Trapani – Secondo quanto riporta il sito LiveSicilia – a finire sotto inchiesta per lo scandalo dei referti istologici all’Asp di Trapani ci sarebbero i medici di un intero reparto.
A cominciare dall’ex primario Domenico Messina, oggi in pensione, che per 23 anni ha diretto l’unità di Anatomia patologica del presidio ospedaliero di Trapani travolta dallo scandalo per i ritardi negli esami istologici.
Nell’elenco non c’è il nome dell’ex manager dell’Asp di Trapani, Ferdinando Croce, dimissionario dopo essere stato sospeso dall’incarico dall’assessorato regionale alla Sanità.
La Procura ha iscritto nel registro degli indagati, oltre a Messina, anche il dirigente facente funzioni di primario Laura Miceli, e i medici Giancarlo Pompei, Giovanni Spanò, Maria Paola Ternullo, Noemi La Francesca, Luisa Arvigo e Roberto David. Alcuni lavorano nel reparto di Anatomia patologica di Castelvetrano, accorpato con quello di Trapani.
Si tratta degli stessi medici che da anni denunciavano le difficoltà del reparto, ben prima del collasso rappresentato dagli oltre tremila esami non refertati. Referti il cui esito i pazienti hanno atteso per mesi invano la diagnosi. Ciò avrebbe comportato l’avvio in ritardo delle cure contro il cancro e nel peggiore dei casi persino il decesso dei pazienti.
Già da ottobre 2023 erano emerse le difficoltà. I ritardi nella refertazione degli esami istologici all’Asp di Trapani non furono segnalati dal commissario straordinario uscente, Vincenzo Spera, al suo successore, Ferdinando Croce, al passaggio di consegne dell’1 febbraio 2024. Così ha sostenuto Croce nella relazione consegnata agli ispettori inviati in Sicilia dal ministero della Salute dopo lo scandalo ma anche alla Procura della Repubblica di Trapani. Non è bastato a “salvarlo”.Il nome di Spera fa capolino anche nelle carte dell’inchiesta che avrebbe fatto emergere il ruolo del commercialista Antonio Maria Sciacchitano, capace – così sostiene l’accusa – di pilotare l’assegnazione di appalti milionari ma anche di influenzare la nomina dei manager della sanità siciliana.
E’ stata la denuncia di una insegnante di Mazara del Vallo che ha atteso 8 mesi la consegna del suo esame istologico a fare scattare lo scandalo. L’ex primario Domenico Messina aveva espresso amarezza e dolore per quanto accaduto, ma aveva puntualizzato che già a novembre 2023, quando decise di rimanere in servizio pur avendo raggiunto l’età pensionabile, denunciò “che il reparto dove ho lavorato per quasi 40 anni stava vivendo un momento estremamente critico ma c’era la speranza di potere assumere all’inizio del 2024, 3-4 giovani anatomo-patologi e che quindi sentivo l’obbligo morale dopo avere dedicato una vita a questa professione, ai pazienti ed alla mia equipe di non abbandonare la nave in un momento così critico. Purtroppo questo non è avvenuto, ma anzi la situazione del personale medico si è ulteriormente aggravata nei mesi successivi del 2024″.
L’inchiesta serve a capire cosa sia davvero accaduto e perché non stati refertati in fretta esami così delicati. I medici indagati sono stai avvisati che la Procura intende svolgere un incidente probatorio per degli accertamenti su dieci pazienti.
Trapani – Arrivano i primi provvedimenti disciplinari a seguito dell’indagine interna sulla vicenda dei gravi ritardi dei referti istologici, avviata il 4 aprile scorso dal sostituto del direttore generale dell’Asp di Trapani, Danilo Palazzolo. L’indagine doveva servire ad individuare eventuali responsabilità civili, amministrative, contabili ed erariali, anche in relazione al danno di immagine. Il primo provvedimento disciplinare è stato avviato nei confronti di un dirigente medico dell’ospedale S. Antonio Abate di Trapani. Ora l’Asp dovrà attendere le controdeduzioni del dirigente chiamato in causa.
Nessuna azione invece è stata avviata nei confronti del direttore di Anatomia patologica, Domenico Messina. L’Asp non può procedere perché il medico è in pensione dal primo novembre 2024. Nei prossimi giorni dovrà essere decisa anche la sorta del direttore generale dell’Asp Ferdinando Croce, attualmente sospeso dalla Regione dopo lo scandalo sui ritardi dei referti, il cui ricorso contro il provvedimento è stato ieri respinto dal tribunale del lavoro di Trapani.
In una terza memoria integrativa che il suo avvocato ha presentato il 12 maggio al giudice, risulta la testimonianza di un medico del reparto di Anatomia Patologica, gestito dall’allora primario Domenico Messina, si tratta di un vero e proprio atto di accusa. Il medico evidenzia «notevoli problematiche ed anomalie legate ai ritardi nella refertazione. Prestazioni sanitarie che erano erogate nelle strutture ospedaliere. Nella memoria il medico parla anche di carichi di lavoro non adeguati, ritardi e cattiva gestione di cui Croce non sarebbe stato a conoscenza.
Trapani – E’ un documento di nove pagine. Dentro l’autodifesa del manager dell’Asp di Trapani Ferdinando Croce. La relazione in questione è stata redatta in occasione della visita degli ispettori del ministero della Salute in questi a Trapani. In queste nove pagine Croce scrive che i ritardi nella refertazione degli esami istologici all’Asp non gli furono segnalati dal commissario straordinario uscente, Vincenzo Spera, nel passaggio di consegne dell’1 febbraio 2024.
Nella relazione il direttore generale dell’Asp di Trapani, ripercorre le tappe della vicenda che ha fatto scoppiare lo scandalo sui ritardi nella refertazione degli esami istologici, oltre 3 mila, facendo un passo indietro fino all’ottobre del 2023, quando emerse “per la prima volta la notizia di un ritardo nella refertazione degli esami istologici”.
L’attuale manager dunque non ci sta ad essere la vittima sacrificale e dà la sua versione dei fatti mettendo in luce un’altra data: quella del 14 febbraio 2024 in occasione della convocazione del Collegio di Direzione, organo di supporto al vertice dell’azienda con funzioni consultive e propositive. In quell’occasione invita i presenti a comunicare eventuali criticità e il direttore del dipartimento Oncologico, Leonardo Zichichi, si “limita” a segnalare un problema di carenza di medici, soprattutto nell’Anatomia patologica. C’è carenza di medici in grado di ‘leggere’ i vetrini processati e stendere i referti. Ed ora Croce dice agli ispettori che “una settimana dopo” il suo insediamento come commissario dell’Asp dispose una prima selezione per incarichi a tempo determinato.
Poi ricorda che in oltre due anni alla guida degli uffici dell’Asp trapanese, ha pubblicato tre avvisi per incarichi di anatomopatologi a tempo determinato e uno per la mobilità di quattro medici, oltre ad un concorso per assunzioni a tempo indeterminato. Bandita anche una selezione per il ruolo di direttore dell’Unità operativa complessa di Anatomia patologica. In questo caso la richiesta d’autorizzazione inviata alla Regione porta la data del 5 dicembre 2024, mentre l’ok arriva il 4 marzo.
Tutto quello che ha fatto però non è servito a colmare il gap dell’Anatomia patologica dell’Asp di Trapani. Al momento i medici sono tre, rispetto ai nove previsti dalla pianta organica. Sono le carenze alla base dei gravi ritardi accumulati nei mesi scorsi in una vicenda che racconta come i difetti di comunicazione possano incidere pesantemente sui servizi ai cittadini. Croce, infatti, sostiene di non avere saputo nulla neanche della disposizione dell’allora direttrice sanitaria, Maria Grazia Furnari, che il 16 gennaio 2024 diede mandato di chiudere il laboratorio di Anatomia patologica dell’ospedale di Castelvetrano.
L’obiettivo era concentrare personale e mezzi sul laboratorio dell’ospedale di Trapani per potere recuperare i ritardi accumulati fino a quel momento negli esami istologici. Nessuno diede seguito all’ordine. Sarà lo stesso Croce, nel novembre 2024, a chiudere il laboratorio di Castelvetrano.
Il manager ribadisce agli ispettori ministeriali quanto già detto agli inviati dell’assessorato regionale alla Salute. L’esistenza di tremila esami istologici ancora da refertare gli fu comunicata per la prima volta il 2 luglio 2024. L’allarme fu lanciato dall’allora direttore dell’Anatomia patologica del Sant’Antonio Abate di Trapani, Domenico Messina, poi andato in pensione. Ma erano trascorsi già nove mesi dal primo alert.
Croce decise di procedere “con due iniziative parallele e cumulative”. Da un lato l’appello a tutte le aziende del servizio sanitario regionale per la stipula di convenzioni che potessero consentire “lo smaltimento integrale” delle refertazione, dall’altro la richiesta all’assessorato, di potere esternalizzare il servizio. (Fonte Live Sicilia)
Intanto sono stati conteggiati i referti risultati positivi a patologie tumorali. Sono 206 su oltre 3.000 i campioni istologici risultati “positivi” a patologie tumorali al termine dell’attività di refertazione compiuta dalle aziende del Servizio sanitario regionale coinvolte per azzerare i ritardi accumulati dall’Asp di Trapani. Il dato ufficiale emerge dal report finale della task force messa in campo dalla Regione, su input del presidente Renato Schifani, a partire dal 4 marzo.
In particolare, i soggetti “positivi” sono 46 per il 2024 e 160 per il 2025. I campioni prelevati a gennaio e febbraio di quest’anno sono 1.908 e sono stati analizzati nel rispetto del target temporale dei 20 giorni lavorativi nel 98% dei casi, grazie alla rete istituita dall’assessorato della Salute per superare la grave situazione e scongiurare l’insorgere di ulteriori ritardi.
Nel frattempo nella giornata di ieri gli ispettori ministeriali hanno continuato il loro lavoro, richiedendo documenti e ascoltano gli anatomopatologi, il Direttore generale e il direttore sanitario, e pare che siano arrivati anche i carabinieri a controllare e a portare via documenti.