Castellammare del Golfo – Il mare di Scopello fa la sua prima vittima. Si tratta di un turista di 79 anni di Treviso, l’uomo nel corso di una escursione in barca ha deciso di tuffarsi in mare. Solo poche bracciate e improvvisamente è stato colto da un malore. Ad allertare la sala operativa della Capitaneria di porto di Trapani tramite 1530, è stato il Comandante di un’unità da diporto in attività di snorkeling nelle acque di Scopello, il quale segnalava che un turista a bordo aveva avuto un malore poco dopo che si era immerso in acqua.
Nonostante i soccorsi tempestivi, purtroppo questi sono risultati inutili: per l’uomo non c’è stato nulla da fare. Tra le prime ipotesi, la morte potrebbe essere stata causata da un infarto.
Sul posto la Guardia Costiera, che ha recuperato il corpo, e la salma è stata poi trasportata presso il porto di Castellammare del Golfo e messa a disposizione del PM di turno presso la Procura di Trapani il quale poco dopo ne ha disposto la restituzione ai familiari. Sul posto anche i Carabinieri.
Nell’immediatezza, il turista veniva recuperato e issato a bordo per eseguire le prime manovre di primo soccorso, prontamente, effettuate da un medico che si trovava in quella stessa zona di mare con la propria unità da diporto.
Sono attualmente in corso indagini per meglio accertare e delineare le cause e le circostanze del decesso da parte degli uomini della Guardia Costiera di Trapani.
Il Capo del Compartimento Marittimo di Trapani C.V. (CP) Guglielmo Cassone, con l’inizio della stagione estiva, coglie l’occasione per ricordare come sia fondamentale adottare da parte dei bagnanti e di tutti gli utenti del mare comportamenti prudenti ed invitando a tenere buone norme di condotta in modo tale da garantire una sicura e serena estate per tutti i frequentatori delle coste trapanesi nonché di segnalare eventuali comportamenti scorretti o emergenze tramite il numero diretto 1530 o il Numero Unico di Emergenza 112.
Trapani – Un giorno della scorsa estate, nel cuore del centro storico di Trapani, mi trovavo seduto a tavola in un ristorante che sa come far apprezzare la cucina siciliana. Tra le voci dei turisti e i profumi di pesce fresco, osservavo con interesse i piatti tipici che venivano serviti a clienti entusiasti. A un certo punto, la scena che stavo per assistere mi ha fatto sorridere e, allo stesso tempo, mi ha fatto riflettere su quanto le tradizioni culinarie possano sembrare misteriose per chi non le conosce bene.
Un turista, evidentemente curioso e desideroso di esplorare i sapori autentici della Sicilia, ha ordinato il famoso cous cous di pesce, un piatto che rappresenta la perfetta fusione tra mare e terra. Il cameriere gli ha servito una porzione generosa di cous cous arricchita con pesce freschissimo, pomodorini e un tocco delicato di zafferano, che sprigionava un profumo irresistibile. Ma il turista, non sapendo esattamente come “personalizzare” il piatto, ha guardato il tavolo e ha deciso di aggiungere un ingrediente che, nel suo immaginario, avrebbe reso il piatto ancora più gustoso.
Con grande convinzione, ha preso il parmigiano che era stato messo a disposizione (un classico in molte trattorie italiane) e ha iniziato a grattugiarlo abbondantemente sopra il cous cous di pesce, come se fosse la cosa più naturale del mondo. A quel punto, lo sguardo del cameriere è diventato incredulo, fermandosi in mezzo al passaggio con un’espressione di sorpresa. In cucina, lo chef ha smesso di mescolare la salsa di pesce, e nel ristorante si è diffuso un mormorio tra i commensali, molti dei quali, siciliani doc, hanno scambiato sguardi divertiti.
Il turista, ignaro della sacralità della cucina siciliana, non ha esitato a gustare il suo piatto con il formaggio grattugiato sopra, convinto di aver trovato il mix perfetto. Il cameriere, con un sorriso gentile e un tono educato, gli ha fatto notare che il parmigiano non è esattamente un ingrediente tradizionale per il cous cous di pesce. Il turista, con un’espressione di sorpresa, ha risposto: “Ah, davvero? Qui il pesce non si mangia con il formaggio?” A quel punto, lo chef è uscito dalla cucina, sorridendo e scuotendo la testa, mentre i clienti, in modo scherzoso, si divertivano con il buon umore che quel momento aveva generato.
Quella serata, oltre a essere una celebrazione del cous cous di pesce trapanese, è stata anche un’occasione per ridere insieme e apprezzare la bellezza delle tradizioni siciliane. A volte, le innovazioni culinarie più sorprendenti arrivano da chi non conosce ancora i segreti di un piatto tradizionale, ma questa è proprio la magia della cucina: è un incontro tra il nuovo e l’antico, tra il curioso e il tradizionale.
Se mai vi troverete a Trapani, non dimenticate di assaporare il cous cous di pesce, magari senza parmigiano, e di godervi la cucina autentica che racconta la storia del mare e della terra siciliana.