Editoriale Trapani
Meglio stare senza rancio
Referendum 2025 indigesto...per i presidi militari ai seggi



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    Trapani – Un referendum indigesto. Non è riferito ciò all’aspetto politico della consultazione referendaria, ma la sottolineatura va bene anche prima dell’apertura delle urne, e quindi con il risultato fornito dallo spoglio. Perchè di mal di stomaco, qualche intossicazione qua e là, di disfunsioni di diverso tipo , bisogna anche parlare a sentire (ed essere testimone) i malumori dei militari comandati a vigilare sulla regolarità del voto e sulla integrità dei diversi seggi elettorali.

    E’ stato diffuso un documento sindacale, e ci riferiamo ai seggi distribuiti nel Comune di Trapani.

    Le sigle sindacali che hanno firmato la nota

    S.I.M. Sindacato Italiano Militari Carabinieri, Si.Na.Fi. Sindacato Nazionale Finanzieri e SAPPE, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, raccolto il malumore del personale impiegato nei servizi di vigilanza presso i seggi elettorali ubicati nel Comune di Trapani, hanno preso, come suol dirsi carta e penna e hanno inviato la loro civile protesta. Una rappresentazione di quello che è successo, male, o non è successo del tutto, nel servizio relativo alla distribuzione dei pasti. In qualche caso, sarebbe stato meglio rifiutare il rancio, detto alla maniera militare, perché c’è stato chi si è preso una per fortuna non grave intossicazione. A distribuire i pasti è stata una ditta privata. La questione pare non riguarda solo il Comune di Trapani ma anche altri vicini Comuni dove sarebbe stata la stessa ditta ad occuparsi dei pranzi e delle cene distribuite ai militari. I sindacati hanno contestato la organizzazione , la distribuzione dei pasti , dicono, è stata garantita senza tenere conto delle esigenze operative e fisiologiche del personale: pranzi distribuiti tra le 11:30 e le 15:30, e cene anche tra le 17:30 e le 22:40, ben oltre, spiegano, le fasce di riferimento concordate (12:00–14:30 per il pranzo e 18:00–21:00 per la cena).

    E’ mancata l’informazione su quanto veniva distribuito

    Ma ciò che è mancata è stata l’informazione su tutto quello che veniva distribuito: le informazioni essenziali sul confezionamento dei pasti (ingredienti, orario di preparazione), su ogni confezione una stessa dicitura “da consumarsi entro due ore dalla consegna”, invece non è risultata indicata la data e l’ora di preparazione del cibo. Qualche pasto è andato a male? Possibile dopo aver visto e sentito di qualche agente che ha avuto bisogno di plasil e biochetasi, “certamente – dicono i sindacalisti – la formula usata era ambigua e non riconducibile a specifiche normative di settore, ma po c’è anche da dire dell’inadeguatezza dei mezzi di consegna, non refrigerati e presumibilmente insufficienti e non proporzionati all’estensione territoriale da coprire, con conseguente arrivo di cibi e acqua fuori orario ed a temperature non idonee”. E’ andata meglio a chi il pasto è arrivato tardi o non è arrivato del tutto, certo la cosa ha causato altre conseguenze, il personale ha dovuto provvedere autonomamente, e a proprie spese, e questo in orari notturni e in assenza di alternative accessibili, ma almeno nessuno è stato male. Insomma, qualità e conformità del cibo discutibili, in alcuni casi con odori poco gradevoli o pietanze differenti da quelle ordinate, con potenziali rischi per soggetti allergici o intolleranti.

    Lamentele anche per l’acqua

    Lamentele per il rancio na anche per l’acqua: distribuzione limitata di acqua, inizialmente mezzo litro a pasto, successivamente aumentata ma non in modo uniforme tra i giorni e i seggi. Nonostante tutto ciò, le donne e gli uomini delle Forze di Polizia, militari e civili, hanno assicurato la propria presenza e il corretto svolgimento delle operazioni con grande senso di responsabilità, professionalità e spirito di servizio. La denuncia sindacale, si spera, richiami l’attenzione delle autorità preposte su queste problematiche: “non vogliamo creare polemica, ma far si che le cose possano cambiare in meglio nella programmazione logistica e una maggiore attenzione verso le condizioni di lavoro del personale impiegato, nel rispetto della loro dignità, salute e sicurezza”.

    E soprattutto evitare in futuro di dovere stare in servizio con una intossicazione in corso, facendo addirittura desiderare il vecchio rancio di una volta garantito nelle caserme.

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