Lampedusa (Agrigento) – Papa Francesco è stato sicuramente colui il quale ha sempre preferito per i suoi tanti viaggi, gli angoli del pianeta dimenticati dal mondo.
Chi non ricorda la sua prima visita in Italia, in quella Lampedusa in quel momento terra d’approdo e di speranza per migliaia di migranti che giungevano e ancora giungono dal Sud del Mondo.
“La scelta mia è questa: cercare di non cadere nella globalizzazione dell’indifferenza”, ebbe a dire. Da qui allora la scelta di visitare nel 2015 la Bosnia e l’Erzegovina, nel 2016 la Svezia, nel 2018 i Paesi del Baltico e poi le realtà più piccole del vecchio continente, da Cipro alla Macedonia del Nord, fino al Lussemburgo e al Belgio, dove sapeva che non lo avrebbero accolto a braccia aperte.
Un Papa che ha guardato alle terre provate da piaghe del passato e del presente e dove ha portato una Chiesa in penitenza là dove i presuli hanno commesso abusi e reati. Com’è stato per la difficile visita in Irlanda, dove la piaga della pedofilia ha allontanato generazioni di fedeli dalle chiese e anche tra le popolazioni native del Canada che hanno subito ogni genere di sopraffazione nelle scuole residenziale gestiti dagli ordini religiosi cattolici.
Il Papa ha scelto anche le terre toccate direttamente dalle guerre: è andato nella Repubblica Centrafricana, dove aprì la prima Porta Santa del Giubileo della Misericordia, in Iraq, in Congo, tutte terre insanguinate da feroci conflitti.
Altro filo rosso quello del dialogo interreligioso e qui ricordiamo le visite in tanti Paesi dove i cattolici sono una esigua minoranza: dalla Turchia musulmana allo Sri Lanka buddista.
Nel 2023 il lungo viaggio in Mongolia per abbracciare quella piccola Chiesa che è stava in una unica foto di gruppo. Nel 2024 il viaggio tra Asia e Oceania, Timor Est, Papua Nuova Guinea, Indonesia e Singapore.
Non ha potuto fare quello a Kiev e Mosca. In Libano e ella sua amata Argentina, viaggio rinviato e mancato. Poi il viaggio mancato in Cina: “Se ho voglia di andare in Cina? Ma sicuro, anche domani”, disse nell’agosto del 2014 anche questo tra i viaggi mancati del Santo Padre.
Roma – Domani 13 marzo 2025, Papa Francesco celebra l’undicesimo anniversario della sua elezione al soglio pontificio. Un Papa venuto “quasi dalla fine del mondo”, che ha rivoluzionato la Chiesa con il suo stile diretto, la sua attenzione ai più deboli e un’instancabile azione diplomatica. Il suo pontificato, segnato da profonde riforme e da un messaggio di inclusione, ha attraversato momenti difficili ma anche grandi successi.
Dalla sua elezione nel 2013, Jorge Mario Bergoglio ha cercato di portare la Chiesa in una direzione più vicina alla realtà dei fedeli, affrontando con determinazione questioni complesse: dagli scandali di abusi al rinnovamento della Curia, fino alla difesa dell’ambiente con l’enciclica Laudato si’. Il suo impegno sociale e il dialogo interreligioso lo hanno reso una delle figure più influenti a livello globale.
Negli ultimi mesi, la salute di Papa Francesco è stata motivo di preoccupazione. A febbraio 2025, il Pontefice ha dovuto ridurre il suo carico di impegni a causa di un’infiammazione polmonare, che lo ha costretto a cancellare alcune udienze e a delegare maggiormente il suo lavoro. Sebbene la sua ripresa sia stata lenta, il Papa ha continuato a svolgere il suo ministero con forza d’animo, ribadendo di non avere intenzione di dimettersi.
Il suo fisico appare più fragile, e i medici gli hanno consigliato di evitare viaggi faticosi. Tuttavia, Bergoglio non ha mai smesso di rivolgersi ai fedeli con il suo messaggio di speranza, come dimostrato nell’Angelus di domenica scorsa, quando ha chiesto ancora una volta la fine dei conflitti nel mondo e un impegno comune per la pace.
Nel giorno dell’anniversario della sua elezione, il nostro augurio è che Papa Francesco possa continuare a guidare la Chiesa con la stessa determinazione che ha caratterizzato questi undici anni. La sua voce, spesso scomoda per i potenti, è ancora necessaria in un mondo segnato da divisioni, guerre e ingiustizie.
Mentre Papa Francesco entra nel dodicesimo anno di pontificato, le sfide per la Chiesa restano numerose. Dai conflitti globali alla crisi climatica, dalla crescente secolarizzazione alla necessità di riforme interne, il suo ruolo di guida spirituale è più che mai cruciale. La sua voce, capace di scuotere le coscienze e di riportare l’attenzione sui più deboli, resta un faro per milioni di fedeli nel mondo. Il futuro della Chiesa dipenderà anche dalla sua capacità di proseguire il cammino tracciato in questi anni, tra inclusione, dialogo e misericordia.
Ad multos annos, Santo Padre!
Che il suo messaggio di misericordia, fratellanza e rinnovamento possa continuare a ispirare milioni di persone.