Santa Ninfa
Rissa a Santa Ninfa, denunciate tre persone
L'attività arriva al termine di indagini effettuate dai carabinieri di Partanna
Redazione23 Gennaio 2025 - Cronaca
  • Rissa a Santa Ninfa, denunciate tre persone Cronaca

    Santa Ninfa – Tre persone sono state denunciate dai Carabinieri della Stazione di Partanna, si tratta di due mazaresi di 40 e 20 anni e un 26enne di nazionalità straniera, per i reati di rissa, lesioni personali aggravate e porto abusivo di armi o oggetti atti ad offendere.

    I fatti, risalgono allo scorso mese di novembre, e sarebbero avvenuti a Santa Ninfa nei pressi di un panificio. Il 40enne mazarese aveva denunciato di essere stato vittima di una aggressione con arma da taglio da parte di due giovani che gli avevano procurato una ferita al capo (giudicata guaribile con prognosi di giorni 15 giorni dal personale sanitario).

    L’indagine dei Carabinieri, grazie anche alla visione di immagini di videosorveglianza della zona e alle testimonianze raccolte, ha consentito di ricostruire la vicenda e individuare i partecipanti alla rissa nella quale è risultato coinvolto la persona che aveva denunciato di essere stato aggredito e gli altri due giovani. La rissa era scaturita, per futili motivi, all’esterno dell’attività commerciale.

    È obbligo rilevare – si legge nella nota degli investigatori – che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di reato, pur gravemente, e che la loro posizione sarà definitivamente vagliata giudizialmente solo dopo la emissione di una sentenza passata in giudicato, in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di non colpevolezza.




  • Trapani
    “1968” – Il mondo conosce la Valle del Belice due giorni dopo il terremoto
    Il 16 gennaio a Trapani attraccano le navi inglesi Ashton, Walkerton, Crifton e Sea-Salvor, il 18 quella della Marina Militare italiana
    Laura Spanò16 Gennaio 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Valle del Belice (Trapani/PalermoAgrigento) – E’ il 16 gennaio 1968. La notizia del terribile terremoto esce fuori dalla Valle. Raggiunge il mondo che ne conosce così l’esistenza. Conosce il Belice, ma può vedere solo le macerie. Ed i volti scolpiti dal dolore di quelle donne rimaste senza marito e senza figli.

    Il 16 gennaio al porto di Trapani provenienti da Malta attraccano le navi inglesi Ashton, Walkerton, Crifton e Sea-Salvor. Trasportano coperte, medicinali, plasma. Alle 5,15 di quello stesso giorno, la nave traghetto Gennargentu, aveva già sbarcato automezzi per i vigili del fuoco, che già si stanno avvicinando nei luoghi della tragedia. La nave riparte per Civitavecchia, per ritornare il 18 gennaio.

    Si insedia a Birgi il coordinamento per il soccorso aereo

    A Birgi intanto si insedia il coordinamento per il soccorso aereo, 15 elicotteri, la direzione viene affidata al tenente colonnello Liverani. Nella Valle giungono dalla Francia tecnici specializzati, dall’Inghilterra arrivano plasma e ferri chirurgici. Soccorsi giungono anche dalla Germania, Norvegia, dall’America e dal lontano Giappone.

    Alla Camera dei deputati si insedia un comitato ristretto pro-terremotati. Ne faranno parte gli onorevoli Montanti del Pri; Terranova e Gerbino della Dc, Amendola del Pci; Santagati dell’Msi; Basile del Pdium; Fulci del Pli; Raja del Psup e Sacriulli del Psi-Psdi.

    Ore 16.42 del 16 gennaio, la terra torna a tremare con una scossa del settimo grado della scala Mercalli, epicentro sempre la stessa zona. La terra continuerà a tremare sino al febbraio del 1969. Tantissime altre volte. E ogni volta per chi è rimasto sarà una ferita che torna a sanguinare.

    Il 18 gennaio al porto di Trapani arrivano le nave della Marina Militare Italiana

    Appena giunta la notizia del disastroso terremoto, le Forze Armate intervennero  immediatamente  in soccorso delle popolazioni sinistrate, recando un valido apporto di uomini e di mezzi affiancandosi ai Vigli del Fuoco e ai volontari. Il loro compito fu sgombrare macerie, impiantare tendopoli, ripristinare la viabilità, riattivare i collegamenti e ricercare gli infortunati. La Marina Militare in particolare partecipò alle operazioni di soccorso con i suoi uomini e con i suoi mezzi, facendo la spola tra le varie basi navali e le zone colpite dal sisma, mentre gli elicotteri trasportavano medicinali, plasma, personale e materiale di prima necessità.

    Il contributo della Marina Militare

    Le navi: Stromboli (sito Marina Militare), Urania, Vesuvio, Bergamini, Aquila, Altair ed Etna trasportarono viveri, materiale di disinfezione, vestiario, reparti e automezzi dell’esercito, materiale sanitario. Le unità della 61° Squadriglia Dragamine, Sgombro, Squalo e Storione, diedero un particolare aiuto ai sinistrati: lo Squalo ospitò a bordo un centinaio di persone tra cui 30 bambini, lo Storione accolse alcune gestanti che a bordo hanno potuto trovare maggiore assistenza, lo Sgombro diede alloggio ai numerosi sinistrati di Santa Ninfa e Gibellina che per paura non avevano voluto rifugiarsi presso le Scuole locali. Due colonne con autoradio, pulmini, autobotti, campagnole, autocarri, sono state messe a disposizione del Comando Militare Territoriale per il trasporto di materiale vario. A terra, la Marina impiantò subito, anche nelle zone più colpite, infermerie da campo assicurando la prima fase dell’assistenza medico chirurgica, realizzando quindi una tendopoli.  A Santa Ninfa ospitò circa 540 persone. L’attrezzatura per allestire questo centro di soccorso fu trasportata da Taranto con un ponte aereo dell’Aeronautica Militare. La tendopoli, fu realizzata con strutture isolate dal terreno da piattaforme di legno impermeabilizzato e munita di una cucina da campo, di una stazione radio e di una pista per elicotteri, che hanno trasportato regolarmente viveri e materiale di prima necessità, facendo la spola tra l’aeroporto di Birgi e il Centro di S. Ninfa.




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