PoliticaTrapani – di Rino Giacalone – La notizia è di qualche giorno addietro. Relativa alla condanna per diffamazione del sindaco Giacomo Tranchida. Un procedimento giunto al secondo grado di giudizio, la Corte di Appello di Palermo ha confermato la sentenza del Tribunale di Trapani.
Tranchida è stato condannato a proposito di un fatto risalente al 2018, quando durante una conferenza stampa, a ridosso dello scandalo “parcheggi” scoppiato ad Erice e dissoltosi come una bolla di sapone, diede del “fallito” all’imprenditore Riccardo Agliano, quello che con la sua denuncia aveva indotto la magistratura ad aprire un fascicolo, finito però in archivio, dopo una misura cautelare che colpì, ingiustamente dissero presto i giudici, la sindaca di Erice Daniela Toscano.
Tranchida prese la parola quando a qualcuno sembrò giusto, per i boatos che per giorni si susseguirono, allargare i confini di quello scandalo che tale, ripetiamo, non era. Agliano querelò, e per due volte ha avuto ragione dai giudici, Tranchida, dicono le sentenze, lo ha diffamato, per questo il sindaco è stato condannato a pagare una multa da 500 euro e le spese legali.
In tempi in cui in Italia alla buonanima, ma pur sempre pregiudicato, del cavaliere Silvio Berlusconi si dedicano aeroporti e ponti che hanno ancora da venire (Messina), e negli Usa il condannato Trump è alla guida del Paese più democratico al Mondo, ma l’elenco, dei condannati alla guida di qualcosa, potrebbe essere ancora più lungo, ma ci fermiamo qui per non mettere la notizia alla fine di questo articolo, a Trapani avere il sindaco condannato per diffamazione è cosa seria e che incrina (sic) il governo democratico della Città.
Da qualche giorno su questa vicenda è questo quello che si sostiene. Ai veri scandali passati e attuali, si preferisce parlare di questa sentenza.
Da settimane rispetto al can can armato sui social, a cominciare da quelli firmati dall’imprenditore Valerio Antonini, il sindaco Giacomo Tranchida ha scelto la via del silenzio. Nessuna replica. Dinanzi però al fatto di essere stato “spacciato” come pregiudicato ha deciso di rispondere.
“Ho le spalle larghe e nel tempo ho sempre, mantenuto la schiena dritta: il tempo è galantuomo ..” esordisce e aggiunge: “Le sentenze non si commentano, se non se ne condivide il percorso logico – motivazionale, si impugnano nelle competenti sedi giudiziarie. Nel merito della vicenda, conoscendo bene i fatti ericini (e gli antefatti politici) confermo il mio negativo giudizio sull’imprenditore che si è sentito offeso per averlo definito “fallito”.
In città di personaggi che possono essere definiti con tale aggettivo se ne sono succeduti diversi, in ogni tempo, compreso quello che stiamo vivendo, e sono certo che il futuro prossimo ce ne lascerà altri in “dono”… Per quanto da tempo ho deciso di far correre le deliranti esternazioni dell’imprenditore Antonini – riservandomi, come ogni cittadino, il diritto di notiziare le autorità competenti, registro che lo stesso, per l’ennesima volta, ha perso l’occasione di tacere per non vestirsi di ridicolo”. Non sono pregiudicato. “Rispetto a quanto affermato dal Sig. Antonino (errore di battuta, o altro? ndr) mi corre l’obbligo di notiziare la comunità cittadina, che mi onoro di rappresentare, che il sottoscritto non e’ affatto un pregiudicato. Anche il meno capace e preparato degli studenti di giurisprudenza conosce bene che la qualifica di pregiudicato si acquisisce solo quando la sentenza di condanna diventa definitiva, fino ad allora vige il principio della presunzione di innocenza”.
Sulla querela Agliano quindi Tranchida farà ricorso in Cassazione.
Ma a dimostrazione che non è un pregiudicato promette una cosa. Mostrare il certificato penale. “Magari – dice – potremmo pubblicare i rispettivi certificati penali, qualora servisse. Mi sovviene una riflessione: che io abbia conseguito il diploma di Ragioniere è noto, come è noto che sono abbastanza bravo in matematica: in politica e in tutte le democrazie bisogna quotidianamente fare i conti, contarsi e con le persone vicine anche tirare le somme. Sono “belli” i numeri, non mentono mai. Il Signor Antonini (stavolta il cognome è scritto correttamente ndr) che definendomi pregiudicato ci ha elargito questo ennesimo strafalcione di diritto, dice di avere ottime conoscenze giuridiche e di essere circondato da esperti di diritto …!? Beh, forse i conti con il diritto a lui non tornano”.
In fine un post scriptum: “Ps ..non sono mai stato a libro paga di alcuno, ancor meno dell’Antonini di turno”. Trapani e i boatos. Una, brutta, abitudine che purtroppo spesso rinverdisce.
