Paceco
La Regione chiede al Mit innalzamento livello dell’invaso Rubino nel Trapanese
Si potrà così accrescere il volume idrico attualmente immagazzinabile, pari a 4,7 milioni di metri cubi
Redazione14 Marzo 2025 - Economia



  • Economia

    Paceco (Trapani) – La Regione Siciliana ha inviato al ministero delle Infrastrutture la richiesta per ottenere l’autorizzazione all’innalzamento del livello della diga Rubino, situata nel territorio di Paceco, da 178,4 a 180,4 metri sul livello del mare. Si potrà così accrescere il volume idrico attualmente immagazzinabile, pari a 4,7 milioni di metri cubi e già sufficiente a soddisfare il comprensorio, ed evitare eventuali rilasci di acqua a valle nel caso si superi la quota a oggi autorizzata.

    Perchè la richiesta

    La richiesta predisposta dall’assessorato regionale dell’Energia e dei servizi di pubblica utilità, tramite il dipartimento Acqua e rifiuti, si basa sulle recenti certificazioni tecniche che attestano la presenza delle necessarie condizioni di sicurezza della diga, sia dal punto di vista del regolare funzionamento in apertura e chiusura fino al 100% dello scarico di superficie sia per quanto riguarda la staticità generale dell’infrastruttura. Lo confermano le verifiche effettuate dai tecnici incaricati, seppure siano stati segnalati ulteriori interventi di sistemazione che il dipartimento regionale Acqua e rifiuti si impegna a realizzare, garantendo, assieme all’ingegnere responsabile dell’impianto, un incremento del monitoraggio topografico e geotecnico.

    La storia della Diga Rubino

    La diga Rubino è già stata recentemente oggetto di significative opere di manutenzione straordinaria e miglioramento, mentre è in corso di attuazione un intervento, incluso nel secondo addendum dei finanziamenti a valere sui fondi Fsc 2014-2020, per l’esecuzione della verifica sismica della diga e delle opere accessorie. Realizzato tra il 1967 e il 1970 attraverso lo sbarramento del torrente della Cuddia, l’invaso era progettato per giungere sino a quota 184 metri. L’attuale limitazione a 178,4 metri è stata dettata dall’Autorità di vigilanza nel 2019, portando la capacità utile del bacino idrico a 4,7 milioni di metri cubi d’acqua. Con l’innalzamento richiesto a 180,4 metri l’invaso potrà immagazzinare sino a circa 2,4 milioni di metri cubi in più rispetto all’attuale capacità.

    L’obiettivo dell’amministrazione regionale, comunque, è eseguire tutte le opere necessarie a eliminare ogni limitazione d’invaso, così da sfruttare la massima potenzialità dell’infrastruttura.




  • Castelvetrano
    Musumeci, per diga Trinità in Sicilia accertate gravi carenze [VIDEO]
    Faraone, su chiusura diga Trinità Schifani non dice verità
    Redazione23 Gennaio 2025 - Politica



  • Musumeci, per diga Trinità in Sicilia accertate gravi carenze Politica

    Roma – “In merito alla situazione della diga Trinità di Castelvetrano, si rileva che il Concessionario e Gestore è la Regione Siciliana. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha avviato, ad aprile 2024, il procedimento per la limitazione – ulteriore rispetto a quella in atto dal 2022 – o la messa fuori esercizio dell’invaso ed ha richiesto l’aggiornamento delle verifiche, che hanno confermato gravi carenze di sicurezza in condizioni statiche, sismiche e di piena; all’esito, il Mit, in data 14 gennaio 2025, ha disposto la messa fuori esercizio dell’invaso, da attuarsi mediante la progressiva riduzione dei livelli idrici secondo modalità e precauzioni gestionali che restano nella responsabilità del Gestore dell’opera”.

    Musumeci alla Camera

    Lo ha reso noto il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci in aula alla Camera durante il question time rispondendo a una interrogazione di Davide Faraone (Iv) sulla funzionalità della diga Trinità, nel Trapanese, e sulla prevenzione di nuove crisi idriche in Sicilia.

    “In relazione alla gestione emergenziale per il grave deficit idrico nel territorio della Regione Siciliana, il Consiglio dei ministri nella seduta del 6 maggio 2024 ha deliberato – ha aggiunto il ministro – lo stato di emergenza ed ha concesso un primo stanziamento di 20 milioni di euro; successivamente, nella seduta del 9 dicembre 2024, ha integrato il precedente finanziamento con ulteriori 28,1 milioni”.

    Inoltre “il 7 giugno scorso è stato approvato il Piano degli interventi urgenti predisposto dal Commissario delegato nei limiti dei primi 20 milioni; si è invece in attesa, da parte del Commissario delegato, della proposta di utilizzo di ulteriori 28,1 milioni. Risulta attualmente al concerto del Ministero dell’Economia e delle Finanze uno schema di ordinanza volta ad autorizzare la Regione Siciliana a versare la somma di circa 71 milioni di euro (con oneri posti a carico del bilancio della stessa Regione) nella contabilità speciale intestata al Commissario delegato, per la realizzazione di misure e interventi ulteriori rispetto a quelli contenuti nel predetto Piano degli interventi”.

    Faraone, su chiusura diga Trinità Schifani non dice verità

    “Il ministro Musmeci ci ha di fatto confermato che la diga Trinità di Castelvetrano verrà dismessa”. Lo ha detto Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera, nel corso del question time con il ministro della Protezione civile. “Si è purtroppo facili profeti – ha aggiunto – nel prevedere che il prossimo anno la Sicilia si troverà a vivere un vero e proprio dramma idrico. Ci troviamo in una situazione disastrosa ma governo e Regione non pongono alcun rimedio. La rete idrica continua a disperdere il 50% dell’acqua, le dighe sversano in mare le potenziali riserve idriche per l’estate, i pozzi non vengono scavati e i dissalatori a disposizione sono poco più che giocattoli. In più, la chiusura della diga Trinità rischia di annientare le imprese d’olio e di vino che dipendono da essa: già l’anno scorso la loro produzione è diminuita del 40% per la riduzione dell’acqua. Che cosa succederà quando di acqua non ne avranno più? Mentre il governo continua a latitare per il presidente Schifani, invece, gli invasi sono allo stesso livello dell’anno scorso e tutto va bene: è un bugiardo seriale”.





  • Castelvetrano
    Flai, Fai e Uila Trapani contro la chiusura della Diga Trinità di Castelvetrano
    Sulla vicenda era intervenuto anche il deputato regionale Cristina Ciminnisi
    Redazione20 Gennaio 2025 - Attualità



  • chiusura della Diga Trinità di Castelvetrano Attualità

    Castelvetrano – Fa discutere la disposizione di messa fuori servizio da parte del Ministero delle Infrastrutture della diga trapanese Trinità.

    Così i segretari generali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil Giovanni Di Dia, Franco Nuccio e Leonardo Falco,
    “L’inconcludenza della politica, accompagnata dall’inerzia della macchina burocratica della Regione Siciliana, ha prodotto l’ennesimo risultato osceno a discapito dell’agricoltura e del territorio Trapanese. Siamo pronti a intraprendere ogni azione necessaria affinché venga fatta giustizia nei confronti di una provincia e di un settore lungamente martoriati dall’incapacità di chi è preposto ad amministrare strumenti, come quello di un bacino idrico, il cui corretto utilizzo dovrebbero produrre sviluppo e benessere”. “Da anni – affermano – chiedevamo incessantemente, il collaudo della Diga di Castelvetrano. Da anni chiedevamo di salvaguardare le acque piovane lì accumulate per essere utilizzate per l’irrigazione dei campi. Da anni chiedevamo l’ammodernamento e la valorizzazione della struttura che potenzialmente poteva contenere fino a 18 milioni di metri cubi di acqua. In questi lunghi anni abbiamo ricevuto come risposta da parte della politica in generale solo un silenzio assordante, che adesso consegna alla storia una diga chiusa e una prospettiva futura pari allo zero per l’agricoltura trapanese. Le conseguenze di un nuovo colpo inferto al settore agricolo sono facili da intuire, perdita di reddito per le aziende e perdita di posti di lavoro per gli addetti del comparto”.
    Anche il deputatore regionale del M5S Cristina Ciminnisi era intervenuta sulla vicenda

    «Il Ministero per le infrastrutture avrebbe disposto la chiusura o, per dirla con termini tecnici e burocratici, la “messa fuori esercizio”, della diga Trinità. Ho depositato una richiesta di audizione urgente in Commissione perché migliaia di ettari di vigne e olivi ed altre pregiate colture nel Belìce rischiano di rimanere a secco. La Diga Trinità senza acqua vuol dire il tracollo di un pezzo importante della economia dell’intera provincia di Trapani».

    I timori sulla “messa fuori esercizio” della diga Trinità espressi dal deputato regionale del M5S, Cristina Ciminnisi, e soprattutto il futuro della infrastruttura e dell’economia agricola belicina, sono oggetto anche di un’interrogazione urgente al Presidente della Regione e agli Assessori per i Servizi di pubblica utilità e all’Agricoltura.

    «Le paratie della diga – dice Ciminnisi – sono aperte da giorni e l’acqua delle ultime piogge, attese per placare la siccità, sembra siano state scaricate in mare. Il livello dell’acqua nell’invaso si sta abbassando ben al disotto dei limiti di sicurezza già imposti dall’Ufficio dighe del Ministero per le Infrastrutture. Tutto sembra convergere sulla ipotesi di “messa fuori esercizio” del bacino, e la crisi idrica ed economica dell’agricoltura del comprensorio rischia di tramutarsi in una bomba sociale».

    «Il Governo Schifani sia chiaro con gli agricoltori – continua Ciminnisi -: l’ipotesi di definitiva chiusura è vera? in caso di messa fuori esercizio della diga, i nostri agricoltori dove prenderanno l’acqua per irrigare i campi?». «Domande legittime e risposte doverose che comunque – conclude Ciminnisi – non cancelleranno le fallimentari politiche di gestione dell’acqua del passato e, da ultimo, dalla inconsistente cabina di regia avviata dal presidente Renato Schifani».





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