Palermo
Aumenta l’agitazione dell’autotrasporto siciliano per l’Ets
Dopo quello ortofrutticolo anche l’export di sale rischia d’essere impattato dalla misura, Aitras reclama l’intervento istituzionale “promesso ma non attuato”
Redazione24 Gennaio 2025 - Attualità
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    Palermo – Continua l’allarme degli autotrasportatori siciliani per l’impatto che la normativa Ets rischia di avere sul settore.

    Una nota dell’associazione di categoria Aitras ha rivelato che: “Con l’inizio del nuovo anno si aggravano i problemi degli autotrasportatori siciliani. La scorsa settimana l’Italkali – uno dei principali committenti siciliani – ha reso noto che non intende sobbarcarsi il maggior costo dei noli nave dovuto all’Ets in quanto dovrebbe procedere a fare lievitare il prezzo del prodotto al consumatore finale e ciò condurrebbe il prodotto fuori mercato, a tutto vantaggio dei competitor europei”.

    Spiega Salvatore Bella:

    Il presidente Salvatore Bella a SHIPPING ITALY ha spiegato che “i nostri mercati di destinazione sono in nord Europa, per cui diverse altre nazioni europee (produttrici di sale, ndr) si trovano più avvantaggiate geograficamente a raggiungere tali mercati via strada”.

    Quello delle saline sarebbe il secondo grande comparto dell’export

    Secondo Aitras (associazione italiana trasportatori specializzata in formazione e servizi logistici per l’autotrasporto)  quello delle saline sarebbe il secondo grande comparto dell’export isolano a essere travolto dall’introduzione del contributo dopo l’ortofrutticolo: “E non si è ancora toccato il fondo: le quote di Ets sono graduali e al momento non hanno raggiunto l’importo massimo che, a regime, comporterà un maggior costo di 700 euro, in aggiunta al costo normale del traghettamento” ha proseguito la nota, precisando Bella come fra 2024 e 2026 “il costo aggiuntivo in un viaggio di un autoarticolato fra Palermo e Genova passerà da 116 a 186 euro”.

    Uno scenario critico, in cui il tutto strada non rappresenta più un’alternativa o la rappresenta molto parzialmente: “È una soluzione non più praticabile perché il 90% delle aziende di autotrasporto siciliane ha investito sull’intermodalità, con sedi secondarie delle aziende in prossimità di diversi porti e numero di trattori stradali non sufficienti ad agganciare tutti i semirimorchi, per un rapporto di circa 1:10”.

    L’appello alle istituzioni

    Da qui l’appello alle istituzioni: “La politica regionale aveva promesso di intervenire sia col Governo nazionale che con Bruxelles, attivando tavoli permanenti per intraprendere e sollecitare azioni risolutive, ma ad oggi non ha fatto nulla. Intanto abbiamo chiesto che venga convocata la Consulta Regionale per l’Autotrasporto”.




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