Italia
Sessualità in carcere: via libera ai colloqui intimi
Napoli e Firenze tra i primi istituti: ecco come funziona il nuovo diritto all’affettività per i detenuti
Trapani Oggi11 Aprile 2025 - Attualità



  • Attualità

    Il diritto all’affettività entra ufficialmente nelle carceri italiane

    ROMA – Una svolta epocale per i diritti dei detenuti. A oltre un anno dalla sentenza della Corte Costituzionale, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) ha pubblicato le prime linee guida che regolano l’accesso alla sessualità in carcere. Si tratta di un vero e proprio “diritto soggettivo”, come lo ha definito la Consulta, e si traduce nella possibilità per i detenuti di vivere momenti intimi con il coniuge o il convivente, in spazi appositamente predisposti.

    L’iniziativa partirà in sei istituti penitenziari pilota: Napoli Secondigliano, Firenze Sollicciano, Brescia, Trento, Civitavecchia e Bologna, con l’obiettivo di estendersi progressivamente a 32 strutture su tutto il territorio nazionale.

    Come funzionano i colloqui intimi: durata, requisiti e sicurezza

    Un’ora d’amore dietro le sbarre

    I colloqui intimi potranno durare fino a due ore e si svolgeranno in stanze arredate con letto e servizi igienici, senza possibilità di chiusura dall’interno. La sorveglianza sarà esterna, affidata a personale di Polizia penitenziaria, che controllerà anche l’accesso e le condizioni degli ambienti prima e dopo ogni incontro.

    Potranno accedere a questo diritto solo il coniuge o il convivente stabile del detenuto, e in alcuni casi sarà consentito più di un incontro al mese. I detenuti prioritari saranno quelli senza permessi premio o benefici penitenziari, con pene più lunghe o periodi di detenzione più estesi, e in possesso di buona condotta.

    Regole ferree: niente benefici per chi viola la legge

    Il Dap chiarisce che non tutti i detenuti potranno accedere a questi incontri: ne resteranno esclusi coloro che si trovano in regime di 41-bis, chi è stato trovato in possesso di droghe, telefoni cellulari o armi improprie. La decisione finale sarà subordinata anche a motivi di sicurezza interna.

    Strutture carenti e polemiche sindacali

    Solo 32 carceri pronte: “Non possiamo fare miracoli”

    Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha dichiarato che solo 32 degli attuali 189 istituti penitenziari sono pronti ad accogliere questa novità, dopo adeguamenti strutturali significativi. Gli altri 157 istituti, al momento, non dispongono di spazi idonei.

    Sindacati all’attacco: “Rischi sanitari e carenze igieniche”

    Non sono mancate le polemiche. L’Organizzazione sindacale autonoma della Polizia penitenziaria, con il segretario Leo Beneduci, ha criticato duramente la misura: “Le ricadute in termini di degrado igienico-sanitario saranno devastanti. Non esiste un protocollo di sanificazione, nessuna prevenzione per le malattie sessualmente trasmissibili, né risorse o personale medico adeguato”.

    Ben oltre il diritto all’affettività, dunque, il dibattito si allarga alla gestione concreta di un cambiamento epocale, tra tutele da garantire, spazi da adeguare e condizioni di lavoro del personale da migliorare.

    Fonte: ANSA – “Due ore e mai la porta chiusa”, 11 aprile 2025, ore 18:33
    Articolo originale disponibile su: www.ansa.it




  • Italia
    Avviso di garanzia per Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovano
    Meloni: "Ho ricevuto un avviso di garanzia da Lo Voi per Almasri"
    Redazione28 Gennaio 2025 - Politica



  • Meloni indagata caso Almasri Politica

    Roma – “La notizia di oggi è questa il procuratore della Repubblica Francesco Lo Voi, lo stesso del fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona mi ha appena inviato un avviso di garanzia per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda del rimpatrio del cittadino Almasri, avviso di garanzia inviato anche al ministro Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Alfredo Mantovano presumo al seguito di una denuncia che è stata presentata dall’avvocato Luigi Ligotti ex politico di sinistra molto vicino a Romano Prodi conosciuto per avere difeso pentiti del calibro di Buscetta, Brusca e altri mafiosi”.

    Lo annuncia la premier Giorgia Meloni in un video

    “Ora i fatti sono abbastanza noti la Corte penale internazionale dopo mesi di riflessione emette un mandato di arresto internazionale nei confronti del capo della polizia giudiziaria di Tripoli, curiosamente la Corte lo fa proprio quando questa persona stava per entrare sul territorio italiano dopo che per 12 giorni aveva serenamente soggiornato in altri tre Stati europei”.

    Il procedimento

    Il procedimento che ha portato la Procura di Roma all’iscrizione nel registro degli indagati della premier Giorgia Meloni, i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e il sottosegretario Alfredo Mantovano, nasce da un esposto presentato dall’avvocato Luigi Li Gotti in cui si ipotizzano i reati di favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda del rimpatrio del generale libico Almasri. Nella denuncia si chiede ai pm di piazzale Clodio che vengano “svolte indagini sulle decisioni adottate e favoreggiatrici di Almasri, nonché sulla decisione di utilizzare un aereo di Stato per prelevare il catturato (e liberato) a Torino e condurlo in Libia”.

    Nella denuncia, trasmessa il 23 gennaio scorso, Li Gotti, citando i reati, ricorda che secondo il reato di favoreggiamento personale (art. 378 co.1 cod.pen.) “chiunque, dopo che fu commesso un delitto per il quale la legge stabilisce l’ergastolo o la reclusione, e fuori dei casi di concorso nel medesimo, aiuta taluno a eludere le investigazioni dell’Autorità, comprese quelle svolte da organi della Corte penale internazionale, o a sottrarsi alle ricerche effettuate dai medesimi soggetti, è punito con la reclusione fino a quattro anni”.

    Il penalista denuncia la premier e i ministri in relazione “alla liberazione di Osama Almasri, catturato su mandato della Corte Penale Internazionale, con l’accusa di tortura, assassinio, violenza sessuale, minaccia, lavori forzati, lesioni in danno di un numero imprecisato di vittime detenute in centri di detenzione libiche”.

    “In relazione all’indicato procedimento gli atti sono stati inoltrati al Collegio per i reati ministeriali del Tribunale dei Ministri“. E’ quanto si legge nella comunicazione di “iscrizione nel registro delle notizie di reato”, firmato dal procuratore Francesco Lo Voi, nei confronti della premier Giorgia Meloni, dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano.

    L’avvocato Li Gotti: ‘Ho presentato denuncia, l’iscrizione è un atto dovuto’

    “Io ho fatto una denuncia ipotizzando dei reati e ora come atto dovuto, non è certo un fatto anomalo, la Procura di Roma ha iscritto nel registro la premier e i ministri. Ora la Procura dovrà fare le sue valutazioni e decidere come proseguire, se individuare altre fattispecie o inviare tutto al tribunale dei Ministri. Io mi sono limitato a presentare una denuncia”. Lo afferma all’ANSA l’avvocato Luigi Li Gotti che il 23 gennaio scorso ha inviato una denuncia alla Procura di Roma sul caso della liberazione del generale libico Almasri.

    Tajani: ‘Sto con Meloni, sembra una ripicca sulla Giustizia’

    “Sono dalla parte di Giorgia Meloni, Matteo Piantedosi, di Nordio e di Mantovano. Difendo la separazione dei poteri e condanno scelte che suonano come una ripicca per la riforma della giustizia”. Lo scrive sui social il leader di FI e vicepremier Antonio Tajani. (Fonte Ansa)





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