Trapani – Approvata dalla giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Energia e servizi di pubblica utilità Francesco Colianni, la delibera che autorizza l’attribuzione di 12 posizioni organizzative per figure di “ingegnere responsabile della sicurezza della diga” a funzionari direttivi del dipartimento dell’Acqua e dei rifiuti in possesso dei necessari requisiti professionali.
Trapani – Come può una città definirsi “turistica” se poi chi vi lavora e vi abita deve fare i conti giornalmente con una serie di “disservizi” che rischiano di far vanificare tutto: il tuo impegno, la tua voglia di costruire e rendere unico questo posto, il tuo stesso lavoro e la tua attività. Però accade, ed accade a Trapani. Tutti a raccontare le meraviglie di questa città, ma poi girato l’angolo dobbiamo fare i conti con una realtà ben diversa da quella che ci troviamo davanti, “meraviglie su meraviglie”.
È di stamane, 21 Aprile 2025, una mail giunta alla nostra redazione, che ci riporta per esempio in primo piano l’atavico “problema della mancanza d’acqua”. A scrivere è Jessica proprietaria dell’appartamento ad uso turistico Vicolo 35 In via San Michele 35, lei ci racconta i salti mortali che sta facendo e fino ad oggi per garantire l’acqua a chi arriva nella sua struttura. L’acqua badate bene, no chissà quale altro miracolo. Ma diamo a lei lo spazio di raccontare quanto accade, mentre a chi amministra, chiediamo che forse sarebbe ora di curarsi dei problemi di questa città piuttosto che “magnificare una città che di turistico ha solo il nome”.
“Buongiorno, sono Jessica e sono la proprietaria dell’appartamento ad uso turistico Vicolo 35 In via San Michele 35. In questi ultimi due anni per via dei soliti problemi idrici, ho aumentato la mia capienza idrica di almeno 3500 litri con l’acquisto di due recipienti, ma nonostante tutto i problemi rimangono sempre gli stessi. In data odierna, e ormai da tre turni l’acqua non è arrivata, e ad inizio stagione turistica questa mancata erogazione crea dei veri e grossi disagi. La scorsa estate per via dei soliti problemi idrici, sono riuscita a farmi fatturare alcuni trasporti di acqua, e le fatture nonostante l’abbia inviate via Pec al servizio idrico, non ho ricevuto alcun rimborso a credito in questa ultima bolletta. Al centro storico è anche molto difficoltoso far pervenire in loco il servizio di autobotte, sia per il fatto che solo alcune ditte hanno i mezzi idonei più piccoli per raggiungere alcuni vicoli, e sia perché essendo poche ditte che forniscono questo servizio, hanno quasi sempre i mezzi impegnati.
Sono stanca, e credo non sono la sola, nei giorni quando è giornata di acqua avere sempre il magone se l’acqua non arriva, soprattutto in una città che vive prettamente di turismo. Chiedo che questa mia e-mail venga pubblicata, e nel caso qualcuno della nostra amministrazione legga questa e-mail, di mobilitarsi il più possibile, siamo persone oneste e lavoratori, che hanno investito tanto per rendere più bella la nostra città”.
Trapani – È arrivato anche il via libera definitivo da Roma per la realizzazione e la messa in funzione del dissalatore di Trapani. Dopo l’ok della scorsa settimana della Commissione regionale tecnico specialistica, infatti, il commissario straordinario per l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica, Nicola Dell’Acqua, ha firmato il decreto che chiude positivamente la conferenza di servizi anche per questo impianto. Nelle scorse settimane, erano già stati autorizzati anche i dissalatori mobili di Porto Empedocle, nell’Agrigentino, e di Gela, nel Nisseno.
Palermo – Via libera da parte della Commissione tecnico specialistica regionale per le autorizzazioni ambientali alla riattivazione dei dissalatori di Trapani e Porto Empedocle. I due impianti consentiranno un recupero di 192 litri al secondo (96 l/s ciascuno). Ad annunciarlo il presidente della Regione Renato Schifani.
Paceco – Potrà aumentare di circa 2,4 milioni di metri cubi la quantità di acqua accumulabile nella diga Rubino, nel Trapanese. Il ministero delle Infrastrutture ha autorizzato l’innalzamento di 2 metri del livello di invaso, portandolo da 178,40 metri sul livello del mare a 180,40. Questo provvedimento scongiurerà il rischio di dover sversare in mare, una volta superato il limite precedentemente autorizzato, consistenti quantitativi di acqua essenziale per l’irrigazione.
«È un’altra notizia positiva per gli agricoltori della provincia di Trapani. Il ministero – dice il presidente Schifani – ha accolto la nostra richiesta, dopo le valutazioni tecniche sulla sicurezza della diga, a seguito dei lavori di manutenzione straordinaria effettuati recentemente. Sempre nel Trapanese, grazie a un serrato dialogo con il ministero, nelle scorse settimane abbiamo ottenuto la sospensione dello svuotamento e lo stop alla messa fuori esercizio della diga Trinità di Castelvetrano. È la conferma del lavoro che il mio governo porta avanti quotidianamente per affrontare l’emergenza idrica, grazie anche al lavoro svolto dal commissario ad acta, Salvo Cocina, con nuovi studi e indagini sulla sicurezza degli impianti. Andiamo avanti su questa strada, consapevoli del grande lavoro che resta da fare sul piano delle infrastrutture idriche per garantire maggiore tranquillità ai cittadini e agli agricoltori siciliani».
La Regione lo scorso 14 marzo aveva richiesto al ministero l’autorizzazione a innalzare il livello idrico del bacino. La diga Rubino è stata oggetto di significative opere di manutenzione straordinaria e miglioramento, mentre è in corso di attuazione un intervento, incluso nel secondo addendum dei finanziamenti a valere sui fondi Fsc 2014-2020, per l’esecuzione della verifica sismica della diga e delle opere accessorie.
Il MIT alza di 2 metri “l’asticella” della Diga Rubino a seguito della recente azione dei sindacati agricoli: ConfSal, Copagri e FederAgri, ma la protesta non è rientrata. Le Dighe in Sicilia occidentale sono da tempo il simbolo di un sistema idrico allo sbando, fatto da ritardi e forse anche da negligenze. Dopo la recente vertenza i sindacati ottengono dal MIT una prima parziale vittoria: il Ministero delle Infrastrutture ha autorizzato l’innalzamento di 2 metri della capacità di invaso portando la quota massima, fino ad ora consentita, da 178,40 a 180,40 metri sul livello del mare. Un intervento che consentirà, piogge permettenti, di trattenere centinaia di migliaia di ettolitri d’acqua piovana che altrimenti finirebbero per essere sversate. Ma per ConfSal, Copagri e FederAgri, che da mesi combattono una battaglia contro l’immobilismo delle istituzioni, questa è solo una goccia nel deserto dell’immobilismo degli apparati pubblici e affini. Perché attorno alle vicende della Diga Rubino c’è poca trasparenza: i sindacati da mesi chiedono invano di essere ricevuti dai vertici dell’Ente gestore, dai rappresentanti istituzionali competenti. Pochi metri in un invaso grande quando quello della Diga Rubino fanno la differenza nel futuro agricolo di tutta la provincia di Trapani. E nel caso specifico vi sarebbero in gioco quasi altri 4 metri di capienza. Una quantità enorme di acqua.
L’autorizzazione è temporanea e vincolata al potenziamento del sistema di drenaggio. Ma questo non basta. I sindacati vogliono garanzie concrete: verifiche sulla staticità della diga, un cronoprogramma dettagliato degli interventi, trasparenza sull’uso dei fondi. E soprattutto, vogliono sedersi a un tavolo con chi gestisce l’invaso, per avere finalmente risposte chiare. Perché la Diga Rubino non è solo un serbatoio d’acqua, ma una risorsa vitale per tutta la Sicilia occidentale. E se continua a essere gestita in questa maniera, il rischio è che non potrà più continuare ad invasare fino a 180 metri sul livello del mare. Venendo meno la sua originaria capienza l’intera economia agricola della provincia di Trapani crollerebbe – letteralmente – sotto il peso dell’inefficienza di un apparato pubblico che non ha assolto ai propri doveri.
ConfSal, Copagri e FederAgri, non si fermano qui. Perché dietro quei 2 metri concessi dal MIT si nasconde una verità scomoda: la politica e le istituzioni col loro silenzio dimostrano di aver perso il controllo della gestione. E se le piogge primaverili potrebbero fare innalzare il livello oltre i 180,40 metri il prezioso “liquido in eccesso” finirebbe per essere sversato. E, insieme a lui, il futuro di decine di migliaia di agricoltori della Sicilia occidentale. Ecco, perchè quegli altri 4 metri scarsi di capienza sono così importanti per i sindacati, ma soprattutto per gli agricoltori del bacino di utenza della Diga Rubino. Gli stessi che negli ultimi 2 anni hanno avuto falcidiati i raccolti e compromesso lo stato di salute delle colture (vigneti, oliveti, frutteti, ecc.) a causa dei cambiamenti climatici che hanno ridotto notevolmente le piogge in Sicilia.