Trapani – Prosegue il cammino dell’associazione Libera verso l’appuntamento del 21 marzo, giornata dedicata al ricordo delle vittime innocenti delle mafie e che vedrà proprio a Trapani lo svolgersi dell’appuntamento nazionale. Prossimo appuntamento dei 100 passi verso il 21 marzo è l’incontro organizzato per il 4 marzo da Libera assieme all’Anpi, l’associazione nazionale partigiani d’Italia.
Nell’aula dedicata al prefetto Fulvio Sodano, a Trapani, Palazzo D’Alì, i giornalisti Fabio Pace e Rino Giacalone dialogheranno con l’avvocato Armando Sorrentino autore col giornalista Paolo Mondani, del libro edito da Castelvecchi “Chi ha ucciso Pio La Torre? Omicidio di mafia o politico?”. Sono trascorsi 43 anni dalla barbara uccisione del deputato e segretario del Pci siciliano Pio La Torre. Chi sono stati gli autori? Si disse la mafia. Negli anni della sua attività di sindacalista, politico e parlamentare, Pio La Torre, un gigante della politica, di nemici ne ha incontrati tanti sulla propria strada. Gli ultimi quelli che hanno osteggiato la sua battaglia contro l’installazione dei missili a Comiso. Una sfida che ha trascinato centinaia di migliaia di persone, a partecipare alla grande manifestazione pacifista.
La Torre era “un trascinatore di popolo” e, quindi, da eliminare. Di Pio La Torre, del suo assassinio, insieme al suo autista Rosario Di Salvo, hanno scritto Paolo Mondani, notissimo giornalista, firma di punta di Report e Armando Sorrentino, militante politico nella sinistra e avvocato, che ha rappresentato la parte civile per i delitti politici di Reina (ex segretario DC), Mattarella, La Torre e Di Salvo.
Oggi Sorrentino è un dirigente dell’ANPI, componente del coordinamento regionale dell’Associazione Nazionale Partigiani.
Martedì 4 marzo, alle ore 17.30, nella sala Sodano del Palazzo Comunale di Trapani, i giornalisti Fabio Pace e Rino Giacalone dialogheranno con Armando Sorrentino, che parlerà di Pio La Torre “uomo”, dei misteri che si celano riguardo alla sua morte, in un incontro voluto dalla sezione ANPI di Trapani ,nel quadro delle iniziative promosse da Libera “verso il 21 marzo”, data dedicata alla “ Giornata nazionale dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie” .
Trapani – Processo Artemisia: politica, affari e massoneria segreta, le conclusioni del pm Morri. Chieste condanne per 155 anni
L’atto finale del pm Sara Morri davanti al Tribunale presieduto dal giudice Messina, a latere i giudici Bandiera e Cantone. Dopo una minuziosa ricostruzione dei fatti oggetto del processo, riportati dentro una memoria di quasi mille pagine, l’accusa ha chiesto condanne per 155 anni di carcere. Il processo Artemisia ha messo in luce condotte di corruttela col fine di acquisire consenso elettorale, ma assieme a ciò anche una sorta di controllo del territorio, delle istituzioni. Un quadro che inserito nel contesto locale, fatto spesso di enti locali incapaci o svuotati da scelte poco utili alla collettività, spiega molto bene le ragioni di un certo andazzo. L’agire degli imputati del processo, a cominciare dal principale di essi, Giovanni Lo Sciuto, indagato mentre sedeva all’ars da deputato regionale ed era finanche componente della commissione regionale antimafia, sarebbe stato quello di mettere in determinati posti della pubblica amministrazione, propri designati, così che “da remoto” veniva guidata l’azione delle istituzioni: “attivazione remota dei referenti al momento della trattazione di questioni rilevanti per il gruppo”. E questo non per servire la collettività ma il singolo. Queste, secondo l’accusa, le mire di Giovanni Lo Sciuto politico di lungo corso, consigliere comunale a Castelvetrano, poi consigliere e assessore provinciale, e infine deputato regionale alla corte del ministro Angelino Alfano, accusato anche di aver creato una sorta di loggia massonica segreta.
Per Lo Sciuto sono stati chiesti 14 anni. Nove anni per l’ex re della formazione professionale Paolo Genco, otto anni per Gaspare Magro, sei anni per l’ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante, sette anni per Gaspare Angileri, due anni per Maria Luisa Mortillaro, sei anni e sei mesi per Isidoro Calcara, nove anni e sei mesi per l’ex coordinatore Inps Rosario Orlando, sei anni per Tommaso Geraci, due anni e sei mesi ciascuni per Vincenzo Chiofalo, Gaspare Berlino e Luciano Perricone, sette anni per Vincenzo Giammarinato. Tra gli imputati anche tre poliziotti: otto anni sono stati chiesti per Vincenzo Passanante, sette anni e sei mesi per Salvatore Virgilio, undici anni per Salvatore Giacobbe.
Il quadro offerto quello dell’esistenza di una organizzata associazione a delinquere che si è articolata anche dentro una associazione segreta, una sorta di massoneria che non era “affare” estraneo a molti degli indagati risultati fare parte di logge ufficiali, come la loggia Hypsas di Castelvetrano. Ma quella finita sotto indagine era non tanto una vera e propria loggia, ma un gruppo di persone che agivano anche sotto il vincolo di quella segretezza che trova riferimenti proprio in certi ordinamenti massonici. Per la Procura di Trapani rappresentata in giudizio dal pm Sara Morri, tutti gli imputati avrebbero partecipato ad un sistema che agiva con la corruzione, e che puntava ad inquinare la politica. In molti casi riuscendoci. Le regole massoniche sono servite a mascherare “l’inquinamento politico delle istituzioni locali”. Non va dimenticato che anche l’indagine Artemisia portò allo scioglimento degli organi istituzionali del Comune di Castelvetrano.
“Per Lo Sciuto – ha detto il pm Morri – la massoneria era l’aggancio giusto per far carriera e porre in essere meccanismi per raggiungere gli obiettivi prefissati dal gruppo”. Le regole proprie della massoneria applicate nel malaffare emerso vengono tradite proprio da alcune intercettazioni, dove gli indagati vengono sentiti dire che la forza del gruppo era quella “di sapere di poter contare gli uni sugli altri”. Una fratellanza che nel loro agire divenne un sodalizio perverso, “così da conciliare con gli interessi dell’on. Lo Sciuto”. Il pm si è chiesto se tutto questo possa tradursi in una lecita attività politica. “Niente affatto – ha spiegato – trovandoci dinanzi al perseguimento di finalità individuali, esercitate dentro al mondo della formazione professionale, nel mondo accademico, fin dentro le stanze dell’Inps di Trapani…non erano raccomandazioni ma ripetuti tentativi che talvolta non andando a buon fine rappresentavano ugualmente a quelle riuscite una chiara azione a modificare gli ordinati corsi decisionali”. Il pm ha colto e proposto al Tribunale parecchie analogie tra il caso della Iside 2, la loggia segreta scoperta a Trapani nel 1986 e che nel 1993 portò alla condanna dell’allora gran maestro Gianni Grimaudo, e quello della loggia attribuita alla guida di Lo Sciuto e alla quale sarebbero appartenuti politici, come l’allora sindaco di Castelvetrano Felice Errante e l’ex assessore Luciano Perricone, ma anche poliziotti come Vincenzo Passanante. “Oggi come ieri – ha evidenziato il pm Morri – ci ritroviamo la spartizione pianificata delle poltrone pubbliche, l’occupazione delle istituzioni”. “Oggi come ieri – ha continuato – ci troviamo dinanzi i vincoli della segretezza, l’agire con l’obiettivo della interferenza, la pluralità di iniziative volte a condizionare i pubblici poteri”. I fatti specifici sono contestati in diciannove capi di imputazione. Si è quasi messo alla berlina durante il processo il fatto che “le riunioni” di questa sorta di loggia erano solite farsi in una pizzeria, ma su questo aspetto il pm ha invitato a sorridere meno considerato che risulta come fatto accertato come la stessa pizzeria è citata in una indagine antimafia, “Anno Zero”, per il fatto di essere stata sotto la gestione di persone vicine all’allora latitante Matteo Messina Denaro, insomma le riunioni non avvenivano in un luogo qualsiasi.
Nel corso della stessa udienza hanno cominciato a discutere le difese. E’ toccato agli avvocati Tricoli e Pantaleo, tutti e due a difesa di Tommaso Geraci. E Tricoli è intervenuto anche anche a difesa del commercialista Gaspare Magro. L’avvocato Tricoli in particolare ha cercato di smontare le accuse attribuendo all’ex deputato Lo Sciuto la figura di un “miles gloriosus”, per dire che sarebbe stato un politico fanfarone e non tanto un agitatore di azioni del malaffare. A dargli ragione anche l’avvocato Pantaleo, pronto a sostenere che “Lo Sciuto si presentava ai suoi accoliti come una sorta di onnipotente”. E questo lo hanno detto per affievolire e smarcare i propri assistiti dalle accuse di corruzione e partecipazione, nel caso di Magro all’associazione segreta. L’avvocato Tricoli non è stato leggero nelle sue affermazioni e ha pure citato Falcone, “i processi vuoti non si portano a dibattimento perché fanno male alla giustizia”. “Quella di Lo Sciuto era attività politica nient’altro, e ha descritto il sodalizio attorno a Lo Sciuto come un gruppo di amici, “si chiacchiera e si diventa chiacchierati e si aprono i processi penali”. Un’arringa decisamente in controtendenza rispetto alla voluminosa requisitoria racchiusa in quasi mille pagine, che racconta ben altra realtà. E se per l’avvocato Tricoli non ha senso paragonare le accuse di oggi con il quadro accertato giudiziariamente a proposito della loggia segreta Iside 2, oggi come ieri, viene da dire, seguendo l’incipit del pm, ci siamo ritrovati imputati e testimoni a sostenere la stessa difesa pronunciata dal gran maestro della Iside 2 Gianni Grimaudo: “nient’altro che banali raccomandazioni; il deprecabile sistema delle raccomandazioni”; e ancora, si giustificava il professore, sostenendo in modo inverosimile che gli interventi ad adiuvandum fossero comunque circoscritti entro la sfera «del lecito, del giusto e dell’onesto». Ma quella non sarebbero state raccomandazioni ma sistematica maniera per addomesticare ai propri interessi la politica, le istituzioni, la pubblica amministrazione.
Trapani – L’atto finale del pm Sara Morri davanti al Tribunale presieduto dal giudice Messina , a latere i giudici Bandiera e Cantone. Dopo una minuziosa ricostruzione dei fatti oggetto del processo, riportati dentro una memoria di quasi mille pagine, l’accusa ha chiesto condanne per 155 anni di carcere. Il processo Artemisia ha messo in luce condotte di corruttela col fine di acquisire consenso elettorale. Questa la mira di Giovanni Lo Sciuto politico di lungo corso, deputato regionale alla corte del ministro Angelini Alfano , accusato anche di aver creato una sorta di loggia massonica segreta.
Per Lo Sciuto sono stati chiesti 14 anni. Nove anni per l’ex re della formazione professionale Paolo Genco, otto anni per Gaspare Magro, sei anni per l’ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante, sette anni per Gaspare Angileri, due anni per Maria Luisa Mortillaro, sei anni e sei mesi per Isidoro Calcara, nove anni e sei mesi per l’ex coordinatore Inps Rosario Orlando, sei anni per Tommaso Geraci, due anni e sei mesi ciascuni per Vincenzo Chiofalo, Gaspare Berlino e Luciano Perricone. Otto anni sono stati chiesti per Vincenzo Passanante, sette anni e sei mesi per Salvatore Virgilio, sette anni per Vincenzo Giammarinaro, undici anni per Salvatore Giacobbe.
Il quadro offerto quello dell’esistenza di una articolata associazione a delinquere e creazione di una associazione segreta. Tutti gli imputati avrebbero partecipato ad un sistema che agiva con la corruzione, e che puntava ad inquinare la politica.
In aggiornamento
Catania – Oltre al deputato regionale Giuseppe Castiglione nel blitz antimafia “Mercurio” compaiono anche un sindaco e consiglieri. Il nome del deputato è nell’elenco dei 19 destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Secondo gli inquirenti, sarebbero tutti affiliati al sodalizio mafioso Santapaola-Ercolano.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere riguarda i seguenti indagati. BERGAMO Antonino. BONACCORSO Emanuele. BUCOLO Rosario. CASTIGLIONE Giuseppe (cl.79). COCO Giuseppe. DELLA VITA Antonino. DI BENEDETTO Antonio. Ed ancora: DI GAETANO Domenico. DI GAETANO Pierpaolo Luca. FRESTA Vincenzo. FORNARO Salvatore. MARCHESE Matteo. MARLETTA Ernesto. MARLETTA Rosario. MENDOLIA Salvatore. MIRABELLA Salvatore. MISSALE Santo. RIZZO Vincenzo. VITALE Nunzio.
Sono gravemente indiziati, con 15 diversi capi d’imputazione, dei reati di “associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico mafioso, estorsione e trasferimento fraudolento di valori”.
Per gli inquirenti, sarebbero tutti affiliati al sodalizio mafioso Santapaola-Ercolano. E sono gravemente indiziati, con 15 diversi capi d’imputazione, dei reati di “associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico mafioso, estorsione e trasferimento fraudolento di valori”.
Sono due le società coinvolte e sequestrate: la Società Nicotra Biagio Alessio e le Onoranze Funebri San Marco, valore oltre 300 mila euro.
Al centro deelle attività investigatire del Ros, le Regionali del 2022 e le ultime amministrative di Misterbianco e Ramacca. C’è anche un altro politico che è finito dietro le sbarre: è il consigliere comunale Matteo Marchese.
Sempre più acquirenti si trovano a dover affrontare un inconveniente imprevisto: il costo delle spedizioni per restituire prodotti difettosi su Amazon. Nonostante la piattaforma e-commerce garantisca il diritto di recesso e la sostituzione di articoli danneggiati, alcune segnalazioni indicano che ai clienti vengono fornite etichette di spedizione da affrancare invece che prepagate, costringendoli ad anticipare i costi e ad attendere giorni per ottenere il rimborso.
Quando un cliente acquista un prodotto e decide di restituirlo, solitamente riceve un’etichetta di reso prepagata. Tuttavia, diversi utenti hanno segnalato di aver ricevuto etichette da affrancare, con la conseguente necessità di pagare personalmente la spedizione. Questo solleva interrogativi sulla trasparenza della procedura e sulla conformità alle norme vigenti.
“Se un consumatore riceve un prodotto danneggiato o non conforme e procede con la restituzione nei tempi previsti, non dovrebbe essere obbligato ad anticipare le spese di spedizione. Il diritto di recesso e la garanzia legale prevedono che, in caso di prodotto difettoso, sia il venditore a coprire i costi del reso”, spiegano le associazioni dei consumatori.
Un aspetto ancor più controverso riguarda il rimborso effettuato direttamente sul saldo dell’account Amazon anziché sul metodo di pagamento originale. Questo meccanismo impedisce al cliente di incassare realmente la somma spesa, costringendolo a effettuare un nuovo acquisto sulla piattaforma.
Sul proprio sito, Amazon specifica che gli utenti hanno 30 giorni di tempo per restituire un prodotto acquistato, indipendentemente dalla motivazione. Per alcune categorie, come dispositivi elettronici e componenti per computer, il limite si riduce a 14 giorni. Tuttavia, la policy dell’azienda non dovrebbe sovrascrivere i diritti legali dei consumatori, che prevedono il rimborso delle spese di spedizione in caso di prodotti difettosi.
Chi acquista su Amazon deve leggere attentamente le condizioni generali di vendita e i dettagli sulla politica dei resi. Ecco alcuni suggerimenti per evitare brutte sorprese:
Amazon, come colosso dell‘e-commerce, ha il dovere di garantire ai consumatori un processo di reso equo e trasparente. L’invio di etichette prepagate dovrebbe essere la norma in caso di prodotti difettosi, così come il rimborso tempestivo delle spese sostenute dagli utenti. La questione rimane aperta, e l’attenzione dei consumatori su queste pratiche potrebbe spingere Amazon a rivedere le proprie politiche per evitare controversie e garantire un’esperienza di acquisto più corretta e sicura.
Il 17 febbraio 1992 rappresenta una data spartiacque nella storia della politica italiana. L’arresto di Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio, e segna l’inizio di una delle inchieste giudiziarie più sconvolgenti del Paese: “Tangentopoli”. Questo scandalo, evidenziato con l’operazione “Mani Pulite”, scardinò un sistema di corruzione che coinvolgeva politici, imprenditori e funzionari pubblici, determinando la fine della “Prima Repubblica” e una profonda trasformazione del panorama politico italiano.
L’arresto di Mario Chiesa e l’inizio di Mani Pulite
Il 17 febbraio 1992, Mario Chiesa viene colto in flagrante mentre incassa una tangente di sette milioni di lire da un imprenditore. Il caso, che inizialmente sembrava isolato, si rivelò essere la punta di un iceberg di corruzione sistemica. L’inchiesta, guidata dal pool di magistrati milanesi tra cui Antonio Di Pietro, Gherardo Colombo e Piercamillo Davigo, portò a una serie di arresti e rivelazioni che coinvolsero esponenti di tutti i principali partiti politici dell’epoca.
Il Sistema di Corruzione Smantellato
Le indagini svelarono un sistema in cui la corruzione era parte integrante del finanziamento ai partiti e delle dinamiche imprenditoriali. Gli appalti pubblici venivano assegnati dietro pagamento di tangenti, mentre imprenditori e politici si scambiavano favori economici e personali. La rete di mazzette e finanziamenti illeciti si estendeva a livello nazionale, minando la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Le Conseguenze Politiche di Tangentopoli
L’inchiesta portò all’arresto di centinaia di politici e imprenditori e al dissolvimento di partiti storici come la Democrazia Cristiana (DC) e il Partito Socialista Italiano (PSI). Leader di spicco come Bettino Craxi furono travolti dagli scandali, mentre l’opinione pubblica chiedeva un rinnovamento del sistema politico. Il terremoto giudiziario contribuì al crollo della Prima Repubblica e alla nascita della Seconda, con l’affermarsi di nuove forze politiche.
L’Eredità di Mani Pulite
A distanza di oltre trent’anni, Tangentopoli resta una ferita aperta nella memoria collettiva italiana. Se da un lato l’operazione Mani Pulite ha rappresentato un esempio di giustizia e trasparenza, dall’altro ha lasciato interrogativi irrisolti sulla persistenza della corruzione nel Paese. Il sistema politico subì una trasformazione, ma il problema della corruzione non fu completamente estirpato.
Tangentopoli segna un momento di svolta nella storia italiana, un evento che ha ridefinito il rapporto tra politica e cittadini. L’inchiesta Mani Pulite ha smascherato un sistema marcio, ma ha anche lasciato una lezione fondamentale: senza un costante controllo e una cultura della legalità, il rischio di ricadere negli stessi errori rimane sempre presente.
Il 17 febbraio 2025 è un giorno ricco di eventi storici, celebrazioni religiose e curiosità. Ecco un approfondimento su ciò che rende questa data speciale.
Il 17 febbraio la Chiesa cattolica celebra i Santi Sette Fondatori dell’Ordine dei Servi di Maria. Questi sette nobili fiorentini del XIII secolo—Bonfiglio Monaldi, Bonagiunta Manetti, Manetto dell’Antella, Amadio degli Amedei, Uguccione Uguccioni, Sostegno Sostegni e Alessio Falconieri—scelsero di abbandonare le loro ricchezze per dedicarsi a una vita di preghiera e servizio. Si ritirarono sul Monte Senario, vicino a Firenze, dove fondarono l’Ordine dei Servi di Maria, dedicato alla Vergine Maria e al servizio dei bisognosi. La loro canonizzazione avvenne nel 1888, e la festa è stata fissata al 17 febbraio, giorno della morte di Alessio Falconieri, l’ultimo dei sette a scomparire nel 1310.
Il 17 febbraio 1992 segna l’inizio di “Tangentopoli”, uno dei più grandi scandali politici e giudiziari nella storia italiana. L’arresto di Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio di Milano, per corruzione, diede il via a un’inchiesta che svelò un vasto sistema di tangenti e mazzette coinvolgente politici, imprenditori e funzionari pubblici. L’operazione, nota come “Mani Pulite”, portò alla luce la diffusa corruzione nel sistema politico italiano, causando la fine della Prima Repubblica e una profonda trasformazione del panorama politico nazionale.
Michael Jordan (1963): Nato a Brooklyn, New York, Michael Jordan è considerato uno dei più grandi giocatori di basket di tutti i tempi. La sua carriera con i Chicago Bulls lo ha reso una leggenda dell’NBA.
Leonardo Pieraccioni (1965): Regista, attore e sceneggiatore italiano, Pieraccioni è noto per le sue commedie di successo che hanno conquistato il pubblico italiano.
Kekko Silvestre (1978): Cantante e autore italiano, è il frontman della band pop-rock Modà, con la quale ha raggiunto il successo nazionale.
Ecco le previsioni astrologiche per i dodici segni zodiacali:
Ariete (♈︎): Giornata propizia per nuove iniziative lavorative. Attenzione alle spese impulsive.
Toro (♉︎): Possibili incontri interessanti in ambito sentimentale. Sul lavoro, mantenete la calma di fronte alle sfide.
Gemelli (♊︎): La creatività sarà al massimo. Ottimo momento per dedicarsi a progetti artistici.
Cancro (♋︎): Focus sulla famiglia e sulle relazioni personali. Evitate conflitti inutili.
Leone (♌︎): Successi in ambito professionale. Non trascurate la salute; dedicate tempo al relax.
Vergine (♍︎): Opportunità di crescita finanziaria. In amore, cercate di essere più aperti ai sentimenti.
Bilancia (♎︎): Giornata ideale per risolvere malintesi con amici o partner. Sul lavoro, siate diplomatici.
Scorpione (♏︎): Energia positiva in arrivo. Buon momento per iniziare una nuova attività fisica.
Sagittario (♐︎): Viaggi e spostamenti favoriti. In amore, potrebbero nascere nuove passioni.
Capricorno (♑︎): Concentratevi sugli obiettivi a lungo termine. Evitare decisioni affrettate in ambito finanziario.
Acquario (♒︎): La vostra originalità sarà apprezzata. Possibili novità entusiasmanti in arrivo.
Pesci (♓︎): Intuizione accentuata. Ascoltate il vostro istinto nelle decisioni importanti.
Previsioni del tempo per Trapani:
Lunedì 17 Febbraio sarà una giornata caratterizzata da nuvolosità variabile. Nel dettaglio, la mattinata si aprirà con un cielo coperto da nubi sparse, che tuttavia non porteranno precipitazioni. Nel corso del pomeriggio, la copertura nuvolosa si farà più leggera, lasciando spazio a momenti di schiarita. Con l’avvicinarsi della sera, il cielo si libererà progressivamente dalle nubi, garantendo condizioni serene e un’ottima visibilità. Le temperature si manterranno in linea con le medie stagionali, con valori minimi freschi nelle prime ore del giorno e massime gradevoli nel primo pomeriggio. I venti saranno deboli o moderati, provenienti principalmente dai quadranti occidentali.
Castelvetrano – Il Gip del Tribunale di Marsala, Sara Quittino ha revocato la misura dell’obbligo di soggiorno all’ex consigliere comunale di “Castelvetrano Giovani” Antonio Giancana.
Giancana nei mesi scorsi era rimasto coinvolto nell’indagine a carico dell’ex senatore alcamese Antonino Papania e di altri componenti del movimento politico “Via”. La decisione del Gip è arrivata dopo l’istanza presentata dagli avvocati Franco e Chiara Messina
Al centro dell’indagine ci sarebbe un’intercettazione telefonica con un responsabile del movimento politico vicino a Papania, questi prospettava la possibilità per un paio di giovani quali tutor per la formazione professionale CE.SI.FO.P., invitando il Giancana ad aderire al movimento VIA e a partecipare alla campagna elettorale regionale, profilandosi un presunto reato di tentativo di corruzione del pubblico ufficiale all’epoca consigliere comunale.
L’accusa ipotizza una promessa corruttiva con contestazione dell’art. 318 c.p. al giovane consigliere comunale Giancana, desumendola dal tenore di una conversazione telefonica non riscontrata fattualmente, poiché egli: “Non ha mai aderito al movimento politico VIA”; Non ha mai avuto alcun incarico all’ente di formazione professionale CE.SI.FO.P.; Non ha mai offerto alcun sostegno elettorale alle ultime competizioni elettorali regionali; Non è stato mai coinvolto in precedenti provvedimenti giudiziari; Non è più consigliere comunale dal giugno 2024.”
Una passeggera Ryanair ha dovuto pagare 60 euro (50 sterline) per imbarcare una borraccia da 750 ml, scatenando discussioni sulle rigide politiche della compagnia aerea low-cost. Ruby Flanagan, la viaggiatrice coinvolta, ha raccontato la sua esperienza al Mirror, spiegando di aver provato a dimostrare che il suo zaino rientrava nelle dimensioni consentite. Tuttavia, il personale Ryanair ha insistito affinché la borraccia fosse inserita all’interno del bagaglio. Una volta riposta nello zaino, quest’ultimo ha superato le misure ammesse, costringendo la passeggera a pagare la tariffa per il bagaglio extra prima di imbarcarsi sul volo Dublino-Stansted.
L’episodio ha riacceso il dibattito sulle regole stringenti della compagnia aerea in merito ai bagagli a mano. Ryanair, nota per la sua politica “one bag rule”, permette ai passeggeri di portare gratuitamente solo un piccolo zaino che deve entrare sotto il sedile. Qualsiasi oggetto aggiuntivo, inclusi buste e accessori, deve essere contenuto all’interno del bagaglio principale, pena il pagamento di una tariffa extra
L’accaduto ha suscitato indignazione tra i viaggiatori, con molti che sui social media hanno criticato la rigidità delle regole. Ryanair non ha ancora commentato ufficialmente il caso, ma episodi simili sollevano interrogativi sulla trasparenza e sulla flessibilità della compagnia nelle sue policy sui bagagli.
Se hai in programma un volo con Ryanair, ecco alcuni consigli per evitare sorprese al momento dell’imbarco:
Viaggiare con Ryanair può essere conveniente, ma è essenziale conoscere e rispettare le regole per evitare spiacevoli costi aggiuntivi.
Gli aeroporti siciliani di Palermo e Trapani Birgi rischiano di perdere importanti opportunità di crescita per l’estate 2025. Ryanair, la compagnia aerea leader nei voli low-cost, ha annunciato che la prossima stagione sarà “robusta, ma senza espansione” in Sicilia, principalmente a causa dell’addizionale municipale, un’imposta che dal 1° aprile 2025 aumenterà di 0,50 euro al mese negli scali principali d’Italia.
Durante una conferenza a Palermo, Ryanair ha presentato il proprio operativo per la Sicilia, confermando la sua presenza negli aeroporti di Catania, Palermo e Trapani Birgi con 10 aeromobili, 100 rotte totali, 7,5 milioni di passeggeri previsti e 6.000 posti di lavoro generati. Tuttavia, l’assenza di un taglio ai costi di accesso rischia di limitare fortemente il potenziale di sviluppo per il turismo e l’economia locale.
Ryanair sottolinea come la Sicilia stia rimanendo indietro rispetto ad altre regioni italiane. Un esempio emblematico è la Calabria, che ha eliminato l’addizionale municipale, ottenendo un aumento del traffico del 50%, una forte crescita turistica e un incremento dell’occupazione. Inoltre, la compagnia ha investito 15 milioni di euro nell’aeroporto di Lamezia Terme per la costruzione di due hangar, creando 300 posti di lavoro specializzati.
Secondo la nota ufficiale di Ryanair, la tassa aeroportuale siciliana non porta alcun beneficio alla Regione, penalizzando residenti e turisti con tariffe più alte e meno collegamenti. La compagnia aerea evidenzia che gli aeroporti di Trapani Birgi e Palermo risultano svantaggiati rispetto a quelli di altre regioni come Calabria, Abruzzo e Friuli-Venezia Giulia, dove le amministrazioni locali hanno ridotto i costi di accesso per favorire la crescita del settore turistico.
La compagnia aerea invita la Regione Siciliana ad eliminare immediatamente i bonus voli, ritenuti “inefficaci e dispendiosi”, e a sospendere l’addizionale municipale per stimolare la crescita del traffico aereo. Se la Sicilia seguisse il modello calabrese, Ryanair sarebbe pronta a:
Eddie Wilson, CEO di Ryanair, ha ribadito l’impegno della compagnia per la Sicilia, ricordando che negli ultimi 22 anni ha trasportato oltre 85 milioni di passeggeri da e per l’Isola. Tuttavia, senza un intervento politico per eliminare l’addizionale municipale, Palermo e Trapani Birgi rischiano di perdere competitività rispetto ad altre destinazioni italiane.
Se la Regione decidesse di abolire questa tassa, Ryanair è pronta a investire, garantendo maggiore connettività, più posti di lavoro e una crescita del turismo per tutta la Sicilia. La palla ora passa alla politica: la Sicilia saprà cogliere questa opportunità o lascerà che il turismo voli altrove?