenti possono aiutarti ad adattarti più facilmente:
L’ora legale continua a dividere l’opinione pubblica e, sebbene il dibattito sulla sua abolizione sia ancora aperto, per ora rimane una costante nel calendario europeo. Prepariamoci dunque a spostare le lancette e a goderci giornate più lunghe con più ore di luce a disposizione.