Palermo – I pm dell’ufficio siciliano della Procura Europea (Eppo) Geri Ferrara e Amelia Luise hanno chiesto la condanna complessivamente a 180 anni di carcere per i 24 imputati al processo nato dall’inchiesta ‘Blue Wav’e su un maxi contrabbando di sigarette.
Chiesta anche la confisca di beni per oltre un milione di euro.
Il processo, che si celebra in abbreviato, è stato rinviato dal gup al 9 settembre per le arringhe difensive.
Le indagini, avviate nell’estate del 2019, consentirono di scoprire due organizzazioni criminali di contrabbandieri. Le bande erano in rapporti di affari tra loro e svolgevano la loro attività nel trapanese e nel palermitano con agganci nell’area napoletana per le forniture della merce.
Una delle organizzazioni, diretta da un tunisino e attiva prevalentemente tra Marsala, Mazara del Vallo e Petrosino, avrebbe introdotto nel territorio nazionale sigarette di contrabbando provenienti principalmente dalla Tunisia attraverso l’utilizzo di imbarcazioni da pesca.
La seconda, capeggiata da un palermitano, avrebbe acquistato grandi quantitativi di sigarette provenienti dal nord Africa e dall’Est Europa, attraverso la mediazione di tre napoletani, stoccandoli presso magazzini dislocati in aree ad alta densità criminale, per poi distribuirli in maniera capillare in tutta la provincia grazie a un’articolata rete di rivenditori.
Le aree risultate maggiormente interessate agli sbarchi nel trapanese, principalmente Mazara del Vallo, Marsala e Campobello di Mazara, ma alcuni eventi furono registrati anche nel siracusano. Le sigarette, quando non intercettate dagli interventi repressivi dei finanzieri, una volta approdate sulla costa venivano stoccate in magazzini nella disponibilità degli indagati nel territorio mazarese, da dove – come testimoniato dai riscontri investigativi eseguiti – si rifornivano i componenti dell’organizzazione palermitana.
• 23 tonnellate di sigarette (principalmente con marca Oris, Royal, Pine, Time), che non possono essere vendute in Italia in quanto non conformi ai parametri di produzione e commercializzazione previsti dalla normativa europea;
• 10 imbarcazioni (4 pescherecci e 6 motoscafi veloci), del valore di circa 500.000 euro;
• 170.000 euro in contanti.
Se immesse sul mercato, le sigarette di contrabbando avrebbero fruttato introiti illeciti per 3,5 milioni di euro, generando un danno per le casse dell’Unione Europea e dell’erario nazionale per oltre 6 milioni di euro.
Nell’ambito dell’inchiesta fu accertato che sei dei fermati, percepivano direttamente o tramite il proprio nucleo familiare il “reddito di cittadinanza”, beneficio cheche fu sospeso.