Agrigento
Agrigento, incontri di pugilato in carcere, è la denuncia dei sindacati di polizia
Il caso è stato scoperto ad Agrigento ma anche in altre strutture penitenziarie esiste il fenomeno
Redazione10 Dicembre 2024 - Cronaca
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    Agrigento – Incontri di pugilato clandestini nel carcere Di Lorenzo di Agrigento con tanto di scommesse collegate: è quanto denuncia il sindacato della polizia penitenziaria dopo una violenta aggressione, che risale ai giorni scorsi, ai danni di un agente che ha rimediato un pugno al volto. Il fenomeno, secondo quanto sostiene il segretario generale Aldo Di Giacomo non riguarderebbe solo il penitenziario agrigentino e i casi sarebbero in rapida diffusione, alimentati da scommesse controllate da clan della criminalità organizzata.

    «Gli incontri pugilistici, preceduti da vere e proprie lezioni di boxe e allenamenti agonistici contrabbandati per attività sociale, sono la riprova che nel carcere l’illegalità non ha più limiti. Ci mancano solo i night club e la prostituzione. In questo grande ring che è diventato oggi il carcere – prosegue – agli agenti penitenziari non può essere scaricato il compito scomodo, che lo Stato non vuole assumere, di fare da arbitri perché come è già accaduto in molti casi i poliziotti che cercano di dividere detenuti e clan in rissa finiscono in ospedale a causa di violenti pugni in faccia».

    Purtroppo la situazione nelle carceri in Italia continua a rimanere una emergenza. I numeri sul sovraffollamento parlano chiaro, i detenuti nelle strutture presenti nel nostro Paese sono 61.468, dovrebbero essere invece 47.067, le persone detenute, in base ai posti disponibili negli istituti penitenziari. Questo significa che vi è un indice di SOVRAFFOLLAMENTO DEL 130,59%.

    A questo va aggiunto la situazione delle strutture penitenziarie moltissime da ristrutturare, l’atavica mancanza di personale, mancano le strutture atte ad accogliere specifici disagi, sul territorio, da quello mentale e alle tossicodipendenze, ad esempio, perche quelle presenti sul territorio nazionale non bastano. E mancano realmente gli spazi, anche quelli richiesti per evitare i contagi di malattie infettive.




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