Paceco – Clima rovente, e non solo per il caldo africano, quello che si è respirato nel corso del consiglio comunale di Paceco. Quanto avvenuto nel corso della seduta dell’assemblea consiliare di ieri sera – 21 luglio 2025 – ha davvero creato un clima avvelenato. Protagonista della bufera sono state le dichiarazioni del consigliere comunale Salvatore Ricciardi.
Si parla di affermazioni sessiste e comportamenti ritenuti inaccettabili, rivolti in modo particolare al deputato regionale del M5S Cristina Ciminnisi e anche al sindaco di Paceco, Aldo Grammatico, anche lui espressione dello stesso Movimento.
In segno di protesta l’assessore del Pd Marilena Barbara ha abbandonato l’aula seguita dal consigliere Gaetano Rosselli. A togliere la parola al consigliere Ricciardi è intervenuto il Presidente del Consiglio Comunale, Maria Basiricò, che ha chiesto l’intervento dei vigili urbani per fare allontanare dall’aula il consigliere Ricciardi.
Ferma la condanna del Pd di Paceco.“Non solo inaccettabile – ha dichiarato il segretario Antonino Occhipinti – quanto accaduto ieri in consiglio comunale con il consigliere Ricciardi non è solo inaccettabile, è l’ennesima riprova di un comportamento reiterato che avvelena la nostra comunità. Le sue offese non hanno colpito solo le istituzioni, ma hanno calpestato la dignità di ogni donna, alimentando un clima di disprezzo e discriminazione”. Ed ha proseguito: “Il consigliere Ricciardi, con il suo agire sconsiderato, non fa che aumentare la tensione e l’intolleranza all’interno della nostra Paceco. Questi comportamenti, tra i tanti, non solo sono indegni di un rappresentante pubblico, ma generano un pericoloso precedente che legittima l’odio e la prevaricazione. Il Partito Democratico condanna con la massima fermezza queste azioni e chiede un intervento immediato e deciso di tutti i rappresentanti politici, sia a livello pacecoto che provinciale. È necessario un segnale forte e chiaro affinché simili episodi non si ripetano più. Massima solidarietà all’Onorevole Cristina Ciminnisi”.
Dal canto suo l’onorevole Ciminnisi ha commentato quanto accaduto attraverso il suo profilo Facebook: “Rossetto rosso e ‘annacata’? Ieri sera, durante il consiglio comunale a Paceco, il consigliere Ricciardi di Fratelli d’Italia ha pensato bene di insultarmi pubblicamente, alludendo alla mia vicinanza al Sindaco Aldo Grammatico, al mio rossetto rosso e al mio modo di camminare. Sessismo da bar? Purtroppo no. Sessismo istituzionale. E sinceramente, da Fratelli d’Italia non mi sorprende. Lo stile è sempre lo stesso: quando una donna è libera, fiera e non si lascia intimidire, e occupa un posto pari a un uomo deve essere ridicolizzata e offesa. Ma non mi zittite con la vostra misoginia. Anzi: la denuncio. La espongo. La combatto. La urlo! Se per voi una donna in politica deve essere grigia, muta e invisibile, allora preparatevi a perdere sonno. Io sono tutto il contrario. E non mi piego davanti a chi confonde il consiglio comunale con uno spogliatoio degli anni ’50. Questo è il livello. Il vostro. Ma non sarà mai il mio”.
Sulla vicenda stamane è intervenuto con una nota il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Maurizio Miceli: “In merito a quanto avvenuto nel corso della seduta del Consiglio Comunale di Paceco, apprendiamo con rammarico le affermazioni rivolte all’onorevole Ciminnisi da parte del consigliere Ricciardi. È doveroso innanzitutto chiarire che il consigliere Ricciardi non è iscritto a Fratelli d’Italia e non risulta ricoprire alcun incarico all’interno del partito né a livello locale né provinciale. Non intendiamo sottrarci al dovere di una riflessione politica e culturale più ampia. Le parole rivolte a una donna che riveste un ruolo pubblico non possono e non devono mai scadere nel pregiudizio, nell’allusione o nello sberleffo. Non lo permettiamo agli altri e non lo permetteremmo mai a noi stessi. Esprimiamo dunque solidarietà all’onorevole Ciminnisi, convinti che la battaglia contro ogni forma di sessismo, soprattutto nelle istituzioni, vada combattuta senza ambiguità. Proprio Fratelli d’Italia ha dimostrato nei fatti di non temere la parità di genere e di non aver bisogno di proclamarla: la nostra leader è una donna, prima Presidente del Consiglio dei Ministri nella storia della Repubblica, che subisce quotidianamente attacchi anche violenti, non solo politici, ma spesso personali e pretestuosi. Chi ci accusa di sessismo dovrebbe forse interrogarsi su chi, davvero, è ancora prigioniero di certi pregiudizi. Noi stiamo da un’altra parte. Dove il rispetto per le persone, uomini e donne, viene prima di ogni cosa”.