Trapani – Una bolgia. Una squadra che non molla mai. E un’intera città che adesso inizia davvero a crederci. Gara 2 della finale playoff si chiude con una prova di forza straordinaria dei Trapani Shark, che stendono Reggio Emilia 102-88 e si portano sul 2-0 nella serie. Il sogno “quarti” prende corpo. Nitido. Vibrante.

Dopo un primo tempo equilibrato e un break ospite nel terzo quarto, i ragazzi di Jasmin Repeša cambiano marcia nel finale. Lo fanno con l’orgoglio, il talento e una compattezza che sembra scritta nel destino di questa squadra. Il pubblico del PalaShark, ancora una volta, è il sesto uomo in campo.

Il momento della svolta

Reggio Emilia prova il colpo con l’asse Faried–Smith e si porta a due possessi di distanza. Ma è lì che Galloway prende per mano la Shark: prima un assist chirurgico per Alibegovic, poi la tripla che spacca la partita (85-71). E da lì in poi è dominio puro.

Eboua affonda con la sua fisicità, Alibegovic colpisce da ogni posizione. Trapani vola a +20. I tentativi di rimonta degli emiliani – firmati Cheatham, Barford e Smith – non scalfiscono la fiducia granata. Quando suona la sirena, il tabellone dice 102-88. Il PalaShark esplode.

I protagonisti della serata

Una prestazione corale e devastante. Cinque uomini in doppia cifra, gioco di squadra e difesa aggressiva. I numeri dicono tanto, ma le emozioni ancora di più:

• JD Notae: 16 punti, 9 assist, 29 di valutazione
• Alibegovic: 20 punti
• Rossato: 14 punti, 5 rimbalzi, 21 di valutazione
• Eboua: 14 punti, 6 rimbalzi
• Galloway: 13 punti, con 3/5 da tre

Per Reggio, buona la prova dei singoli, meno quella del collettivo:

• Cheatham: 15 punti (4/6 da tre)
• Faye: 14 punti, 9 rimbalzi, 3 stoppate
• Barford: 14 punti, 6 rimbalzi
• Winston: 12 punti, 6 assist
• Smith: 13 punti (3/6 da tre)

Ora la serie si sposta a Reggio. Ma Trapani sogna

Una prestazione corale e devastante. Cinque uomini in doppia cifra, gioco di squadra, difesa affamata. I numeri raccontano molto, certo. Ma stavolta, a parlare davvero, sono stati gli sguardi, gli abbracci, l’urlo della panchina dopo ogni recupero. Emozioni che non entrano nei tabellini ma restano nella memoria. Perché vincere così, insieme, non è solo sport: è appartenenza.

Tabellino commentato – Gara 2 Finale Playoff

TRAPANI SHARK
Allenatore: Jasmin Repeša

• Horton 5 – Presenza silenziosa, ma utile nei momenti chiave sotto canestro.
• Robinson 6 – Lucido in regia, nonostante un antisportivo, ha gestito bene i ritmi.
• Alibegovic 20 – Implacabile. Letale da ogni posizione, ha dominato la scena offensiva.
• Petrucelli 5 – Qualche spunto utile in difesa, meno incisivo al tiro.
• Brown 2 – Poco utilizzato, ha dato comunque respiro ai titolari.
• Eboua 14 – Potenza e verticalità. Ha dato energia e fisicità a rimbalzo.
• Notae 16 – Faro della squadra: 9 assist, 29 di valutazione. Serata da leader.
• Rossato 12 – Concreto, combattivo, essenziale su entrambi i lati del campo.
• Galloway 13 – L’uomo della svolta: un assist e una tripla che hanno spaccato la partita.
• Yeboah 7 – Minuti preziosi dalla panchina, buona presenza fisica.
• Gentile – Non entrato.

Totale parziali:
1Q: 19–24 | 2Q: 23–19 | 3Q: 32–20 | 4Q: 28–25

UNAHOTELS REGGIO EMILIA
Allenatore: Dimitris Priftis

• Barford 14 – Uno dei più pericolosi, ma troppo solo.
• Winston 12 – Spunti interessanti, ma non ha mai acceso davvero la scintilla.
• Faye 14 – Solido sotto canestro, ha provato a contenere l’onda granata.
• Smith 13 – Preciso dalla distanza (3/6 da tre), ma cala nella ripresa.
• Uglietti 4 – Ha lottato, ma con poca efficacia.
• Vitali 5 – Esperienza al servizio del gruppo, ma non ha inciso a sufficienza.
• Faried 7 – Momenti di energia, ma poca continuità.
• Grant 2 – Mai entrato pienamente in partita.
• Chillo 2 – Utilizzo limitato, pochi minuti.
• Cheatham 15 – Migliore dei suoi, soprattutto nel primo tempo.
• Deme, Fainke – Non entrati.

Note di gara

• Tecnico a coach Priftis (11’) per proteste.
• Antisportivo a Robinson nel primo tempo.
• Trapani chiude con cinque giocatori in doppia cifra, mostrando una straordinaria coesione.
• Reggio Emilia paga la discontinuità e una difesa poco compatta.