Il manuale di sopravvivenza del quattordicenne motorizzato
C’era un’epoca gloriosa in cui l’adolescenza non si misurava in follower su Instagram ma in chilometri percorsi con il Piaggio Ciao. I 14enni dell’epoca non sognavano l’ultimo smartphone, ma una libertà a due tempi, con il vento nei capelli (sotto un casco rigorosamente slacciato) e la mitica pedalata d’avviamento che decretava il vero rito di passaggio all’età adulta.
La prima volta che un 14enne metteva le mani su un Ciao non era mai un’esperienza tranquilla. Bisognava innanzitutto accettare le leggi della meccanica preistorica: il motorino si accendeva solo dopo un numero imprecisato di pedalate (e bestemmie), il serbatoio era più piccolo della bottiglietta d’acqua del nonno, e la velocità massima era quella di una bicicletta in discesa con vento a favore.
Ma una volta acceso… era pura magia.
Le strade erano il regno dei quattordicenni motorizzati, con un codice della strada tutto loro:
Il Ciao di serie andava benissimo per i primi giorni. Poi arrivava la fase delle modifiche da vero “FUORILEGGE! ….. Ecco alcune delle più gettonate:
Il Ciao non era solo un motorino: era un’istituzione. Ha regalato momenti epici, insegnato il valore dell’autonomia (e della spinta in salita), e soprattutto ha segnato un’epoca in cui bastava poco per sentirsi grandi.
Oggi quei 14enni sono cresciuti, ma appena ne vedono uno passare si bloccano con lo sguardo nostalgico e dicono: “Eh, ai miei tempi…”.
Perché puoi avere tutti gli scooter di ultima generazione, ma il Ciao è per sempre.