Aggiornamento – Si apprendono nuovi particolari sulla tragedia avvenuta ieri nel mare antistante Triscina. La vittima Giacomo Montepiano, 47 anni, si era bttata in acqua per recupare la palla con la quale stava giocando con i suoi due figli allontanandosi verso il largo a causa della corrente.
Giacomo Montepiano si è tuffato in acqua, cercando di recuperare il pallone a nuoto. Arrivato ad un centinaio di metri dalla riva, l’uomo ha cominciato ad annaspare. Le grida dei presenti hanno allertato un giovane, che si è tuffato in acqua per raggiungerlo chiedendo l’intervento di altre persone. Montepiano è stato trasportato a riva, il personale del 118, pare che per circa un ora ha cercato di rianimarlo anche con un defibrillatore. Ma per Giacomo Montepiano purtroppo non c’è stato nulla da fare.
Castelvetrano – Un 47enne ha perso la vita nelle acque antistanti la località balneare di Triscina. La tragedia nel pomeriggio, l’uomo, un autotrasportatore di Castelvetrano, avrebbe perso la vita per un malore mentre faceva il bagno.
La vittima, si trovava al mare con moglie e i figli. Sul posto dopo l’allarme sono intervenuti i sanitari del 118, ma l’uomo nonostante i tentativi di rianimazione è deceduto.
Marsala – Il giudice monocratico del tribunale di Marsala Francesca Maniscalchi, ha inflitto cinque anni e mezzo di carcere e Ernesto Favara, 65 anni, di Castelvetrano, ex pescatore, per maltrattamenti familiari e lesioni personali. Favara era stato condannato all’ergastolo, in appello, per l’omicidio della moglie, la palermitana di 29 anni Maria Amatuzzo, ora Favara, è stato condannato anche per maltrattamenti familiari e lesioni personali. Vittima sempre la moglie.
La donna venne uccisa a coltellate la vigilia di Natale 2022 nell’abitazione di Marinella di Selinunte, che fino a qualche mese prima aveva condiviso con il marito.
Nella denuncia da cui è scaturito il processo per maltrattamenti, la donna aveva raccontato che la sera del 4 maggio 2021 il marito avrebbe tentato di strangolarla con una corda di nylon all’interno dell’auto con cui era andato a prenderla nella struttura di accoglienza di Partanna di cui in quel periodo era ospite.
Ascoltata in aula, una operatrice della struttura di Partanna ha dichiarato che quando lAmatuzzo decise di uscire, accettando l’invito del marito a fare un giro in auto, lei tentò di impedirlo, ma non ci riuscì. E che quando, mezz’ora dopo, la donna tornò, aveva segni di strangolamento sul collo. Subito dopo venne accompagnata al Pronto soccorso di Castelvetrano.
Un carabiniere ha, invece, affermato che la stessa sera, scattato l’allarme, intorno alle 23.30, fu rintracciato Favara e nella sua auto venne trovata, e sequestrata, una corda in nylon.
Nel processo si è costituito parte civile il padre di Maria Amatuzzo, assistito dall’avvocato Vito Cimiotta.
Castelvetrano – Finanzieri della Compagnia di Castelvetrano hanno condotto una mirata attività ispettiva che ha portato all’elevazione di sanzioni per 30.000 euro nei confronti di un circolo privato all’interno del quale è stata rilevata la presenza di tre “new slot”.
L’attività ispettiva ha portato anche alla proposta di temporanea chiusura dell’esercizio nei confronti del circolo privato all’interno del quale è stata rilevata la presenza di tre A.W.P. (Amusement With Prizes, conosciuti come “new slot”, apparecchi da intrattenimento e svago automatici, semiautomatici ed elettronici con vincite in denaro, che non possono essere utilizzati da minori di 18 anni e non possono riprodurre il gioco del poker o, anche in parte, le sue regole fondamentali), non conformi a legge.
In particolare, nell’ambito delle funzioni di controllo economico del territorio, i militari della Guardia di finanza hanno individuato un circolo privato a cui veniva consentito l’ingresso previo riconoscimento a mezzo di una telecamera.
Notizia in aggiornamento
Trapani – di Rino Giacalone – Assume nuovi contorni lo scandalo che ha travolto l’Asp di Trapani sui gravissimi ritardi, che sarebbero stati commessi dai laboratori ospedalieri, nella consegna degli esami istologici ai tanti pazienti interessati a sapere della evoluzione della loro salute.
Sale il numero degli indagati. Tutti sono medici, infermieri e personale tecnico ospedaliero. La conferma dell’esistenza di una indagine della Procura di Trapani oggi trova quindi ulteriore riscontro nella determinazione di un nuovo atto giudiziario che sancisce l’aumento del numero degli indagati e delle ipotesi di reato, e quindi anche la circoscritta richiesta di attività da svolgere dinanzi al gip, attraverso perizia e acquisizioni di testimonianze, già nella fase preliminare alla chiusura dell’indagine.
Si tratta di atti cosiddetti irripetibili che il giudice, nella previsione di un possibile dibattimento, su richiesta dei pm, deve acquisire garantendo la forma di prova. E questo sia nell’interesse degli indagati, quanto delle parti offese. A otto giorni dalla prima richiesta di incidente probatorio inviata lo scorso 19 giugno, al gip, i magistrati titolari dell’indagine, i pm Sara Morri e Antonella Trainito, hanno sottoscritto, ad una settimana esatta, una nuova analoga richiesta di incidente probatorio. Questo perché dopo la consegna di ulteriore informativa da parte dei Carabinieri dei Nas di Palermo (Nucleo Antisofisticazioni e Sanità) nel registro degli indagati sono state fatte nuove iscrizioni, dopo le iniziali otto.
Gli indagati adesso sono diciannove: medici, infermieri e tecnici ospedalieri. Tutti avvisati delle ipotesi di reato: in generale omissione di atti d’ufficio e omicidio e lesione colposa. Così come lo stesso provvedimento è stato notificato alle parte offese, ossia le “vittime” dei ritardi, i malati o i loro familiari (nel caso dei pazienti purtroppo nel frattempo deceduti). E’ anche aumentato il numero delle ipotesi di reato, non più tredici, ma diciassette.
Gli indagati sono i medici: Domenico Messina, Laura Miceli, Giancarlo Pompei, Giovanni Spanò, Maria Paola Ternullo, Noemi La Francesca, Luisa Arvigo, Roberto David, i tecnici di laboratorio: Paolo Di Nino, Ignazio Mauceri, Antonella Mistretta, Catia Di Bernardo, Aurelia Ievolella, Giorgia Alongi, Maria Cristina Schifano, l’assistente tecnico: Giampiero Accardo, gli infermieri: Calogero Bellacomo, Marilena Errante Parrino, Rosaria Incandela.
Il gip oltre che sentire le persone offese, dovrà anche affidare incarichi a propri periti. La richiesta dei pm è dettagliata ed in particolare la procura chiede che venga pure accertato se i profili organizzativi delle unità operative complesse di anatomia patologica degli ospedali di Trapani e Castelvetrano, possano essere state concause degli aggravamenti dei pazienti, quelli individuati nella lista di attesa dei 3300 e quelli nell’elenco dei 352 che in ritardo hanno ricevuto i referti.
Uno scandalo senza precedenti a livello nazionale, come è venuto a dire a Trapani l’ex premier Matteo Renzi. Una sanità ridotta a schiava di incapacità di dirigenti, nel frattempo premiati per le produttività e performance eccezionali. Direttori generali che di giorno facevano comporre una scacchiera di bandiere tricolori sulla facciata della sede dell’Asp e l’indomani venivano arrestato per tangenti, come successo a Fabio Damiani, soprannominato “sorella sanità”. L’Asp di Trapani, ma non solo quella di Trapani, da decenni considerata facente parte di uno scacchiere utile a distribuire poltrone e incarichi. Sottobosco della politica. Incarichi spesso assegnati non per capacità ma per appartenenza. Soldi spesi anche per finanziare attività extra sanitarie. Un quadro fatto da contorte figure, volti addolorarti da una parte, dall’altra parte, opposti, volti gioiosi di chi intanto faceva banchetto.
Resta inquadrata in uno scenario preciso l’attività di indagine condotta dai Nas e coordinata dalla Procura della Repubblica di Trapani. Si è in presenza di fatti gravi quanto clamorosi, dentro un compendio di responsabilità che anche ai profani appare parecchio articolato. Non pare potere essere solo un questione di reparti e laboratori ospedalieri, una vicenda che insomma potrebbe appartenere, per responsabilità penali e amministrative, ai soli “camici bianchi”, ma a crollare è stato un intero sistema sanitario. E’ ovvio che questo aspetto, quello di una organizzazione dalla sanità pubblica inefficiente, non attiene alla magistratura, ma lo scandalo e l’indagine, quella di oggi e quelle di ieri, è questo che pubblicamente testimoniano, l’organizzazione sanitaria nel nostro territorio è pericolosamente deficitaria di tante cose.
L’Asp di Trapani è una cristalleria dove ogni azzardato movimento potrebbe causare danni irreparabili, tali anche da non far affiorare e far cogliere a chi questo deve fare, le precise colpe. Sia in sede giudiziaria quanto in quella sociale e politica. E se certi politici dentro l’Asp di Trapani si sono mossi come elefanti dentro a una cristalleria, l’attività investigativa non vuole essere tale. E non appare essere di tal guisa. Da qui l’incidente probatorio, per definire, con il vaglio della prova acquisita già nella fase dell’indagine, i confini delle responsabilità, o anche archiviare chi in questo drammatico scandalo nulla c’entra.
Un’azienda sanitaria, quella di Trapani, da tempo nell’occhio del ciclone, e non solo per questo nuovo scandalo, ma che fa seguito, solo per citare quelli più recenti, a quelli che hanno riguardato forniture e assunzioni, tutto pilotato, tangentizzato e monetizzato. Vicende giudiziarie che hanno fatto venire fuori aspetti di omissione gravissimi, del tipo niente so e niente vedo. Già durante l’emergenza Covid erano venute fuori situazioni imbarazzanti, reparti super dotati a fronte di quelli impoveriti del tutto, carenza di personale medico e paramedico, ma avendo contenuto i numeri dell’emergenza, alla fine si era fatto festa. Sono anche arrivate le assunzioni, ma poi si è scoperto forse non tutte limpide.
Lo scandalo odierno, in questo scenario, potrebbe quindi non essere attribuibile al solo personale medico ospedaliero. L’esistenza di carenze di personale e di materiale, reagenti ed altro, nei reparti e laboratori oncologici degli ospedali, l’esistenza dei ritardi, era stato tutto messo nero su bianco, dagli stessi medici, anche da qualcuno degli odierni indagati. E questo ancora tempo prima che fosse nota all’inizio dell’anno, la denuncia della docente mazarese prof. Maria Cristina Gallo. Sui tavoli dirigenziali erano arrivate le relazioni dei medici sulle difficoltà di ogni giorno. Oggi non c’è in corso una indagine solo penale, c’è anche quella amministrativa e tecnica condotta dai funzionari inviati dall’assessorato regionale e dal ministero per la Salute , e che riguarda i reparti oncologici degli ospedale di Trapani e Castelvetrano, ma anche gli uffici dell’Asp e dello stesso assessorato. Le relazioni finali ancora non sono state depositate. Ma in queste settimane sono venuti fuori alcuni spunti. Le responsabilità, anche quelle penali, potrebbero estendersi ai burocrati regionali, ci sarebbe stato chi sapeva e ha tralasciato rispetto all’esercizio dei compiti assegnati. La situazione poteva essere gestita in altro modo e lo dimostra quanto accaduto dopo l’esplodere dello scandalo: i reperti da esaminare distribuiti in diversi laboratori, dell’intera Regione, e il numero degli esami da consegnare, oltre 3 mila referti, ridotto, se non azzerato, nel giro di qualche settimana. L’emergenza dunque poteva essere affrontata, e se questo è stato fatto bisogna ringraziare il coraggio della prof. Maria Cristina Gallo che ha denunciato.
Responsabilità fuori dall’ambito medico? Questo è anche emerso, non da ultimo, dall’intervento in commissione Sanità all’Ars del direttore generale dell’Asp di Trapani avv. Ferdinando Croce (sospeso a fine marzo dalla carica per due mesi, dal presidente della Regione, e comparso davanti al Parlamento il giorno delle sue dimissioni da manager dell’Asp di Trapani, anticipando una rimozione che era già percepibile nei circuiti parlamentari). Croce ha fatto il riassunto della problematica non nascondendo di conoscerla ma di averla appresa con ritardo, di non averla raccolta come eredità dai predecessori, ma di averla avuta notificata direttamente dal personale sanitario. Croce era convinto che le azioni messe in campo , l’appello rivolto ad altri uffici sanitari, poteva azzerare l’arretrato, ma in commissione parlamentare ha riferito anche di silenzi assordanti
Castelvetrano – Una ladra seriale in trasferta. Ecco cosa hanno scoperto i carabinieri della compagnia nel corso delle indagini su una serie di furti avvenuti a Castelvetrano.
La donna, una palermitana in trasferta è stata denunciata per furto aggravato, ricettazione ed indebito utilizzo di carta di credito. Si tratta di una pregiudicata palermitana di 30 anni che tra il 25 ed il 26 maggio scorso avrebbe messo a segno svariati furti in attività commerciali del centro castelvetranese.
L’attenta indagine dei militari dell’Arma svolta mediante la visione delle immagini estrapolate dagli impianti di videosorveglianza dei luoghi ove erano stati commessi i furti ha portato all’individuazione della donna che avrebbe asportato, in rapida successione:
– una borsa dallo spogliatoio riservato ai clienti di un negozio di abbigliamento;
– una borsa dallo spogliatoio dei dipendenti di un negozio di prodotti per la casa. Con la postepay che era contenuta all’interno la donna avrebbe fatto immediatamente acquisti on line per complessivi 300 euro;
– una borsa dallo spogliatoio dei dipendenti di un bar. Con la carta di credito che era contenuta all’interno la donna avrebbe fatto immediatamente acquisti on line per 25 euro;
– un telefono cellulare che il titolare di un’attività commerciale aveva lasciato vicino il registratore di cassa.
Castelvetrano – Una chiesa gremita stamane quella di Maria SS Annunziata a Castelvetrano per l’ultimo saluto a Mary Bonanno vittima di una violenza inaudita da parte del marito che l’ha uccisa con 35 coltellate.
Mary è stata ricordata nel corso dell’omelia funebre officiata da don Rino Randazzo per il suo impegno verso gli ultimi attraverso la caritas, per la sua presenza costante nella comunità e per il suo impegno nella scuola e nel sociale.
Don Rino ha ricordato come Mary sapeva ascoltare e sostenere quanti andavano da lei per essere aiutati. Ha raccontato di come Mary per amore aveva lasciato Palermo per seguire a Castelvetrano l’uomo che le diceva di amarla e che ha messo fine alla sua vita. “Questo non è amore” – però ha ricordato ai presenti don Randazzo. Per tutti Mary Bonanno rimane una persona speciale.
Durante la funzione, don Rino ha anche annunciato che la sala della Caritas parrocchiale sarà intitolata a Mary Bonanno, affinché il suo nome e il suo impegno rimangano un segno tangibile per chi continuerà a frequentare quei luoghi. Un gesto che vuole trasformare il dolore in memoria viva, in testimonianza.
Al termine delle esequie don Rino ha letto una lettera scritta dalle tre figlie della coppia. “Lei ci ha insegnato ad amare, ora non ci saranno più le videochiamate”. I due generi di Mary Bonanno l’hanno ricordata come “non una suocera, ma una brava mamma che ha dato luce anche a loro”. Don Rino Randazzo ha annunciato che la sala della Caritas parrocchiale verrà intitolata alla memoria di Mary Bonanno.
Un applauso ha accolto la bara della donna quando questa è uscita dalla chiesa. Il corpo di Mary sarà tumulato al cimitero dei Rotoli a Palermo.
Intanto tutta la città di Castelvetrano stamane si è fermata per la durata della funzione pubblica in segno di rispetto di affetto e vicinanza alla famiglia della donna, non solo i piccoli esercizi commercali, ma anche la grande distribuzione hanno abbassato la saracinesca unendosi al dolore della famiglia della vittima.
Ylenia, Krissen e Alessia, le figlie di Mary Bonanno, attraverso l’avvocato Lorenzo Rizzuto ringraziano “chi ci ha stretto in un abbraccio di affetto e solidarietà. Abbiamo sentito forte la vicinanza, la cura e il sostegno di tante persone, vicine e lontane. Non ci sono parole sufficienti per esprimere quanto il vostro affetto, le vostre preghiere, i vostri gesti e le vostre parole ci hanno aiutato ad affrontare questa prova così dura”.
Castelvetrano – In un post fatto circolare sui social tra la ristretta cerchia di amici e conoscenti di Mary Bonanno, si legge che per domani sera alle 21 nella parrocchia Maria Ss. Annunziata si terrà una veglia di preghiera in memoria della donna uccisa dal marito venerdì scorso a Castelvetrano.
E’ una iniziativa di don Rino Randazzo che era il parroco della chiesa frequentata dall’insegnante e dove lei svolgeva la sua opera verso gli ultimi, verso il prossimo. L’ultima volta che Mary Bonanno era stata in chiesa era stato proprio il giorno prima di essere uccisa brutalmente dal marito Francesco Campagna che poi si è suicidato.
Sabato mattina alle 10 poi in forma privata lontano da telecamere e riflettori, come richiesto dalla famiglia Bonanno, si terranno i funerali.
Mercoledì sera la città di Castelvetrano era scesa in strada per una fiaccolata silenziosa per ricordare Mary, amata e benvoluta da tutti per il suo impegno. Oltre due mila persone si erano strette attorno simbolicamente attorno alle famiglia in questo momento di grande dolore.
I funerali di Campagna, invece, non sono stati ancora decisi.
Castelvetrano – I corpi dei coniugi Francesco Campagna e Maria Rita Bonanno, l’uomo ha ucciso la moglie ieri mattina e poi si è tolto la vita a Castelvetrano, da ieri sera si trovano presso l’obitorio del cimitero della città a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Sul corpo della donna sarà effettuata l’autopsia.
Lo ha confermato il procuratore di Marsala Fernando Asaro, ma ancora non è stata decisa la data. L’inchiesta è seguita dal sostituto procuratore Paolo Bianchi della procura di Marsala. Il magistrato ieri ha effettuato un sopralluogo nella palazzina di via IV Aprile dove abitava la famiglia Campagna. Con lui anche il comandante provinciale dei carabinieri Mauro Carrozzo e il comandante della Compagnia di Castelvetrano il capitano Giovanni Mantovani.
Castelvetrano – Era il 15 marzo 2019. Nella città belicina vengono scoperti i corpi senza vita di due coniugi, il marito Gino Damiani, 60 anni, la moglie Rosalia Lagumina di 48 anni. Sono nella loro abitazione in via Alcide De Gasperi, a Castelvetrano. La donna era stata strangolata, mentre il marito si suicida utilizzando un coltello. Un omicidio-suicidio che sconvolge la comunità. La coppia era in fase di separazione.
A scoprire i due cadaveri, i Vigili del Fuoco allertati dai Carabinieri. I corpi vengono trovati su un lettino in una stanza al primo piano della casa. Il cadavere dell’uomo era su quello della consorte.
L’uomo al culmine di una discussione strangola la moglie. Alla base del gesto, l’ipotesi che l’uomo non accettasse la separazione.
Compiuto l’omicidio, il sessantenne sarebbe prima andato in bagno a lavarsi le mani, lasciando alcune tracce ematiche sulla porta e nel lavabo. Poi, avrebbe preso un grosso coltello che ha posizionato e incastrato nel braccio della moglie, già morta, e si sarebbe gettato con forza sulla lama, lasciandosi trafiggere e morire dissanguato.
I due vivevano ancora sotto lo stesso tetto, ma da separati in casa. La donna non dormiva più con il marito, ma nel lettino di uno dei due figli. Lo stesso letto sul quale i coniugi sono stati rinvenuti morti.
Ma se si conta l’omicidio di Maria Amatuzzo salgono a tre le donne ammazzate dal proprio uomo.
Il 25 marzo di quest’anno, la corte d’Assise di Palermo ha confermato l’ergastolo per Ernesto Favara di Castelvetrano. L’ex pescatore di 65 anni è accusato di avere ucciso con 12 coltellate la moglie Maria Amatuzzo, palermitana di 29 anni, nel garage della loro casa a Marinella di Selinunte (in provincia di Trapani) il 24 dicembre 2022. I carabinieri, dopo aver fatto irruzione nell’appartamento, lo avevano trovato con il coltello ancora in mano.
A dare l’allarme quella vigilia di Natale era stata la vicina di casa, dopo avere sentito le urla di Maria. Il rapporto tra Amatuzzo e Favara era “burrascoso” e la nascite di due gemelle non aveva migliorato le cose tanto che la donna da qualche tempo aveva intrapeso un’altra relazione.
Castelvetrano – Si trova ricoverato al Civico di Palermo, il 33enne A.G. di Castelvetrano che giovedì sera è precipitato dal balcone della propria abitazione al secondo piano.
Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 che hanno trasportato il ferito presso il pronto soccorso dell’Ospedale Vittorio Emanuele II di Castelvetrano. Dopo essere stato visitato dai medici in servizio dell’aerea emergenza, visti i gravi traumi riportati dall’uomo, tra cui una lesione all’arteria femorale, i sanitari ne hanno disposto il trasferimento d’urgenza presso l’ospedale civico di Palermo.
L’uomo è giunto nel capoluogo siciliano in elisoccorso. Le indagini sono condotte dai carabinieri.
Non si conosce l’esatta dinamica dei fatti.