Trapani – Finalmente i rappresentanti delle principali sigle sindacali del corpo della polizia penitenziaria ha incontrato il Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria di Palermo.
Un incontro per denunciare le gravi criticità che affliggono il carcere Pietro Cerulli, al centro di queste ultime settimane di disordini e tafferugli.
Nel corso della riunione sono emerse le criticità riscontrate all’interno della casa circondariale più volte denunciato a partire dall’organico reale che risulta ben al di sotto delle necessità operative: le sigle hanno chiesto l’immediata rettifica della pianta organica ufficiale, che include attualmente 25 unità non utilizzabili, di cui 22 assegnate al sito riservato e 3 al NIR. Una situazione che falserebbe il quadro complessivo del personale disponibile.
I rappresentanti delle organizzazioni sindacali hanno denunciato la carenza strutturale di circa 100 unità, con una ulteriore emergenza emersa per le prolungate assenze di una ventina di agenti in convalescenza a seguito di aggressioni subite in servizio.
Tra le criticità sollevate, anche l’emissione di ordini di servizio ritenuti poco funzionali e fonte di tensioni interne, che minano l’efficienza operativa e rischiano di sfociare in provvedimenti disciplinari contro agenti costretti a operare in condizioni estreme.
Situazione insostenibile nel reparto isolamento. A tal proposito il Provveditore ha annunciato lavori di riqualificazione nel 2026 anche se i sindacati, hanno chiesto soluzioni provvisorie immediate per garantire almeno il minimo di sicurezza e dignità lavorativa.
Altro punto caldo, la gestione dei detenuti protagonisti di rivolte interne, alcuni dei quali ancora presenti nell’istituto. Mentre sono in corso procedimenti disciplinari complessi legati al regime di sorveglianza particolare i sindacati chiedono interventi urgenti per tutelare il personale, già duramente provato.
Al termine dell’incontro, le organizzazioni sindacali hanno lanciato un ultimatum: se entro dieci giorni non arriveranno risposte concrete e atti ufficiali, partiranno azioni di protesta, con manifestazioni pubbliche e presidi permanenti, con il coinvolgimento del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e del Ministero della Giustizia. “Il personale non può più aspettare – è stato il messaggio unanime delle sigle – servono soluzioni ora, non promesse per il futuro.”