Palermo
Strage di Monreale: Convalidato il fermo in cella a Salvatore Calvaruso
I ragazzi già si conoscevano, assalto pianificato
Redazione1 Maggio 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Monreale (Palermo) – Ogni giorno che passa si aggiungono nuovi terribili particolari sulla strage di giovani a Monreale. Intanto è stato convalidato il fermo in cella per Salvatore Calvaruso, accusato di strage.

    Le testimonianze

    Pare che non fosse la prima volta che si vedevano i due gruppi – quello dei ragazzi di Monreale e quello dei giovani palermitani dello Zen. I due gruppi si conoscevano almeno di vista. Lo ha riferito uno dei testimoni, sottolineando che la presenza di quei volti in piazza non era una novità: «Vi posso dire che questi ragazzi, anche nelle sere addietro erano a Monreale. Lo posso dire perché li ho visti anche in altre occasioni e frequentano sempre la piazza di Monreale. Prima di oggi a Monreale non avevano causato alcun problema ma so che in città comunque sono soliti fare risse e creare problemi».

    La decisione del Gip

    È in questo contesto che – secondo la ricostruzione del gip Ivana Vassallo – nella notte tra il 26 e il 27 aprile, in via Benedetto D’Acquisto, sarebbe scoppiata la rissa che si è trasformata in una sparatoria culminata nella strage. Una follia durata pochi minuti ma che ha lasciato per terra Salvatore Turdo, Andrea Miceli e Massimo Pirozzo, mentre Nicolò Cangemi, 33 anni, e un ragazzo di 16 anni sono stati feriti lievemente e dimessi dall’ospedale.

    L’asp di Palermo

    Intanto l’Asp di Palermo e il Comune di Monreale, su sollecitazione della Consulta Giovanile, hanno attivato uno sportello di ascolto e intervento psicologico dedicato alla comunità. Una scelta dettata dopo i tragici eventi di sabato scorso con il triplice omicidio in strada.

     




  • Palermo
    Sparatoria a Monreale. Calvaruso: “La pistola l’ho trovata per terra allo Zen”
    Testimone "complice di Calvaruso gli diceva di sparare sulla folla non in aria"
    Redazione30 Aprile 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Palermo – «Ricordo che sono caduto per terra e mentre ero ancora per terra altre persone hanno cominciato ad aggredirmi con calci e pugni. Mi sono rialzato ed ho provato a scappare, cadendo di muovo, mi sono alzato ancora una volta e sono salito sullo scooter per andare via ma sono stato aggredito di nuovo e sono caduto per terra con lo scooter quindi a quel punto, dal borsello di colore scuro che indossavo ho estratto una pistola semiautomatica che avevo rinvenuto qualche giorno prima per strada all’interno del mio quartiere, e ho cominciato a sparare all’indirizzo di questi 3/ 4 ragazzi che in quel momento mi stavano aggredendo».

    É questa la versione di Salvatore Calvaruso che si trova in carcere con l’accusa di strage,  sulla  sparatoria di Monreale costata la vita a tre giovani poco più che  ventenni. Al gip, che ne riporta la testimonianza nella misura cautelare, il 19enne ha detto di essersi difeso con un’arma trovata per strada. «Non sono in grado di dire quanti colpi ho esploso ma ho esaurito il caricatore, posso solo affermare che contestualmente ho sentito altri colpi di pistola ma non sono in grado di dire chi altro ha sparato», ha detto.

    Intanto l’agenzia Adnkronos riporta una nota agghiacciante

    Durante la sparatoria in cui sono morti i tre giovani a Monreale (Palermo) il complice di Salvatore Calvaruso gli avrebbe detto di “non sparare in aria ma sulla folla”. E’ quanto racconta un testimone, ritenuto attendibile dagli inquirenti. La sua dichiarazione è stata inserita nell’ordinanza di custodia cautelare. “Mentre eravamo in ospedale – racconta- il mio compaesano mi ha raccontato di avere sentito che il conducente della Bmw (cioè il complice di Calvaruso ndr) riferiva al passeggero (Calvaruso ndr)di non mirare in aria ma di sparare sulla folla”. Gli inquirenti sono alla ricerca del complice di Calvaruso.




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