Trapani – di Rino Giacalone – La Procura di Trapani intende muoversi con i piedi di piombo e non far finire anche la giustizia a muoversi come un elefante dentro quella cristalleria della sanità pubblica dove ad ogni passo si rischia di far più danno rispetto a quelli già causati da un sistema politico e burocratico che per altre vie si è dimostrato essere corrotto e approssimativo. Lo scandalo costituito dagli oltre 3 mila referti istologici rimasti per mesi in attesa di essere esaminati, mentre i pazienti oncologici si aggravavano e morivano, anche senza cure, approda davanti al gip del Tribunale di Trapani, con una richiesta di incidente probatorio. Il giudice dovrà dare nominare periti per accertamenti medico legali.
Ci sono otto indagati, tutti medici dei reparti di anatomia patologica degli ospedali di Trapani e Castelvetrano. I loro nomi sono finiti iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo, lesioni personali colpose e omessa vigilanza. Dinanzi all’accusa di omessa vigilanza viene da pensare che tra gli otto indagati possano esserci anche super burocrati dell’assessorato regionale alla Salute e dell’Asp di Trapani. Asp di Trapani che frattanto proprio per lo scandalo è stata decapitata ai massimi vertici con la rimozione del direttore generale Ferdinando Croce.
All’incidente probatorio dinanzi al gip si arriva dopo la prima informativa finita sul tavolo del Procuratore della Repubblica Gabriele Paci e del sostituto procuratore Antonella Trainito. Una indagine che era stata aperta dapprima dalla Procura di Marsala perché lì era andata a presentare la sua denuncia la prof. Maria Cristina Gallo, la paziente mazarese che aveva fatto scoprire il buco nel sistema sanitario pubblico. Poi altre denunce si sono aggiunte, e il fascicolo frattanto per competenza territoriale è passato a Trapani.
La notizia degli otto indagati è diventata pubblica oggi grazie ad un articolo nelle pagine regionali del Giornale di Sicilia. Il caso è noto. Secondo quanto emerso dalle indagini, oltre 3.300 esami istologici sono in attesa per mesi per essere refertati, quando finalmente la macchina sanitaria si è messa in movimento, e dopo il venir fuori della denuncia della prof. Gallo, rimasta per otto mesi in attesa del suo referto, è risultato che 352 riguardavano diagnosi tumorali notificate a pazienti quando la malattia era già in fase avanzata.
Il gip dovrà nominare un collegio di periti per esaminare tutto il materiale raccolto dai Nas. Un momento preliminare all’eventuale dibattimento. Se i periti daranno ragione al pubblico ministero si procederà con la relativa richiesta di rinvio a giudizio, avendo una prova per così dire certificata. Dinanzi ad atti irripetibili , si tratta anche dell’esame di materiale istologico che potrebbe andare perduto col tempo, l’incidente probatorio è la via preferita dalle Procure. Ma nel caso specifico vuole anche dimostrare l’estrema attenzione dei pm trapanesi rispetto al caos della sanità trapanese, verso il dibattimento si andrà avendo prove certe. Ma non è da escludere che all’esito di un incidente probatorio, che potrebbe risultare a sfavore quanto a favore dei medici indagati, l’indagine possa proseguire anche verso altre direzioni. Tra quello che è emerso c’è anche l’anomalo funzionamento del sistema di assegnazione dei medici per gli esami di laboratorio. Verso gli ospedali di Trapani e Castelvetrano, già sovraccarichi e quasi al collasso, il Cup , il centro unico di prenotazione, finiva con l’assegnare pazienti anche non residenti in provincia di Trapani.
Laboratori in tilt a fronte di altri laboratori che potevano bene accogliere i pazienti. Come si è dimostrato dopo l’esplodere dello scandalo, con i referti istologici trasferiti da Trapani e Castelvetrano verso altre strutture sanitarie che hanno eseguito in giornata gli esami. Insomma gli investigatori sostengono che lo scandalo è certo ed ha dei responsabili: possono essere i medici ma non sarebbero estranei anche i vertici burocratici della sanità pubblica locale e regionale. Ognuno con la sua parte di responsabilità. La notifica dell’incidente probatorio è stato fatto anche alle parti lese, i pazienti o i familiari di quelli frattanto deceduti, che si sono costituiti parte civile.