Trapani – Siamo arrivati all’ultimo passo di quei cento che Libera ha preparato in questi mesi in vista della giornata di domani a Trapani in cui si ricorderanno le 1105 vittime innocenti delle mafie. Una serie di appuntamenti culminati oggi con l’arrivo dei familiaridelle vittime e il saluto del prefetto e del sindaco di Trapani al cinema Ariston. Quello di oggi è stato solo un assaggio di quanto accadrà domani quando tutte le famiglie, assieme alla Chiesa, alle scuole, ai sindacati, ai sindaci, alle forze dell’ordine, magistrati e alla gente si ritroverà per le strade di Trapani a portare un vento nuovo quello della “speranza”.
Il primo saluto alle famiglie è arrivato dal prefetto Daniela Lupo e dal sindaco Giacomo Tranchida
“La mafia è stata molto democratica ha colpito tutti. Oggi però voi famiglie ci date la forza per andare avanti” ha detto fra le altre cose il prefetto.
“Non è Trapani che oggi accoglie loro, ma al contrario, sono loro che ci stanno accogliendo in questo percorso” – ha invece ribadito il sindaco.
Tantissimi i volti a ricordarci le 1101 vittime delle mafie in tutta Itali, 55 delle quali uccise nel trapanese.
Tutti questi nomi domani saranno scanditi, uno per uno perchè l’impegno di Libera in questi anni e anche domani sarà quello di non lasciare soli nessuno e di perpetuare la memoria. “un popolo senza memoria è un popolo senza futuro”.
Tra i familiari Marene Ciaccio Montalto, figlia del giudice GianGiacomo Ciaccio Montalto, ucciso a Valderice il 25 gennaio 1983 al suo primo appuntamento con la Giornata nazionale in memoria delle vittime innocenti delle mafie. Ma c’era anche Maddalena Rostagno figlia di Mauro, il sociologo e giornalista ucciso a Lenzi il 26 settembre 1988, con lei anche la mamma Chicca Roveri. Ed ancora Margherita Asta, figlia e sorella di Barbara e Salvatore e Giuseppe uccisi a Pizzolungo il 2 aprile 1985. C’era anche Liliana Riccobene vedova dell’agente della polizia penitenziaria Giuseppe Montalto ucciso dalla mafia in contrada Palma, alle porte di Trapani, l’antivigilia di Natale del 1995.
Tanti volti e tante storie quelle che da oggi sono arrivate a Trapani e che domani vedremo insieme percorrere le strade della città per gridare ancora verità e giustizia. Tutti hanno sottolineato la straordinaria capacità che ha avuto Libera in questi anni di coinvolgerli per “non dimenticare”.
Il clou della vigilia la veglia ecumenica e intereligiosa nella Cattedrale San Lorenzo. Con il vescovo di Trapani anche i vescovi di Agrigento e Palermo e i rappresentati di buddisti, valdesi e musulmani. Le parole del vescovo Fragnelli nel potete risentire nel video allegato alla notizia.
“A Trapani si parla ancora di mafia, ma troppo spesso il dibattito, quando non destinato
all’autocompiacimento, serve più a rafforzare nuove forme di potere e silenzio che a contrastare davvero l’illegalità.Viviamo in un tempo in cui si costruiscono nemici su misura, pronti per essere odiati. Il
pericolo è che, continuando così, un giorno ci ritroveremo anche noi dall’altra parte, etichettati come il nemico di qualcun altro. Ma c’è una speranza. Riconoscere di essere affamati e assetati non ci toglie nulla, anzi: ci dà l’opportunità di metterci in cammino, di cercare la vera giustizia”.
“Questi sono tempi caratterizzati da viscerali atteggiamenti di scontro, molta demagogia e facili semplificazioni che istigano all’odio e alla contrapposizione. Bisogna reagire e avere il coraggio di promuovere il bene nella conoscenza, il dialogo, l’apertura, ma soprattutto avere la volontà di non fermarsi alle apparenze e agli immaginari collettivi, ambedue falsi, e fare lo sforzo di distinguere tra tradizioni religiose e strumentalizzazioni ideologiche. Non sappiamo come gli avvenimenti si svilupperanno un domani, ma bisogna maturare una forza interiore, con l’aiuto di DIO; noi musulmani diciamo: “Mi rifugio in Dio contro Satana il lapidato” e poi: “Non c’è forza e potenza se non in Dio”. E assieme a fedeli di altre confessioni: Not in my name”.