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Sant’Antonio da Padova: il Santo che ascolta tutti
Fede, miracoli e devozione popolare nel giorno dedicato al “Taumaturgo del popolo” amatissimo in tutta Italia e in Sicilia.
Redazione13 Giugno 2025 - Attualità



  • Sant’Antonio da Padova con il Bambino Gesù in braccio e un giglio bianco in mano, simbolo di purezza e fede. Sullo sfondo, paesaggio con cielo azzurro e Basilica di Padova.Attualità

    Sant’Antonio da Padova, il Santo che parla al cuore

    Oggi si celebra il “Taumaturgo del popolo” tra fede, processioni e memoria collettiva

    Italia – Oggi non è solo un giorno del calendario liturgico. Per milioni di fedeli è un appuntamento con la speranza. Il 13 giugno ricorre la festa di Sant’Antonio da Padova, uno dei santi più amati e invocati al mondo, secondo solo a San Francesco per popolarità e devozione.

    Ma chi era davvero Antonio? E perché continua a essere così presente nella vita di tante persone, secoli dopo la sua morte?

    Un giovane portoghese diventato simbolo di giustizia

    Nato a Lisbona nel 1195, con il nome di Fernando Martins de Bulhões, fu prima canonico agostiniano, poi frate francescano, spinto dal desiderio di vivere in povertà radicale. Le sue prediche incendiarono le piazze del Nord Italia e del Sud della Francia. Parlava ai cuori, non solo alle orecchie. Difendeva i poveri, smascherava i potenti, guariva i corpi e leniva le anime.

    Morì a Padova il 13 giugno 1231, a soli 36 anni. Ma la sua voce – anzi, la sua forza – non si è mai spenta. Fu canonizzato solo un anno dopo e nel 1946 fu proclamato Dottore della Chiesa da Papa Pio XII.

    Il Santo degli oggetti smarriti… e delle cause disperate

    Sant’Antonio non è solo un nome sulle pareti delle chiese. È un volto familiare per chi ha perso qualcosa, per chi cerca risposte, per chi chiede una grazia. È diventato, nel tempo, il “Santo delle cose impossibili”, quello a cui si ricorre per ritrovare ciò che si è perso: un oggetto, una strada, persino un senso.

    La Basilica di Padova, dove riposano le sue spoglie, accoglie ogni anno milioni di pellegrini. Oggi più che mai.

    Sicilia, terra devota

    Anche la Sicilia lo festeggia con particolare affetto. Aci Sant’Antonio, nel Catanese, celebra il suo patrono con una festa che unisce sacro e folclore. A Capo d’Orlando, Milazzo, Gela, ma anche a Trapani e Marsala, le comunità francescane organizzano momenti di adorazione, messe speciali, cortei votivi.

    Nel trapanese, in particolare, le messe serali di oggi saranno dedicate al Santo, con ceri e preghiere nei conventi dei frati minori. Un legame antico, che si rinnova ogni anno nella semplicità di un’invocazione: “Sant’Antonio, aiutami tu”.

    Oltre il tempo, oltre la fede

    Antonio è diventato un simbolo trasversale. La sua immagine campeggia nelle case, nei portafogli, sulle medagliette. È patrono di Padova, del Portogallo, dei poveri, dei viaggiatori e degli oppressi, e chiunque si sia trovato almeno una volta in difficoltà sa quanto basti una candela accesa, una parola sussurrata, un grazie promesso.

    Non è solo una commemorazione religiosa. È un momento in cui il sacro tocca l’umano, e lo fa senza clamore. Con la forza quieta di un Santo che, ancora oggi, ascolta tutti.

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