Editoriale
Asp Trapani. Come uno scandalo diventa una triste vicenda
Palazzolo ha solo ragione quando riconosce che serve una migliore trasparenza. Intanto ogni giono negli ospedali e nei Cup si raccoglie il dolore delle persone



  • Dimissioni direttore sanitario Trapani Salute

    Trapani – Definire “assedio” la moltitudine di domande sullo stato della sanità trapanese significa ancora una volta ritenere la sanità pubblica un feudo da occupare. Concetto medievale. E’ di oggi la presa di posizione del dirigente Asp Danilo Palazzolo al quale è stato affidato in via provvisoria il governo dell’Asp di Trapani, dopo che la Regione ha sospeso per due mesi il direttore generale Ferdinando Croce. Palazzolo al momento esercita, per decisione del presidente Renato Schifani, le funzioni di sostituto di Croce.

    L’ufficio stampa dell’Asp oggi ha diffuso una sua dichiarazione mentre i sindacati hanno annunciato per domani un sit in davanti alla sede dell’azienda sanitaria.

    Palazzolo chiama in causa i dipendenti dell’Asp, ritenendo di dover intervenire a loro difesa. “La comunità aziendale che io rappresento, l’insieme delle oltre 4.300 lavoratrici e lavoratori dei diversi ruoli e qualifiche – dice – non può essere oggetto, come stiamo riscontrando in questi giorni, di continuo ed immotivato attacco ed assedio da parte di qualsiasi soggetto esterno, portatore di interessi non coincidenti con le finalità assistenziali dell’azienda, per mere finalità di propaganda”.

    In queste poche righe Palazzolo decide di risolvere la questione come se in queste settimane ad essere finiti sotto accusa siano stati i dipendenti dell’azienda. Le cose ci permettiamo rilevare non stanno così: a finire sotto accusa è stata la governace dell’Asp, le disposizioni e le direttive che i vertici hanno dato ai propri dipendenti, risultate, le direttive, non idonee a risolvere i problemi. Prosegue Palazzolo: “Ben vengano quindi da parte di chiunque le critiche, le osservazioni, le sollecitazioni e le segnalazioni in ordine a ogni attività aziendale diretta alle persone assistite, se tutto ciò aiuta a crescere e a correggere discrasie ed errori. Ma il diritto di critica deve essere esercitato in maniera costruttiva e partecipativa ai procedimenti erogativi e non tradursi in mero attacco strumentale, e pertanto non risolutivo delle evidenze rilevate”.

    Il direttore generale facente funzioni o sostituto come dir si voglia, che si dice essere disponibile al confronto costruttivo, tace per esempio su una occasione mancata: quella del Consiglio comunale straordinario tenutosi qualche giorno addietro a Trapani. Lui invitato è risultato assente, senza nemmeno giustificare a dovere la sua mancata partecipazione. E’ vero ha mandato una nota al sindaco Tranchida rinviando il confronto nelle sedi appropriate. Quali? Sedi istituzionali, come l’assemblea dei sindaci, ma che per natura sono prive di carattere pubblico.

    Il dottor Palazzolo non deve convincerci sulla capacità dei dipendenti Asp. Non c’è dubbio come lui afferma che si tratta di una “comunità forte e organizzata di uomini e donne, costituita per legge, dalla quale nessuno può prescindere in questo territorio, dedita esclusivamente alla cura della malattia, della sofferenza, del dolore e alla prevenzione delle stesse condizioni. Allo stesso modo questa comunità aziendale non può essa stessa prescindere e fare a meno della relazione necessaria con le persone assistite, soggetti esclusivi della propria attività”.

    Ecco, appunto , la questione sta tutta nelle relazioni con l’utenza.

    Provate a passare qualche ora all’interno dei Cup. E’ normale che per aver certezza delle prestazioni bisogna mettersi in coda ancora prima dell’alba, perché nel corso della giornata gli uffici ricevono un certo numero di utenti?

    Palazzolo poi parla di interessi particolari. Bene se ne conosce qualcuno ha il dovere di recarsi in Procura e denunciarli. Con lui siamo d’accordo su una cosa: “I procedimenti sanitari ed assistenziali in Italia sono disciplinati da norme, regole e tempi, il cui rispetto non significa bieca obbedienza a inutili cavilli burocratici, ma piuttosto costituisce imprescindibile garanzia per tutti di parità di accesso alle cure, rispetto della concorrenza tra gli operatori, sostenibilità economica e di bilancio”.
    Benissimo, allora si intervenga per eliminare le solite scorciatoie che a certuni pare vengano ogni tanto, o spesso, assicurate.

    Per carità, poi, non si offenda l’altrui intelligenza. Cancellare la parola scandalo circa i ritardi nella consegna dei referti istologici, è un ulteriore insulto alle persone. Per il dottor Palazzolo infatti non è scandalo, ma semmai ““triste vicenda”, la cui risoluzione non si capisce bene a chi venga rimessa. Chi, ci dica il dottore Palazzolo, deve favorire il ed agevolare il recupero della fiducia tra assistito e operatore sanitario?

    L’appello finale a fare rete perché “tutti insieme, dobbiamo lavorare ed impegnarci” contraddice l’assunto iniziale. Nessuno assedia l’Asp tanto per far una guerra, i cittadini attraverso i mezzi che possono usare, per esempio con i sindacati, stanno chiedendo risposte, perché le liste di attesa restano lunghe, perché ricevere assistenza non è facile se le visite di norma non si ottengono nell’arco di giorni ma di mesi se non anni, gli stessi dipendenti, medici in testa, non fanno che raccontare di strumentazioni inesistenti o che mal funzionano, di cure che non possono essere garantite a tutti.

    Infine il dirigente generale facente funzioni intende rassicurarci: “ Noi stiamo facendo la nostra parte sia per accertare le eventuali responsabilità pregresse, sia per migliorare la trasparenza e la comunicazione per gli utenti in attesa di diagnosi e per una migliore gestione dei processi diagnostici”. Non è una concessione dottore Palazzolo la sua, ma un atto dovuto. E’ un dovere accertare le responsabilità non un atto di disponibilità per mettere a tacere le critiche, e poi siamo certi che su questo aspetto a parte gli ispettori per fortuna ci sono altre autorità che se ne stanno occupando, come quella giudiziaria. Bene dire che si vuole migliorare la trasparenza, in fin dei conti è ammettere che forse a mancare all’Asp di Trapani in tanti anni e non solo nel recente periodo è stata proprio la trasparenza. Ci pare che qualche indagine giudiziaria, un paio di processi, hanno ben dimostrato questa grave assenza. Solo per questa indiretta ammissione, sulla traspaenza non adeguata, alla fine ci troviamo d’accordo con lei.




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