Roma – Dopo oltre cinque anni di attesa, entra finalmente in vigore il Bonus Tari, una misura che garantirà uno sconto del 25% sulla tassa dei rifiuti alle famiglie in condizioni di disagio economico. La norma, introdotta con un decreto fiscale nel 2019, ha visto solo ora la pubblicazione del Dpcm attuativo, avvenuta il 21 gennaio scorso e ufficialmente in vigore dal 28 marzo 2025.
L’agevolazione è destinata a nuclei familiari con un Isee fino a 9.530 euro, con un innalzamento della soglia a 20.000 euro per le famiglie con almeno quattro figli a carico.
L’Arera (Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente) è ora incaricata di definire le modalità di applicazione della misura, con provvedimenti che garantiranno il corretto recupero dei costi e l’attuazione graduale della riduzione tariffaria.
Per coprire gli oneri derivanti dal bonus, l’Arera istituirà entro luglio una componente perequativa, applicata alla generalità degli utenti—sia domestici che non domestici—e gestita dalla Cassa per i servizi energetici e ambientali.
Il provvedimento prevede inoltre che l’agevolazione venga introdotta gradualmente nell’arco di dodici mesi, per consentire ai Comuni e ai gestori del servizio di adattarsi alle nuove disposizioni senza impatti improvvisi sulle tariffe generali.
L’attesa per il bonus Tari è stata lunga: la norma risale al 2019, ma il necessario decreto attuativo ha richiesto oltre cinque anni per vedere la luce. Un ritardo che ha sollevato numerose polemiche, considerando che si tratta di una misura destinata ai nuclei più vulnerabili.
Ora, con l’entrata in vigore del decreto, resta da vedere quanto tempo servirà per la concreta applicazione del bonus da parte di Comuni e gestori del servizio.