Trapani – Succede, in via Mauro Rostagno, nei pressi della scuola dell’infanzia e dell’asilo “Gemellini Asta”. Dove ci si aspetterebbe ordine, sicurezza e decoro, regnano invece incuria, sporcizia e pericolo. Bottiglie di birra vuote, cocci di vetro sparsi ovunque, spuntoni di ferro arrugginito in bella vista sul marciapiede come trappole invisibili. Scene da periferia abbandonata, non da ingresso di un istituto frequentato da bambini piccoli.
Chi dovrebbe intervenire? Chi ha il compito di monitorare le aree scolastiche? Le domande rimbalzano da mesi tra i genitori, sempre più preoccupati per la salute e l’incolumità dei propri figli.
Non si tratta solo di decoro urbano – già compromesso – ma di sicurezza pubblica. Quei cocci di vetro, lasciati dopo i soliti bivacchi notturni, possono ferire. Quei ferri scoperti, arrugginiti e piegati male, possono infilzare. E in questa stagione si aggiunge un ulteriore spettro: quello delle zecche, attratte dall’erba alta e dai rifiuti organici. Un mix letale, che espone i bambini a rischi sanitari gravissimi, tra infezioni e malattie trasmesse da parassiti.
La scena si ripete ogni mattina: genitori costretti a camminare in equilibrio tra ostacoli, bambini portati in braccio per evitare i punti più pericolosi, insegnanti che lanciano segnalazioni rimaste lettera morta.
E il Comune? Silenzio. Nessun intervento straordinario di bonifica, nessuna messa in sicurezza, nessun cartello che segnali almeno il pericolo. Un atteggiamento che rasenta l’omissione.
Possibile che non si riesca a garantire un minimo di tutela all’esterno di una scuola pubblica? Possibile che si debba attendere l’incidente, la ferita, il pronto soccorso prima che qualcuno si decida ad agire?
La realtà è che questa zona è da tempo fuori dal radar della manutenzione urbana. E se a farne le spese sono i più piccoli, non è solo una questione di degrado: è una questione di responsabilità collettiva.
I cittadini hanno il diritto di pretendere un ambiente sicuro per i propri figli. Le istituzioni hanno il dovere di garantirlo. Ma oggi, in via Mauro Rostagno, quel diritto è calpestato. E quel dovere, ignorato.
Trapani – Le scarpe dei portalettere del Trapanese diventeranno il morbido pavimento delle aree gioco per i bimbi dell’asilo. Si chiama ‘Scarpa vecchia fa buon gioco’ il progetto per riciclare le calzature ormai dismesse degli addetti del recapito di Poste italiane e trasformarle in materiale per la pavimentazione antiurto in dotazione ai parchi giochi per bambini.
Il progetto è stato avviato in altre parti d’Italia e ora arriva nel Trapanese. Sono 25 mila le scarpe che ogni hanno i portalettere consumano in tutta Italia. “Le nostre attività quotidiane sono già da tempo all’insegna di una sempre crescente attenzione per l’ambiente, dalla guida di mezzi green, alle regole sulla raccolta differenziata, che seguiamo rigidamente anche qui, al centro di recapito di Platamone a Trapani” dice Salvatore Colomba, portalettere presso il centro del capoluogo trapanese.
“Il contributo della Sicilia, dove sono impiegati ben 2000 portalettere, è un tassello fondamentale – spiega Sergio Zito, responsabile ingegneria e sicurezza per la logistica di Poste italiane in Sicilia”.
Attualmente le calzature vengono raccolte dai centri di recapito siciliani e inviate periodicamente nei centri logistici di Poste italiane a Catania e a Palermo e da qui poi trasportate presso il centro di smistamento della corrispondenza di Ancona, da dove partono poi per i centri di lavorazione del materiale. È stato calcolato che per 5.500 kg di calzature saranno realizzati 50 metri quadri di pavimentazione; le prime piastrelle verranno installate negli asili di Roma e Bologna.