Roma – La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della procura di Marsala che aveva impugnato il verdetto del tribunale del Riesame con il quale veniva diminuito l’ammontare del sequestro di denaro nei confronti dell’ex senatore alcamese Nino Papania e del suo collaboratore Angelo Rocca.
Papania è da settembre in carcere, al Pagliarelli, per la vicenda giudiziaria legata all’operazione ‘Eirene’, Rocca agli arresti domiciliari per la vicenda sulla quale si è adesso espressa la Suprema Corte. Si tratta dell’indagine sulla malagestione dei fondi della formazione professionale coordinata dala Procura europea e la Procura di Marsala.
Per Papania rimane il sequestro di 16.500 euro a fronte dei 714 mila euro richiesti dal tribunale Misure di Prevenzione mentre per Angelo Rocca, da 232 mila euro si è passati a 28 mila euro. Così come da sentenza del tribunale del riesame di Palermo, emessa lo scorso mese di novembre, che aveva accolto quasi interamente il ricorso presentato dagli avvocati Pietro Riggi e Vito Di Graziano contro le misure reali che erano state adottate nei confronti dell’ex senatore alcamese e del suo braccio destro.
Nell’inchiesta, per la quale si attendono ancora gli avvisi di conclusione indagini, sono coinvolti anche altri politici del Marsalese e del Palermitano la cui posizione venne poi alleggerita dal tribunale del Riesame. Oltre a Papania e Rocca anche Vito Bongiorno di Castellammare del Golfo, Anna Maiorana di Buseto Palizzolo, sono di Alcamo Cinzia Filippi, Antonina Pirrone e Davide Piccichè, di Trapani Filippo Tilotta e Mario Castelli, l’ex consigliere comunale di Erice, Alessandro Manuguerra, i marsalesi Ignazio Chianetta, coordinatore a Marsala del movimento VIA, Michele Vinci e Vanessa Titone.