Capuano vince la battaglia legale contro il Trapani Calcio
Oggi la firma con il Giugliano
Redazione23 Ottobre 2025 - Calcio
  • Calcio

    Roma – Eziolino Capuano torna in panchina, oggi la firma con il Giugliano. Il tecnico ex Taranto subentra a Mirko Cudini dopo lo 0-3 interno con il Catania.

    Prima di poter firmare era necessario aspettare la sentenza legata al ricorso inoltrato agli organi di giustizia sportiva da parte del presidente del Trapani calcio,Valerio Antonini che, anche pubblicamente, accusò Capuano di aver assunto atteggiamenti poco professionali nei confronti dei calciatori depauperando il potenziale a disposizione. Il Collegio Arbitrale della Lega Pro ha rigettato il ricorso presentato dalla società granata contro l’ex allenatore Capuano. La società di Antonini sosteneva che l’allenatore avesse tenuto comportamenti offensivi e denigratori nei confronti dei giocatori, tali da compromettere lo spirito di gruppo. A sostegno della richiesta di licenziamento “per giusta causa” erano state depositate le dichiarazioni di tutti i calciatori della rosa, che parlavano di “angherie e vessazioni”.

    Ieri è arrivata la sentenza che da ragione a  Capuano, ed oggi ha sottoscritto l’accordo biennale con i campani.




  • Palermo
    I giudici motivano la condanna a Martina Gentile “Era tra le persone più vicine a Matteo Messina Denaro”
    La donna è stata condannata a 4 anni e 8 mesi per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena aggravati
    Redazione22 Ottobre 2025 -
  • Palermo – «Non appare credibile che Martina Gentile abbia appreso della relazione esistente tra la madre e Messina Denaro solo dopo l’arresto della Bonafede, posto che la stessa Bonafede, nelle sue spontanee dichiarazioni, ha riferito che, di fatto, lei e la figlia avevano costituito con il latitante Messina Denaro una famiglia, seppure anomala per non esserci mai stata una convivenza tra loro; e la stessa Gentile, d’altra parte, nella lettera scritta a Messina Denaro si rammaricava del fatto che i rapporti non potessero essere più quelli di un tempo».

    È uno dei passaggi delle motivazioni della sentenza con cui il gip di Palermo ha condannato Martina Gentile, figlia della maestra Laura Bonafede, storica amante del boss Matteo Messia Denaro, a 4 anni e 8 mesi per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena aggravati.

    Il provvedimento è stato depositato nei giorni scorsi.

    Martina Gentile aveva negato di essere a conoscenza della storia d’amore tra la madre, moglie di un mafioso ergastolano, e l’allora latitante e si era detta pentita di aver provato affetto per il capomafia ricercato.

    Affermazioni a cui il gip, che riporta brani delle lettere che Gentile scriveva al boss, non ha creduto.

    «Non sapevo cosa fare, cosa dirti prima ti avrei voluto dire di darmi un passaggio e ti fermavi a mangiare a casa … utopia! Incredibile come ci hanno tolto tutto», si legge in uno dei pizzini che Gentile mandava a Messina Denaro riportato nella sentenza.




  • Castellammare del Golfo
    Tar accoglie ricorso e riduce daspo nei confronti di un dirigente sportivo
    Il provvedimento era stato disposto dal Questore dopo la partita Castellammare -Mazara
    Redazione16 Ottobre 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Castellammare del Golfo – Con sentenza del 13 ottobre 2025, il T.A.R. Sicilia – Palermo ha accolto il ricorso presentato dai legali di un dirigente sportivo del Castellammare calcio, riducendo il Daspo applicato dal Questore di Trapani di tre anni nei suoi confronti.  Condividendo le tesi degli avv.ti Rubino e Piazza, il T.A.R. ha ritenuto immotivata l’applicazione del Daspo per tre anni e, conseguentemente, ha annullato il provvedimento della Questura  relativamente alla durata dell’interdizione per un periodo superiore ad un anno.
    Per effetto della sentenza resa dal Giudice Amministrativo, il dirigente sportivo del Castellammare
    Calcio potrà nuovamente sedere in panchina ed accedere a tutti gli impianti sportivi.

    La cronaca

    In occasione della partita tra il “Castellammare Calcio 94” e l’“U.S. Mazara”, in prossimità del termine dell’incontro scoppiava un litigio tra i giocatori delle due squadre in campo. Uno dei dirigenti del Castellammare, seduto in panchina, in quanto inserito nella distinta delle persone autorizzate ad accedere al campo, è entrato nel rettangolo di gioco per cercare di calmare gli animi da qui ne
    scaturiva un diverbio verbale frutto della concitazione del momento.

    Il Questore di Trapani, sostenendo che il dirigente sportivo si era reso responsabile del reato di invasione di campo in occasione di manifestazioni sportive e che con il suo atteggiamento aveva creato fervore tra la tifoseria del Mazara, producendo criticità gestionali nel settore tribuna dell’impianto sportivo, ha ritenuto che c’erano i presupposti per l’adozione di un Daspo.  Per questo ha disposto
    il divieto di 3 anni, vietando al dirigente del Castellammare di accedere in tutti gli stadi, impianti sportivi del territorio nazionale, in occasione di incontri di calcio, anche amichevole, disputati da qualunque squadra che militi nei campionati nazionali, e in occasione degli incontri di calcio relativi alla Coppa Italia, Europa League e Champions League ed in occasione di tutti gli incontri di calcio, anche di tipo amichevole, disputati dalla Nazionale Italiana.

    Il dirigente sportivo del Castellammare, non condividendo il provvedimento del Questore, assistito dagli avv.ti Girolamo Rubino e Daniele Piazza, ha proposto un ricorso giurisdizionale innanzi al T.A.R. Sicilia – Palermo.

    I legali incaricati censuravano il Daspo adottato dal Questore, sostenendo che “la condotta non avrebbe rappresentato una turbativa per l’ordine e la sicurezza pubblica e che il provvedimento sarebbe viziato da eccesso di potere per difetto dei presupposti, non venendo in rilievo la fattispecie di cui all’art. 6-bis L. 401/1989 in quanto il proprio assistito, nella qualità di dirigente, era autorizzato a sedere all’interno dell’impianto sportivo per cui nell’occasione non vi sarebbe stato alcun “indebito” superamento di recinzione o di separazione dell’impianto”.

    Ed ancora, gli avv.ti Rubino e Piazza “evidenziavano l’eccessività della durata del Daspo (tre anni), in violazione del principio di proporzionalità”.




  • Trapani
    Gestione Cpr, la prefettura di Trapani deve pagare la Cooperativa Badia Grande
    Condannata dovrà versare oltre un milione per i servizi
    Redazione14 Ottobre 2025 -
  • Trapani – Il tribunale di Palermo ha condannato la prefettura di Trapani a pagare alla cooperativa Badia Grande un milione e 251.553 euro a titolo di corrispettivo, maturato nel 2020-21, per la gestione dei centri di accoglienza di Trapani Milo e di Villa Sant’Andrea a Valderice. Alla somma devono aggiungersi interessi moratori per 500mila euro.  La decisione mette fine a una lunga controversia legale tra l’ente gestore e la Prefettura.

    La sentenza ha riconosciuto alla cooperativa l’assistenza straordinaria prestata durante la fase più critica della pandemia da Covid-19, nonostante l’assenza di una formale convenzione.

    Il Tribunale ha accolto l’istanza fondata sul principio dell’ingiustificato arricchimento della pubblica amministrazione: secondo i giudici, lo Stato si sarebbe avvalso dei servizi offerti dalla coop senza corrispondere quanto dovuto, beneficiando così in maniera indebita dell’attività prestata nei centri di Valderice e Milo tra marzo 2020 e luglio 2021.

    A difendere la cooperativa Badia Grande gli avvocati: Massimo Petrucci, Alessandra Indovina e Girolamo Artale.




  • Trapani
    L’ex sindaco Girolamo Fazio condannato per lesioni personali
    I fatti si riferiscono alla lite avvenuta a Marettimo il 15 agosto 2020 con un ragazzo allora 17enne
    Redazione7 Ottobre 2025 -
  • Toga da magistrato appesa in aula di tribunale, con la scritta "La legge è uguale per tutti" in evidenza

    Trapani – L’ex sindaco di Trapani Mimmo Fazio è stato condannato per lesioni personali. La sentenza emessa stamane dal Tribunale di Trapani, giudice D’Alessandro. Fazio è stato condannato a 516 euro di multa e al risarcimento della parte civile per 500 euro oltre al pagamento delle spese processuali.

    I fatti si riferiscono ad una vicenda che risale al 15 agosto 2020 sull’isola di Marettimo. Fazio in vacanza sull’isola mentre stava andando a pescare si trovò coinvolto in un gavettone lanciato da un gruppo di ragazzi che scherzavano tra loro.

    Lo scherzo non piacque all’ex politico che sorpreso dal gesto reagì nei confronti di uno dei giovani, e dalle parole si passò ai fatti.

    Nell’immediatezza dei fatti sulla vicenda le versioni furono controverse, il giovane di 17 anni sostenne che Fazio, durante il diverbio, lo avrebbe afferrato per i testicoli stringendoli, e che a quel punto lui avrebbe reagito colpendolo al volto, provocandogli una ferita sopraccigliare poi suturata con alcuni punti. Fazio, invece, ha sempre negato di aver aggredito il ragazzo, sostenendo di essere stato colpito all’improvviso.

    Sulla vicenda, che fece molto clamore all’epoca, non solo per il luogo di vacanza, per la figura di uno dei protagonisti in quel momento al centro di altre vicende, indagarono i carabinieri.

    Stamane a distanza di cinque anni la sentenza di un giudice ha messo la parola fine a questa vicenda.




  • Catania
    Corte d’Appello di Catania condanna Angelo Di Natale per diffamazione
    Ribaltata la sentenza di primo grado: riconosciuta l'offesa a Libera e a don Luigi Ciotti
    Redazione23 Settembre 2025 - Cronaca
  • giornata memoria vittime mafia Cronaca

    Catania – La Corte di Appello di Catania ha riformato la sentenza di primo grado che aveva assolto Angelo Di Natale, direttore responsabile della testata online LaPrimaTv.it, dal reato di diffamazione nei confronti di Libera e di don Luigi Ciotti.

    Di Natale è stato condannato per aver offeso e diffamato con affermazioni che hanno scientemente travisato la realtà, con l’intento di delegittimare in maniera squalificante Libera e il suo Presidente.

    In attesa di leggere le motivazioni della sentenza, come Libera ribadiamo di aver sempre rispettato il diritto a un’informazione libera e alla libertà di critica. Benvengano analisi e critiche, ma a patto che siano serie, documentate e disinteressate.

    Quando queste prerogative etiche mancano, la denuncia si trasforma in diffamazione e offesa. (https://www.libera.it/)




  • Palermo
    Appello Bonafede. Corte acquisisce sentenza Lanceri
    Udienza rinviata
    Laura Spanò9 Luglio 2025 -
  • tribunale palermo

    Palermo – Ieri davanti la II sezione della corte d’appello di Palermo presidente, giudice Fernando Sestito era prevista l’arringa dell’avvocato Tommaso De Lisi, legale di Andrea Bonafede, ex operaio del comune di Campobello di Mazara accusato di aver fatto da “postino sanitario” tra Matteo Messina Denaro e il medicio Alfonso Tumbarello nel periodo in cui il boss era in cura per il cancro al colon.

    Bonafede è stato condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione.

    Ieri l’avvocato De Lisi ha chiesto alla corte di acquisire la sentenza della corte d’appello sezione I – di Lorena Lanceri, amante del boss. “La Lanceri – dice l’avvocato De Lisi – in primo grado era stata condannata per partecipazione all’associazione mafiosa e in appello assolta per questo reato è condannata solo per favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza di pena, dunque siccome le posizioni processuali della Lanceri e del Bonafede sono sovrapponibili ritengo che questo è un documento importante per la difesa del mio assistito”.

    La corte ha acquisito il documento rimandando l’udienza al 16 luglio per quella data oltre all’arringa difensiva è prevista la sentenza.

    La richiesta del PG Manzella

    Il procuratore generale Carlo Manzella alla fine della sua requisitoria aveva chiesto per Andrea Bonafede 12 anni di reclusione, puntando a far riconoscere l’appartenenza piena a Cosa nostra, alla luce del suo ruolo funzionale alla sopravvivenza del boss in clandestinità.

    Secondo la ricostruzione dell’accusa, Bonafede avrebbe fatto da “postino” a Messina Denaro, occupandosi soprattutto di farsi prescrivere e di ritirare le ricette mediche per garantirgli le cure, a seguito della diagnosi di tumore che, il 25 settembre del 2023, dopo l’arresto, lo aveva poi stroncato. L’imputato era stato arrestato poche settimane dopo la cattura del latitante e in manette era finito anche il medico di base del boss, Alfonso Tumbarello.

    L’imputato avrebbe fatto la spola tra lo studio del medico per farsi prescrivere farmaci e visite, oltre a ritirare ricette. Furono quasi 140 quelle individuate dagli investigatori. L’imputato si era difeso sostenendo di aver fatto “una cortesia” al cugino omonimo, che “voleva nascondere la sua malattia alla sua famiglia”. In realtà, però, il vero Andrea Bonafede non è affetto da alcun tumore, ma i suoi dati sono stati utilizzati da Messina Denaro per accedere alle cure del Servizio sanitario nazionale




  • Favignana
    Favignana. La perdita di gasolio da un serbatoio della centrale elettrica non causò inquinamento ambientale nell’isola
    Sentenza tribunale assolve SEA Favignana e l’amministratore Filippo Giuseppe Accardi
    Redazione8 Luglio 2025 -
  • Sea centrale elettrica

    Favignana – La perdita di gasolio da un serbatoio della centrale elettrica non causò inquinamento ambientale nell’isola di Favignana. Lo ha decretato la sentenza del Tribunale di Trapani, giudice Roberta Nodari, a conclusione di un lungo e articolato processo penale, che ha assolto con formula piena la Società Elettrica Favignana e l’amministratore, il professore Filippo Giuseppe Accardi.

    Entrambi erano stati accusati di aver contaminato circa novantaquattromila mila metri quadrati di territorio, a causa di una perdita di gasolio da un serbatoio della centrale elettrica avvenuta negli anni Ottanta.

    La Procura di Trapani aveva anche contestato la mancata bonifica dell’area, e per tali reati il Comune di Favignana e alcuni abitanti dell’isola si erano costituiti parte civile.

    Il collegio difensivo di Filippo Giuseppe Accardi, composto dagli avvocati Angelo Mangione e Stefano Pellegrino, insieme al difensore della società, l’avvocato Antonio Reina, ha invece dimostrato la correttezza dell’operato della SEA, che gestisce la centrale elettrica dell’isola, e soprattutto l’efficacia degli interventi di bonifica messi in campo dall’amministratore nel contenere la perdita di gasolio ed
    evitare la contaminazione del suolo e dell’area marina di Favignana.

    Le analisi dell’ARPA hanno successivamente accertato lo stato di salubrità dei pozzi d’acqua delle abitazioni confinanti con la centrale elettrica, escludendo qualsivoglia ipotesi di contaminazione ai danni degli abitanti dell’isola.

    Dopo un processo durato anni, la sentenza mette la parola fine a un caso che aveva alimentato voci e diffuso preoccupazioni rivelatesi, alla riprova dei fatti, prive di ogni fondamento.




  • Palermo
    Condannata Martina Gentile, per lei quattro anni e 8 mesi
    La donna è la figlia di Laura Bonafede storica amante del boss Matteo Messina Denaro
    Redazione4 Marzo 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Palermo – Il gup di Palermo ha condannato a 4 anni e 8 mesi e un anno di libertà vigilata Martina Gentile, figlia dell’insegnante Laura Bonafede, storica compagna di Matteo Messina Denaro. Gentile, ritenuta pedina fondamentale della rete di assistenza al latitante, era accusata di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena.

    Notizia in aggiornamento




  • Trapani
    Condannato per minacce e stalking Francesco Paolo Rallo, marito del sindaco di Erice
    La vicenda è legata al cosiddetto "caso parcheggi"
    Redazione1 Marzo 2025 - Cronaca
  • Tribunale di Trapani, sede del Palazzo di Giustizia Cronaca

    Trapani – Si chiude con la condanna di Francesco Paolo Rallo, marito del sindaco di Erice, Daniela Toscano, il processo per atti persecutori nei confronti dell’imprenditore Riccardo Agliano e della moglie.

    La sentenza

    Rallo, è stato condannato a 8 mesi di reclusione e 1 anno di corsi per la riabilitazione per minacce e stalking nei confronti dell’imprenditore Agliano e della moglie, Maria Brigida Trombino. Il giudice ha disposto un risarcimento di 5.000 euro e il pagamento di 3.800 euro di spese legali.

    Sulla sentenza interviene l’avvocato Giuseppe Rando, legale di Rallo

    “Trattandosi di una costola del procedimento principale che ha visto indagata la Sindaca e il di lei fratello, conclusosi con l’archiviazione da tutti i reati loro contestati- dice il legale – non può che sorprendere la sentenza emessa dal Tribunale di Trapani. Continuiamo ad avere fiducia nella magistratura e siamo certi che, una volta depositate le motivazioni, la Corte di Appello possa dare una lettura differente della vicenda riconoscendo l’assoluta estraneità del Sig. Francesco Rallo rispetto ai fatti a lui contestati”.

    La vicenda

    La vicenda risale al 2019 ed è legata al cosiddetto “caso parcheggi”. L’imprenditore Agliano aveva accusato il sindaco Toscano di aver favorito una ditta concorrente nell’aggiudicazione di un’area da adibire a parcheggio privato. L’accusa nei confronti del sindaco fu archiviata, ma il marito, Francesco Paolo Rallo, è stato accusato di aver minacciato Agliano e la moglie in diverse occasioni.

    L’accusa

    Le accuse nei confronti del marito di Daniela Toscano, Francesco Paolo Rallo, prendono quindi le mosse dal “caso parcheggi” e rappresentano uno stralcio dal procedimento principale. Rallo avrebbe ripetutamente minacciato Agliano e la consorte in almeno tre distinti episodi che sarebbero avvenuti nei pressi della scuola frequentata dai figli dell’imprenditore. “Te la faccio… o te la facciamo pagare” le parole che Rallo avrebbe rivolto ai coniugi Agliano. In una occasione, secondo l’accusa, Rallo avrebbe lasciato nell’auto di Agliano un foglio A4 recante la scritta “Sbirro” ed una croce.

    Il Gip parlò addirittura di “banditismo da strada”.

     





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