Il passaggio all’ora legale di marzo 2025 segnerà l’inizio dell’arrivo della bella stagione, con giornate più lunghe e più sole. Il cambio dell’ora avverrà tra sabato 29 e domenica 30 marzo: alle 2 di notte gli orologi verranno spostati avanti di un’ora, portandoci alle 3 di notte. Sebbene perderemo un’ora di sonno, il vantaggio principale sarà l’ora di sole in più nel pomeriggio, che ci permetterà di godere maggiormente delle ore di luce.
Nel corso degli anni, si è discusso sull’abolizione del cambio dell’ora in Italia, ma è importante notare che la proposta è stata portata avanti principalmente dai paesi del Nord Europa, dove il cambio d’ora non ha gli stessi vantaggi. Infatti, la posizione geografica di questi paesi non richiede la modifica dell’orario, mentre per l’Italia e i paesi mediterranei, il cambio dell’ora risulta ancora utile.
Il passaggio all’ora legale, noto anche come “ora estiva”, ha l’obiettivo di sfruttare al meglio le ore di luce nei mesi più caldi dell’anno. Con il cambio dell’ora, l’attività della maggior parte delle persone si allinea meglio con le ore di luce, consentendo un risparmio energetico significativo. Senza l’ora legale, gran parte delle ore di luce mattutine andrebbero sprecate, senza essere utili per le attività quotidiane.
L’ora legale consente di risparmiare energia, sincronizzando le ore di luce con quelle di attività della popolazione. Questo adattamento non solo permette di ottimizzare l’uso della luce naturale, ma anche di ridurre il consumo di energia elettrica, rendendo il periodo estivo più sostenibile dal punto di vista energetico.
Il cambio dell’ora quindi non solo segna l’inizio della bella stagione, ma rappresenta anche una misura praticabile e vantaggiosa per il nostro paese.
Roma – “Canale di Panama, Groenlandia, Golfo del Messico o Golfo dell’America. Le prime esternazioni vanno tutte verso una sola direzione: se l’America punta a diventare great again, solo il mare è la chiave per scardinare vecchi equilibri e un assetto geopolitico più frutto di sedimentazioni e di disattenzione cronica, che di vere scelte”.
All’indomani delle indicazioni di politica internazionale del neo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, una considerazione risulta tanto potente, quanto inequivocabile. E secondo Paolo Pessina, Presidente di Federagenti – la risposta è circoscritta in due sillabe: “mare”.
“Per anni e tutt’oggi – afferma Pessina – l’Occidente ha inseguito una miriade di falsi obiettivi, perdendo di vista la sua risorsa primaria, che è anche storia; ciò è valso per gli Stati Uniti che si sono richiusi a riccio su loro stessi, ma specialmente per l’Europa che pure vanta i più grandi gruppi armatoriali del mondo, una tradizione radicata nelle Compagnie delle Indie e nelle Repubbliche marinare, ma è stata incapace di capire che il suo sviluppo, il suo successo, la sua prosperità e per induzione anche quella di altri continenti, transitava attraverso uno sforzo massiccio e costante sul mare e sui traffici marittimi”.
“Le esternazioni di Trump – prosegue il Presidente di Federagenti – facilmente liquidate come eccessi di fanatismo, hanno una profonda radice di verità: hanno fatto riscoprire al mondo quali rischi significhi consegnare le vie d’acqua, nel caso Panama, a singole potenze, in grado di conoscere e controllare tutto. Ha fatto capire anche ai creduloni, o volutamente tali, della vecchia Europa che la Groenlandia è un’isola strategica militarmente, commercialmente in funzione della rotta Artica, e geopoliticamente. Tutto con un comune denominatore”.
“È per questi motivi che l’Italia – conclude Pessina – ha davanti una occasione straordinaria che non può perdere, ma che può essere vinta solo facendo in fretta, cambiando passo, nei settori chiave della portualità, delle infrastrutture, della logistica e specialmente della burocrazia”.