Trapani – Il sostituto del Direttore generale dell’Azienda Sanitaria provinciale di Trapani Danilo Palazzolo, questa mattina ha ricevuto i tre segretari delle confederazioni sindacali, Federica Badami, segretario generale Cisl Palermo Trapani, Liria Canzoneri. segretario generale Cgil Trapani e Tommaso Macaddino, segretario generale della Uil Trapani, che avevano convocato un sit in davanti la sede dell’Asp. Presente all’incontro anche il direttore sanitario aziendale Danilo Greco.
I dirigenti sindacali non hanno affrontato il tema dei ritardi nella consegna dei referti istologici, visto che, come ribadito da Palazzolo, la processazione è già tornata regolare da settimane grazie agli interventi messi in campo, ma hanno voluto ragionare nel merito, ponendo in risalto una serie di criticità sanitarie e socio-sanitarie, dalle liste d’attesa alla mancanza di personale medico, alle difficoltà di interlocuzione dei soggetti anziani e fragili, evidenziate in un documento programmatico consegnato alla direzione strategica aziendale.
Palazzolo, sottolineando tutte le azioni messe in campo sia per l’abbattimento delle liste d’attesa che per il reclutamento d medici, ha concordato infine nell’avvio concreto di questo tavolo permanente tra l’azienda e i sindacati.
Al termine i sindacalisti hanno sciolto il sit in e si sono recati in prefettura, dove ieri pomeriggio il direttore Palazzolo aveva incontrato il prefetto di Trapani Daniela Lupo.
Trapani – Una sanità che garantisca pari diritti a tutti è questo il senso del sit-in voluto stamane da Cgil, Cisl e Uil Trapani.
Una pacifica protesta quella vista stamane contro le molteplici criticità che insistono nella sanità trapanese a cominciare dalla vicenda dei ritardi nella refertazione degli esami istologici. La richiesta unanime: “quella di una immediata inversione di rotta nella gestione della sanità provinciale”.
Non più corsie preferenziali com’è accaduto fino ad oggi, ma “Difendere il diritto alla salute significa tutelare la vita, la dignità e il lavoro di chi ogni giorno opera nella Sanità pubblica”.
Al centro della manifestazione di stamane anche la mancata attivazione del tavolo permanente sulla Salute, istituito nel 2021 ma convocato due volte. “Non possiamo accettare che uno strumento di confronto così importante resti inattivo mentre i problemi si accumulano”, hanno dichiarato all’unisono i segretari generali Liria Canzoneri (Cgil), Federica Badami (Cisl) e Tommaso Macaddino (Uil).
Cgil, Cisl e Uil avevano gà denunciato l’assenza di risposte da parte dell’Asp a cui erano stati chiesti diversi incontri, questo è accaduto oggi a riceverli il sostituto del direttore generale Danilo Palazzolo.
A preoccupare i sindacati non è solo il caso dei referti istologici, su cui al momento insiste una indagine giudiziaria, ma anche accertamenti interni alla stessa Azienda, ma anche una gestione che, secondo i sindacati, manca di trasparenza e programmazione.
Il sit in arriva all’indomani della presa di posizione del dirigente Asp Danilo Palazzolo al quale è stato affidato in via provvisoria il governo dell’azienda di Trapani, dopo che la Regione ha sospeso per due mesi il direttore generale Ferdinando Croce. A Palazzolo che stamane ha incontrato i tre segretari delle confederazioni sindacali, sono state evidenziate in un documento programmatico una serie di criticità sanitarie e socio-sanitarie, dalle liste d’attesa alla mancanza di personale medico, alle difficoltà di interlocuzione dei soggetti anziani e fragili.
Il documento con le priorità e le richieste per una Sanità più equa è stato consegnato anche al Prefetto a cui chiedono che si faccia portavoce presso i governi regionale e nazionale, e che venga costituito un tavolo di confronto e di crisi dedicato al tema sanitario.
Aumento delle risorse finanziarie per la Sanità trapanese da destinare al potenziamento delle strutture ospedaliere, all’ammodernamento delle attrezzature, all’incremento dei posti letto e a una distribuzione equa delle risorse disponibili.
Valorizzazione del personale sanitario con l’attivazione di programmi di assunzione e stabilizzazione, oltre a incentivi per trattenere gli operatori sanitari già in servizio. L’obiettivo è garantire un numero adeguato di professionisti formati e motivati.
Rafforzamento dell’assistenza territoriale per alleggerire il carico sugli ospedali principali e migliorare l’accessibilità ai servizi per i cittadini nelle varie zone della provincia.
Innovazione e digitalizzazione del sistema sanitario: tra le priorità indicate ci sono investimenti per aggiornare i pronto soccorso, implementare il Fascicolo Sanitario Elettronico e sviluppare la telemedicina, al fine di migliorare il coordinamento e la qualità dei servizi.
Revisione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) alle esigenze del territorio trapanese, per ridurre le disuguaglianze tra le diverse aree della Sicilia e garantire equità nell’accesso alle cure.
Partecipazione e confronto territoriale: i sindacati reclamano un approccio partecipativo nella gestione sanitaria, con il coinvolgimento di chi vive e lavora nel territorio con un tavolo permanente di confronto con le organizzazioni sindacali alla Prefettura.
Trapani – Cgil, Cisl e Uil Trapani stamane 17 aprile, a partire dalle 9,30, saranno in sit-in davanti la sede dell’Asp di Trapani in via Mazzini per protestare contro la gestione del caso dei ritardi nella processazione degli esami istologici e per ribadire alla direzione dell’azienda sanitaria la necessità della convocazione urgente del tavolo sulla salute costituito nel 2021.
“Nelle ultime settimane – affermano i segretari generali Liria Canzoneri, Federica Badami e Tommaso Macaddino – abbiamo più volte scritto all’Asp per chiedere un incontro, ma non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Nel 2021 l’Asp ha costituito con i sindacati un tavolo permanente di confronto sulla sanità, che però ha convocato una sola volta. Con la manifestazione di giovedì prossimo non vogliamo solo rappresentare lo stato di malessere che in molti vivono in questa provincia relativamente all’episodio dei gravissimi ritardi nella refertazione degli esami istologici e delle conseguenze tragiche in alcuni casi, ma vogliamo soprattutto porre quelle che secondo noi sono le priorità per una sanità migliore. Questa provincia merita un sistema sanitario efficiente, in grado di rispondere alle reali esigenze delle persone”.
“Difendere il diritto alla salute – concludono Canzoneri, Badami e Macaddino – significa tutelare la vita, la dignità e il lavoro di chi ogni giorno opera nella sanità pubblica. Per Cgil, Cisl e Uil questo non è un semplice slogan ma una responsabilità concreta. Rivendicare più risorse per la sanità è per noi una battaglia di civiltà”.
I rappresentanti del Comitato per la Radioterapia parteciperanno al sit in per la sanità trapanese indetto dai sindacati Cgil Cisl e Uil che si terrà alle 9,30 davanti la sede dell’Asp di via Mazzini. “Speriamo che la cittadinanza intervenga numerosa e faccia sentire la propria voce” hanno detto i rappresentanti del Comitato, che nei giorni scorsi avevano partecipato al convegno sulla sanità tenutosi a Valderice ed al quale ha preso parte la senatrice Beatrice Lorenzin.
“È quanto mai necessario che la recente e drammatica tempesta che ha colpito la sanità trapanese, e soprattutto i malati oncologici, non ci faccia perdere la bussola per tirare dritti verso la costruzione della Radioterapia a Trapani – hanno dichiarato – Ciò che è accaduto è gravissimo e mette ancora una volta
in luce con quale leggerezza vengano affrontate problematiche così importanti facendo emergere errori, ritardi e disattenzioni da parte dei vertici della sanità regionale e locale preposti a garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini della provincia di Trapani.
Mazara del Vallo – “Disertando anche questo consiglio comunale, Schifani ha perso l’ennesima occasione per chiedere scusa ai cittadini di Trapani e Mazzara del Vallo”. Lo ha detto Davide Faraone, vice-presidente di Italia Viva, nel suo intervento nel corso della seduta aperta del consiglio comunale di Mazara del Vallo sul tema sanitario.
Nella seduta dell’assemblea consiliare si è parlato dello scandalo che in queste settimane ha investito l’Asp di Trapani relativamente alla mancata refertazione per tempo di oltre 3300 esami istologici importante per i pazienti che grazie a quei risultati avrebbero dovuto iniziare una terapia salvavita. Di questi 356 sono stati considerati positivi con gravi conseguenze per i pazienti, venti addirittura quelli che richiedono ulteriori approfondimenti a causa della loro particolare tipologia.
“Con la sua assenza di oggi, il presidente siciliano ha perso un’altra occasione istituzionale e mancato di rispetto ai pazienti e a tutti coloro che hanno subito sulla loro pelle i ritardi di una sanità che non funziona per colpa della lottizzazione politica del suo governo e di un sistema che seleziona manager senza curarsi del merito. Noi di Italia Viva siamo stati davanti alla Asp di Trapani, in piazza con gli studenti, a questo consiglio comunale aperto e saremo giovedì in piazza a Trapani con i sindacati e saremo presenti a ogni altra iniziativa utile a ribadire che serve una sanità pulita, una sanità in cui la politica non metta le zampe. Non abbassermo la guardia e faremo di tutto perché lo scandalo degli esami istologici di Trapani non venga dimenticato. Come ha detto con grande dignità l’insegnante, Maria Cristina Gallo, la sua drammatica vicenda deve servire perché qualcosa del genere non si ripeta più”, ha concluso Faraone.
Trapani – Primo collegio di direzione sotto la gestione del neo direttore generale dell’Asp Danilo Palazzolo oggi all’Asp di Trapani. “Credo in questa azienda – ha ribadito Palazzolo rivolgendosi ai presenti – che è una comunità di uomini e donne, forte e organizzata. Tutti insieme dobbiamo portarla avanti, al servizio degli utenti”.
Con Palazzolo, sostituto del Direttore generale dell’ASP Trapani, c’era anche il direttore sanitario aziendale Danilo Greco, i capi dipartimento e i direttori dei presidi ospedalieri e dei distretti sanitari della Provincia.
“Un pensiero, in primis, – ha aggiunto Palazzolo – va doverosamente rivolto alle persone coinvolte nella vicenda dei ritardi dei referti istologici, con le quali siamo assolutamente solidali e fattivamente vicini, anche in termini assistenziali”.
Diversi gli argomenti trattati, e Palazzolo ha annunciato la volontà, per certi versi il dovere, di attivare nuovi posti letto, sia per acuti che per post acuzie, almeno negli ospedali come Marsala, Castelvetrano, Mazara del Vallo e Salemi, dove le strutture sono idonee per accoglierli. Prioritariamente il punto dolente è la cronica deficienza di dirigenti medici, visto che dei 937 in pianta organica ne sono presenti solo 687. Con il concorso per 191 medici, di diverse specializzazioni, bandito a febbraio dall’Asp Trapani e scaduto lo scorso 6 marzo, si spera di alleviare tale deficit. Organici completi invece, per il personale infermieristico e per gli operatori socio-sanitari.
Una lente d’ingrandimento è stata posta sull’abbattimento delle liste d’attesa, dove si stanno ricercando nuove risorse per i convenzionati, insieme a una più attenta regolamentazione dell’attività libero professionale intramoenia. Gli adempimenti richiesti dalla direzione strategica aziendale saranno monitorati con un crono-programma, con il Collego di Direzione riconvocato per il prossimo 6 maggio.
Trapani – La seduta consiliare straordinaria sul tema della sanità, tenutasi stamani a Palazzo Cavarretta ha avuto l’esito che era scontato. Sono stati ascoltati parole pro e contro l’Asp di Trapani, il suo direttore generale per adesso “congelato” , l’avvocato Ferdinando Croce, la dirigenza sanitaria, il Governo regionale, e tanto altro ancora. Ma la cosa che mi ha colpito ad un certo punto è stato l’assunto di certuni, vedasi anche qualche titolo giornalistico dato alla cosa, che ad essere “colpevoli” dell’obiettivo mancato, è stata l’assenza dei cittadini. Il Consiglio comunale straordinario per qualcuno non ha avuto l’esito fissato, che però non ho capito quale fosse, certo per mia mancanza, per causa dei cittadini che hanno preferito disertare l’invito, che poi non ho compreso, ripeto anche questa per mia incapacità, in che modo è stato diramato. Non sono stati i cittadini a far venire meno l’efficacia che la seduta straordinaria avrebbe dovuto produrre. E non è stata nemmeno l’assenza del direttore generale facente funzioni, tale dottore Palazzolo. Assenza certamente ingiustificata dinanzi ad un consesso istituzionale che si è riunito per avere chiarimenti e per sapere sopratutto cosa all’Asp di concreto si stia facendo. Il sindaco Tranchida non le ha mandate a dire, e ha aperto gli occhi ai consiglieri dicendo che quel direttore ha messo nero su bianco che quell’aula non l’ha considerata una propria interlocutrice. E’ stato assente apposta. Io ho visto altri assenti. Per esempio l’ordine dei medici. Per esempio il mondo sindacale. Per esempio i rappresentanti del Governo regionale. Ho visto poi un consesso istituzionale impreparato . Qualcuno lo è stato ingenuamente, altri lo sono stati in maniera cosciente. Taluni impegnati a nascondere la polvere sotto al tappeto. Colpevole l’assenza dei cittadini? E’ bastata solo la presenza di una donna che ha raccontato una proipria vicenda familiare per sentire quella che sarebbe stata la parola degli altri se fossero stati presenti. Ma che volete di più. La malasanità nella nostra provincia non è rappresentata oggi solo dai gravissimi ritardi negli accertamenti istologici. Ma in tanti altri ambiti. Nella duplicazione assurda , inutile e dannosa di alcuni reparti, per esempio l’emodinamica, nell’assenza di apparecchiature, penso per esempio agli strumenti dell’oculistica, nell’impiego di personale a momenti senza raziocinio. Fatevi un giro per gli ospedali, fate finta di essere ammalati o familiari di pazienti, non ci vuole molto tempo a cogliere quello che non funziona, potete incontrare il medico, gli infermieri che si fanno in quattro, ma anche quelli che si stanno comodamente seduti alla scrivania e che ti vengono a chiederti ragione del perché gli poni una domanda e lo disturbi. Infilatevi in un pronto soccorso, dove se uno è ammalto lieve rischia di uscire peggio, perchè già negli approcci c’è qualcosa che non va, come se tu stia dando fastidio. C’è personale che lavora con malessere perchè è indotto dal sistema a lavorare male. Andate nei Cup. Cercate di capire perché per riuscire a fare una prenotazione o ritirare dei presidi sanitari, devi metterti in fila ancora prima dell’alba.Il post covid è stato dannoso. A cominciare dalla sequela di assunzioni e promozioni che sono seguite. C’è stato chi è rimasto in attesa, chi si è visto sorpassare chi si è visto cacciare via senza tanti ringraziamenti. Ma questo non l’ha fatto il manager di turno, l’ha fatto certa politica, certuni che stavano al Governo e che sui morti per covid dicevano che i numeri andavano spalmati per non far vedere che in Sicilia non stavamo messi bene. Altro che scandalo degli esami istologici, qui da noi lo scandalo lo si scorge ad ogni pagina scritta. E’ da tempo che diciamo che serve un registro dei tumori aggiornato, ma poi ce ne dimentichiamo e non ripetiamo più la domanda. Ma che far politica è il trincerarsi dietro il fatto che non bisogna parlare perché ci sono le ispezioni e le indagini in corso. Mi spiace ma ancora una volta la politica si è mostrata miope. Ha ragione l’onorevole Ciminnisi, il vero problema è che abbiamo perso tutti la capacità ad indignarci. E l’indignazione manca su tantissime cose nel nostro vivere quotidiano. Non ci indigniamo soprattutto dinanzi a chi ci sottrae il diritto ad avere la verità. Stiamo in silenzio mentre c’è chi, per gioco o per scherno, non voglio pensare ad altro, sta in piedi in aula consiliare alzando il braccio destro quasi fosse in un’adunata, non ci indigniamo più se ascoltiamo chi quando le cose non gli vanno bene finisce con l’indicare l’esistenza di una magistratura di parte. E poi ci lamentiamo dei cittadini che disertano la partecipazione alle sedute consiliari.
Trapani – La Direzione strategica aziendale dell’ASP Trapani intende effettuare alcune precisazioni circa la lettera inviata alle redazioni giornalistiche da parte dell’assessore ai servizi sociali del comune di Erice, Carmela Daidone.
Preme sottolineare in primis che la legge individua nel sindaco, quale massima autorità sanitaria locale, l’interlocutore dell’azienda sanitaria per questioni riguardanti la salute pubblica dei cittadini di quel territorio.
Tempi di attesa per visite specialistiche oncologiche con il codice 048 Esiste una corsia dedicata per i malati oncologici, con un accesso diretto con il codice esenzione 048 e nei casi di urgenza e controlli, che il CUP invia direttamente al reparto, dove è stato istituito un gruppo oncologico multidisciplinare (GOM) per la presa in carico del paziente. Invece per quanto riguarda la prenotazione per le
“differite” (entro 60 giorni), si cerca di assicurarle entro i termini previsti dal codice di priorità.
Si ribadisce comunque che le prestazioni erogate da questa azienda non sono a pagamento, come si lascia intendere, ma esclusivamente con un ticket previsto per legge.
Le cosiddette “liste di galleggiamento” sono venute menoper disposizione dell’Assessorato regionale alla Salute con nota n. 503348 del 12 novembre 2024. L’Asp Trapani, era stata la prima Azienda sanitaria in Sicilia ad attuare, in via sperimentale, le liste di galleggiamento per tre branche della medicina
(gastroenterologia, oncologia e radiologia) – previste all’interno del “Piano operativo aziendale per il governo e il recupero delle liste d’attesa”, approvato con deliberazione n. 1329 del 30 settembre 2024. Il Piano prevedeva, nell’articolo 7, l’applicazione di percorsi di tutela: quando si verificava l’indisponibilità di poter prenotare la prestazione sanitaria entro i termini previsti dal codice di priorità, gli operatori CUP prendevano lo stesso in carico l’utente e, in raccordo con le tre Unità operative coinvolte dell’ospedale di Trapani, procedevano ad effettuare la prenotazione appena si liberavano degli slot.
Non risultano esserci per le prestazioni odontoiatriche, per le cure previste nei LEA (livelli essenziali d’assistenza) tempi di attesa tali da indurre gli utenti a recarsi fuori dalla provincia di Trapani, sempre secondo il codice di priorità assegnato nella ricetta dal medico di medicina generale.
Il coefficiente previsto dalla normativa regionale, calcolato in base al numero di posti letto realmente attivi, viene rispettato da questa Azienda. Nel caso specifico, addirittura, all’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani, a fronte di 132 unità di OSS previste, sono in servizio 170 operatori socio sanitari. L’Azienda ha comunque predisposto un servizio di monitoraggio costante delle prestazioni alberghiere erogate all’interno dei singoli reparti. Eventuali criticità possono/devono essere segnalate dagli utenti agli sportelli URP presenti all’interno degli ospedali.
Entro l’anno è previsto l’inizio dei lavori di realizzazione del servizio di radioterapia e di ampliamento dell’ospedale Sant’Antonio Abate. Infatti, lo scorso 31 dicembre è stato approvato l’atto deliberativo che dava via libera al bando e al disciplinare di gara per l’affidamento dei lavori. La procedura di gara è stata affidata all’Ufficio Regionale di Committenza di Trapani (ex UREGA) e lo scorso 22 gennaio c’è stata la
positiva conclusione della verifica dall’organismo di controllo accreditato, che permette all’Ingegnere Capo del Genio Civile di Trapani, la conclusione dell’attività istruttoria, propedeutica al rilascio del prescritto parere tecnico sul progetto esecutivo dei lavori.
I locali a primo piano sono stati concessi dall’ASP alla SEUS per la sede locale della Centrale operativa 118 Palermo Trapani, a canone calmierato. E’ presente un ascensore/montacarichi. Non è mai pervenuta da parte della società regionale alcuna segnalazione di disservizio o richiesta di adeguamento dei locali, anzi è stato concesso anche un ambiente a piano terra di palazzo Gladiolo, da utilizzare come magazzino.
L’impresa appaltatrice ha previsto il termine dei lavori per il prossimo mese di giugno. In ogni caso i lavori in corso non limitano, ne compromettono in alcun modo, la capacità assistenziale del Pronto Soccorso.
Trapani – Si sono ritrovati davanti la sede dell’Asp di Trapani, Davide Faraone, deputato e vice-presidente di Italia Viva, e la senatrice di Iv Dafne Musolino, per chiedere le immediate dimissioni del direttore generale dell’Asp Ferdinando Croce. E di tutti i responsabili dei ritardi nella refertazione degli esami istologici.
“Il caso Azienda sanitaria di Trapani dimostra chiaramente, se ancora ce ne fosse stato bisogno, di come i partiti, a cominciare da quello di Renato Schifani, per finire con quello della Meloni, abbiano messo le loro manacce sulla sanità”. Lo ha detto Davide Faraone, vice-presidente di Italia Viva, nel corso della conferenza stampa tenuta oggi davanti alla Asp di Trapani.
“Non cacciano Ferdinando Croce, scelto alla guida dell’azienda sanitaria come si scelgono i candidati nei collegi, perché difeso da un partito. Non aspettano l’esito dell’ispezione regionale e ministeriale per cacciare Croce. Aspettano di mettersi d’accordo fra loro, in barba a chi aspettato un’eternità per gli esami istologici e ai 40.0000 cittadini in lista d’attesa. Ma poi Croce fa il morto a galla, sperando che ci si dimentichi di lui. Noi siamo qui all’Asp di Trapani e torneremo fino a quando Croce non avrà mollato la poltrona. Non ci dimenticheremo di quello che ha fatto. E poi che fine ha fatto la nomina del dirigente dell’Azienda sanitaria di Palermo? Anche quella rientra tra le spartizioni partitocratiche, ecco perché si perde tempo. Intanto, i pazienti muoiono e la sanità va allo sfascio. Schifani ha commissariato la sanità. Deve andare a casa anche lui, visto che è il primo responsabile di questa situazione, non solo Croce. Non c’è alcuna azione di controllo. Se non ci fosse stata denuncia della signora Gallo, non sarebbe accaduto nulla. Tutto sarebbe andato avanti come se nulla fosse”, conclude.
“Tremila e trecento referti istologici non processati, sottovalutazione del rischio da parte del dirigente dell’Asp di Trapani Ferdinando Croce che, invece, che aveva riferito di soli 300 casi. Per poi scoprire che, invece, erano ben oltre tremila. E, dall’esito degli esami, 206 casi di positività alle cellule tumorali. Duecentosei persone che hanno scoperto di avere un tumore soltanto dopo le proteste di una cittadina, che il referto se lo è visto recapitare dopo ben otto mesi di ritardo. Noi siamo qui oggi per chiedere chi pagherà il prezzo di quanto è accaduto”. Lo ha detto la senatrice di Italia Viva, Dafne Musolino, nel corso della conferenza stampa tenuta questo pomeriggio davanti alla sede dell’Asp di Trapani, per chiedere le dimissioni del direttore generale Ferdinando Croce”.
“Di certo, alla luce di tutto ciò, appare più che evidente che non può essere la politica a determinare le nomine dei dirigenti per poi tirarsi indietro quando si contano i danni delle scelte sbagliate. Non può scaricarsi le responsabilità la politica che è la prima responsabile di questi gravissimi disservizi”, ha concluso
Trapani – In provincia di Trapani e in generale in Sicilia, esistono due diverse tipologie di sanità. Leggendo lo scandalo scoppiato in particolare all’Asp di Trapani, mi sono convinta che veramente esistono quasi due Italie.
Da un lato lo squallore: la vicenda dei ritardi nella refertazione degli esami istologici a Trapani è qualcosa di inaudito e scandaloso, ancora di più se pensiamo che molti di questi si sarebbero persi nel viaggio tra Castelvetrano e Trapani o viceversa, ed ancora che in mancanza di questi alcuni medici hanno effettuato interventi al “buio”su pazienti nel tentativo intanto di salvargli la vita. Ancora più squallido è che a far uscire la melma che intanto si stava accumulando all’Asp di Trapani siano stati i pazienti che nel caso dell’insegnante di Mazara del Vallo, proprio il ritardo di otto mesi nella consegna dell’esame ha di fatto prodotto una metastasi nel suo corpo e portato un cancro al quarto stadio. O come l’ex infermiere di Salemi, a cui sono arrivati gli esami dieci giorni dopo essere deceduto, o il caso del ragazzo di Trapani anche lui in attesa da settembre 2024 di questi esami per iniziare la sua terapia.
Forse sarebbe stato il caso che a denunciare e a dare la stura alla gravità della situazione fossero stati proprio i medici, gli analisti, gli infermieri e non i pazienti che già devono combattere con un male oscuro e pervicace.
Il paradosso in questa storia poi sono i fatti come si sono evoluti nel corso dei mesi. L’allarme lanciato dall’anatomopatologo del Sant’Antonio (poi andato in pensione a novembre) avviene tra giugno e luglio: ci sono tre mila esami da refertare e poco personale. L’sos lanciato dal manager Ferdinando Croce viene fatto dopo alcuni giorni, altri giorni forse troppi sarebbero trascorsi per la convenzione con l’Asp di un’altra provincia che aveva risposto all’aiuto.
E nel frattempo cosa fa l’Asp spende oltre centomila euro per farsi pubblicità. Insomma invece di correre ai ripari e venire incontro alle esigenze prioritarie di migliaia di pazienti paga eventi a destra e manca a cominciare dal “Premio Troisi” sull’isole Eolie dove si parla anche di comunicazione della sanità nel cinema, spiegatemi la connessione, o al cous cous fest di San Vito Lo Capo, o la pubblicità sui bus, ma sono solo alcune. Centomila euro, e nel frattempo gli esami aumentavano. Tutto questo nel silenzio più assordante.
L’altra parte della sanità pubblica che sta dalla parte del paziente è quella che mi riguarda personalmente. Anche io che scrivo sono una paziente oncologica. Difficile scriverlo, ma è così. Ma nell’inferno della malattia, io sono una delle fortunate ad avere incontrato lungo il mio percorso di malata oncologica dei medici degli infermieri che hanno svolto con coscienza la loro professione e non perchè fossi una giornalista, no vi assicuro che non è così. Ho trovato dei professionisti che non hanno mai tradito quel giuramento che hanno espresso il giorno in cui sono diventati medici.
A cominciare dal dott. Giovanni Franco di Valderice (ematologo) che in poche settimane scoperta la patologia ha smosso mare e monti per farmi eseguire tutta una serie di esami e accertamenti tecnici, tra cui Tac e Pet. Proseguendo dalla dottoressa Salvatrice Mancuso, responsabile dell’ambulatorio di Ematologia Oncologica del Policlinico di Palermo, che assieme ai suoi assitenti, ha saputo gestire la mia patologia in tempi direi normali per come dovrebbe essere per tutti immagino: due biopsie eseguite a distanza di alcune settimane, e in poco meno di otto giorni la prima e dieci la seconda, l’arrivo del risultato del referto. E di seguito l’inizio della lunga terapia sempre all’ambulatorio di Ematologia oncologica del Policlinico.
E qui l’altra sorpresa, in quel reparto, dove l’unica cosa che stona veramente, è la struttura non adatta sicuramente per accogliere quella tipologia di pazienti, ammassati in un budello di corridoio con poche sedie e nulla più. Un ambulatorio che neppure aiuta il lavoro di medici e infermieri che li seguono i pazienti in condizioni non sufficientemente adeguate. Anche qua ho trovato un personale infermieristico altamente professionale, competente e sempre con il sorriso sulle labbra. Medici e infermieri sempre pronti a supportarti, mai assenti nella vita del malato.
Infine assieme ai medici di questa sanità pubblica ligia ai propri doveri aggiungo anche i medici della sanità privata a cui poi sono ricorsa, ma solo su input di quegli stessi medici che fino a quel momento mi avevano seguito che non ringranzierò mai abbastanza.
Il mio animale è recidivo e quindi per il proseguo della cura della mia malattia sono dovuta ricorrere per non perdere altro tempo ad una struttura privata quella della “La Maddalena” e anche qua vi assicuro ho trovato medici, infermieri e personale sanitario per come uno si immagina che deve essere la sanità, sia essa pubblica che privata. Lì il percorso di raccolta delle cellule e trapianto e anche in questo caso ho avuto la percezione di trovarmi in un ospedale di un qualsiasi Paese del nord Europa. Ho trovato l’equipe guidata dal Prof. Maurizio Musso – Direttore dell’ UOC di Oncoematologia e TMO de “La Maddalena”, professionale, attento alla persona, preparato. Anche loro con quel giuramento sempre nel cuore.
Ecco alla fine come vedete esistono veramente due sanità. Quella venuta fuori in questi giorni, scandalosa e quella che nel silenzio totale continua a funzionare senza clamori e nell’interesse solamente dei pazienti come sta accadendo nel mio caso.
Trapani – Un altro tassello nello scandalo sulla sanità nel trapanese. Il deputato trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi, che chiede le dimissioni del manager Ferdinando Croce.
«La situazione all’ASP di Trapani ha raggiunto livelli di gravità inaccettabili. Non possiamo più permettere che la gestione fallimentare del Direttore Generale Ferdinando Croce continui a mettere a rischio la salute dei cittadini. I dati emersi durante l’ultimo vertice d’urgenza convocato dall’assessore Faraoni sono scioccanti: 1.405 campioni del 2024 e 1.908 del 2025 ancora in attesa di refertazione. Numeri che non rappresentano semplici statistiche, ma vite umane lasciate in balia dell’incompetenza e della negligenza».
Lo ha detto il deputato trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi, dopo il vertice all’Assessorato Regionale alla Salute convocato in seguito ai clamorosi casi del paziente di Salemi, morto il 13 gennaio scorso prima di ricevere il referto istologico atteso da mesi, e della paziente oncologica di Mazara, rimasta per quasi un anno in attesa dell’esito dell’esame istologico e nel frattempo aggravatasi.
«Vicende – ha commentato Ciminnisi – emblema di un sistema sanitario al collasso. La gestione dell’ASP di Trapani è stata caratterizzata da ritardi cronici, inefficienze e mancanza di trasparenza. Lo stesso Croce ha ammesso che i problemi non sono nuovi, con quasi 3.000 esami accumulati già la scorsa estate, ma non è stato fatto nulla per prevenire questa emergenza. Ora, mentre altre strutture sanitarie siciliane devono farsi carico dei ritardi di Trapani, è chiaro che il Direttore Croce ha perso il controllo della situazione e si limita a promettere soluzioni future, come lo smaltimento degli arretrati entro marzo 2025. Chiedere scusa e promettere miglioramenti non basta più».
«La gestione Croce ha fallito, e le conseguenze sono state drammatiche per i cittadini. Per questo – conclude Ciminnisi – è legittimo chiedere con fermezza le sue dimissioni. La salute pubblica non può più essere sacrificata sull’altare dell’inefficienza. I cittadini della provincia di Trapani meritano di più. Basta promesse, servono fatti. E il primo fatto deve essere l’addio di Ferdinando Croce».