Trapani
Asp Trapani. Palazzolo: “Basta assedio, siamo una comunità di 4300 persone”
Il riferimento è legato alla vicenda sui ritardi nella refertazione degli esami istologici
Redazione16 Aprile 2025 - Salute



  • Danilo Faro Palazzolo nominato direttore ASP Trapani Salute

    Trapani – Dopo lo scandalo che ha investito l’Asp di Trapani a causa dei ritardi nella refertazione di oltre 3300 esami istologici, interviene sulla vicenda il neo direttore generale dell’azienda sanitaria trapanese, Danilo Palazzolo, subentrato a Ferdinando Croce, chiedendo di “mettere fine agli attacchi e all’assedio nei confronti di quanti lavorano in quell’azienda”. Palazzolo prende quindi le difese dei dipendenti dell’azienda da settimane al centro dell’attenzione mediatica.

    La dichiarazione di Palazzolo

    La comunità aziendale che io rappresento, l’insieme delle oltre 4.300 lavoratrici e lavoratori dei diversi ruoli e qualifiche, non può essere oggetto, come stiamo riscontrando in questi giorni, di continuo ed immotivato attacco ed assedio da parte di qualsiasi soggetto esterno, portatore di interessi non coincidenti con le finalità assistenziali dell’azienda, per mere finalità di propaganda”.

    E poi aggiunge. “Ben vengano quindi da parte di chiunque le critiche, le osservazioni, le sollecitazioni e le segnalazioni in ordine a ogni attività aziendale diretta alle persone assistite, se tutto ciò aiuta a crescere e a correggere discrasie ed errori. Ma il diritto di critica deve essere esercitato in maniera costruttiva e partecipativa ai procedimenti erogativi e non tradursi in mero attacco strumentale, e pertanto non risolutivo delle evidenze rilevate. L’ASP di Trapani è una comunità forte e organizzata di uomini e donne, costituita per legge, dalla quale nessuno può prescindere in questo territorio, dedita esclusivamente alla cura della malattia, della sofferenza, del dolore e alla prevenzione delle stesse condizioni. Allo stesso modo questa comunità aziendale non può essa stessa prescindere e fare a meno della relazione necessaria con le persone assistite, soggetti esclusivi della propria attività. Questa relazione, quindi, questo rapporto fiduciario di cura, di assistenza e del prendere attivamente e con umanità in carico, non può essere provocatoriamente scalfito o incrinato da alcuno, soprattutto se per interessi particolari.
    I procedimenti sanitari ed assistenziali in Italia sono disciplinati da norme, regole e tempi, il cui rispetto non significa bieca obbedienza a inutili cavilli burocratici, ma piuttosto costituisce imprescindibile garanzia per tutti di parità di accesso alle cure, rispetto della concorrenza tra gli operatori, sostenibilità economica e di bilancio”.




  • Altre Notizie
  • Altre Notizie di Salute