Un murale per riappropriarsi della propria identità
E il sindaco ammette: "Se qui il mafioso Matteo Messina Denaro ha potuto trascorrere parte della sua latitanza è perché alcuni cittadini si sono messi a disposizione"
Campobello di Mazara – Un messaggio di legalità e di contrasto alla mafia in un’opera d’arte pubblica è stato inaugurato a Campobello di Mazara, ultima residenza del latitante Matteo Messina Denaro. Un murale che raffigura i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
L’opera, realizzata dall’artista di Castelvetrano Fabio Ferrara in arte HIRA, è stata dipinta sulla parete di una palazzina popolare a 100 metri dal vicolo San Vito (oggi via 16 gennaio 2023) dove ha vissuto da latitante il boss almeno negli ultimi cinque anni della sua vita.
Cosa significa il Murale
Con questo murale, Campobello di Mazara si propone di riappropriarsi della propria identità, dissociandosi dall’immagine di una città legata alla criminalità organizzata e ribadendo il proprio impegno nella lotta alla mafia. Campobello non è la città della mafia, ma vuole essere la città di Falcone e Borsellino. Un’opera che non solo rende omaggio ai due magistrati assassinati da Cosa Nostra, ma che rappresenta anche un segnale tangibile del cambiamento e dell’impegno civile della comunità.
Il sindaco Giuseppe Castiglione
“Se qui il mafioso Matteo Messina Denaro ha potuto trascorrere parte della sua latitanza è perché alcuni cittadini si sono messi a disposizione, ma la maggior parte del paese sta con lo Stato”. Lo ha detto il sindaco di Campobello di Mazara Giuseppe Castiglione all’inaugurazione del murale. “Questo murale è dedicato ai giovani e lo testimonia la stessa frase di Borsellino scritta sul murale: se la gioventù negherà il consenso alla mafia, questa svanirà. Oggi ognuno di noi deve fare il proprio sforzo, ogni giorno, dalla parte della legalità” ha aggiunto il sindaco.
Tra i presenti
Alla cerimonia di inaugurazione, era presente anche la sorella di Giovanni Falcone, Maria, Salvatore Catalano, fratello di Agostino, l’agente di scorta morto nella strage di via D’Amelio a Palermo, il 19 luglio 1992, molti sindaci e i bambini delle scuole di Campobello di Mazara.