Alcamo – Notificato l’avviso di conclusione indagine all’ex senatore del PD l’alcamese Nino Papania e all’ex vicesindaco e assessore del comune di Alcamo, Pasquale Perricone. Indagini concluse anche per gli altri 11 indagati coinvolti nell’operazione antimafia Eirene, scattata a Settembre, tra Alcamo e Calatafimi e Trapani
L’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato in questi giorni ai 13 indagati. L’operazione, coordinata dalla DDA di Palermo e condotta dalla squadra mobile di Trapani e Palermo, da Sisco e Sco, lo scorso 16 settembre riguarda i rapporti tra politici locali ed esponenti mafiosi. Le accuse sono di associazione mafiosa, voto di scambio, estorsione, ma anche reati legati al traffico di droga.
L’indagine ha permesso di mettere in luce il vero volto dell’ex senatore alcamese Nino Papania che intercettato dagli investigatori, nonostante si lamentasse con il suo autista, dell’assenza di riferimenti certi per entrare in contatto con Cosa nostra, in realtà i personaggi appartenenti a quello che lui indica essere il “mondo collaterale” li conosceva bene, tanto da evitarli, mandando altri suoi fidati, come Pasquale Perricone, per gli incontri utili alla raccolta dei voti in occasione delle regionali del 2022. Da qui la contestazione del gip sulla sussistenza di una sua piena consapevolezza che i voti era andati a cercarli a casa di certi mafiosi, a Trapani e ad Alcamo: anche se i soggetti (che il gip indica in Giosuè Di Gregorio e Francesco Coppola entrambi arrestati), visto quanto accaduto, Papania non li ha ritenuti essere “all’altezza dei vecchi mafiosi”.
Per Papania e Perricone l’avviso di conclusione delle indagini arriva quasi alla vigilia del ricorso presentato in Cassazione dai loro legali. Papania e Perricone devono rispondere solo di voto di scambio politico-mafioso. Sono accusati di aver comprato voti dalla mafia in occasione delle elezioni regionali del 2022. Giovedì 9 gennaio sarà esaminato dalla Suprema Corte il ricorso contro la carcerazione dell’ex senatore e di Perricone. Il ricorso è stato presentato dopo che il Tribunale del riesame di Palermo aveva respinto a ottobre scorso, le istanze dei difensori per l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere.