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Palermo, operazione antimafia, i boss volevano riprendere il controllo [VIDEO]
Tra gli arrestati il boss Franco Bonura
Redazione29 Gennaio 2025 - Cronaca
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    Palermo – Gli agenti della squadra mobile di Palermo e del Sisco, coordinati dalla Dda di Palermo, hanno eseguito una ordinanza di cutodia cautelare nei confronti di 19 indagati, di cui 17 in carcere e 2 agli arresti domiciliari, accusati a vario titolo di: associazione di stampo mafioso, estorsione aggravata, intestazione fittizia di beni ed altri reati connessi. In manette il boss Franco Bonura e il capomafia Agostino Sansone. Sequestrate 6 società e un parcheggio, valore: 10 milioni di euro

    L’operazione

    L’operazione si inserisce in più vasto contesto investigativo avviato con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo sul territorio mandamentale Uditore-Passo di Rigano ed ha visto il coinvolgimento, tra i destinatari del provvedimento cautelare, di soggetti apicali della citata consorteria criminale già emersi nelle trascorse investigazioni come uomini d’onore appartenenti all’ala corleonese di cosa nostra. In particolare nel corso dell’indagine è emersa la volontà di alcuni indagati, dopo un aver scontato un periodo di detenzione, di consolidare le posizioni di potere anche attraverso il controllo e la gestione, all’interno dell’area mandamentale, delle attività produttive legate in particolar modo al settore dell’edilizia.

    Torna in carcere il boss Franco Bonura

    Tra i più attivi, come emerso nell’inchiesta c’era il boss Franco Bonura che dopo essere stato scarcerato sarebbe risultato particolarmente attivo nella riorganizzazione di una rete relazionale qualificata allo scopo di ribadire la propria forza ed ingerenza, ma anche al fine di condividere i vantaggi economici delle citate iniziative imprenditoriali. Bonura aveva finito di scontare la pena nel 2021. Poi tornò  in carcere per il residuo dei 18 anni di pena che gli restavano da scontare. Costruttore mafioso era legato agli Inzerillo a cui voltò le spalle per allearsi con i corleonesi. E si guadagnò il posto di capomafia. Di lui si è tornato a parlare nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Caltanissetta che ha ripreso in mano il dossier “mafia e appalti” di Paolo Borsellino. Insieme a Bonura sono stati arrestati anche Agostino Sansone e Girolamo Buscemi, i facevano parte dell’elenco degli scarcerati eccellenti di Cosa Nostra.

    Ecco i nomi dei coinvolti e i beni sequestrati.

    In carcere sono finiti oltre a Francesco Bonura, Girolamo Buscemi e Agostino Sansone, anche Giovanni Buscemi, 67 anni; Eugenio, Dario e Giacomo Avellino, di 56, 29 e 63 anni, Alessandro e Giuseppe Costa, di 40 e 60 anni, Gaetano Manlio Porretto, 70 anni, Giuseppe Sansone, 77 anni, Gaspare Perna, 55 anni, Angelo Rosario Parisi, 70 anni, Giusto Catania, 42 anni, Domenico Salerno, 52 anni, Roberto Sansone e Mauro Pace, di 41 e 76 anni. Agli arresti domiciliari per Antonino Buscemi e Michele Spataro, di 70 e 71 anni.

    I boss scarcerati

    Tutti fanno parte dell’elenco degli scarcerati eccellenti di cosa nostra. Nel corso dell’inchiesta coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Marzia Sabella e dal sostituto Giovanni Antoci, dellaDda di Palermo, sono stati documentati sporadici incontri presso locali per allacciare e consolidare relazioni con esponenti siciliani della vita politica e imprenditoriale. Gli incontri si svolgevano anche in un fondo agricolo nell’area di Passo di Rigano. L’organizzazione controllava le attività produttive nel settore edilizio, favorendo le imprese collegate a imprenditori sodali oggetto dell’attuale misura cautelare. Sotto sequestro anche la discoteca Notr3, dove nel dicembre di due anni fa dove fu assassinato Lino Celesia al culmine di una lite. Il locale sarebbe riconducibile ai Sansone.

    I sequestri

    Il gip ha disposto il sequestro di alcune società: Golden Blu Costruzioni srl, Società cooperativa Futura, la Florens srl, Ad Astra srl, Vb Immobiliare srl, Ac Milano srl (è la società che gestiva la discoteca, il cui rappresentante è Alessandro Costa ). I beni valgono 10 milioni di euro.





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