Roma -L’ultimo saluto terreno al Papa degli ultimi, degli indifesi, degli emarginati, di coloro i quali avevano più bisogno di amore e affetto. Il Vaticano e l’Italia tutta stamane ha reso l’ultimo omaggio a questo Padre venuto dalla periferia del mondo per ricordare siamo tutti figli di un unico Dio.
Dodici sovrani regnanti, due principi ereditari, 52 capi di Stato e 14 capi di governo o equivalenti, sei vice capi di Stato, tre vice primi ministri, 7 presidenti di parlamento, tredici ministri degli Esteri, 17 ministri con portafogli diversi: sono i capi delle oltre 160 delegazioni che partecipano oggi ai funerali di Papa Francesco. A questi si aggiungono nove organizzazioni internazionali e diverse altre personalità. Fuori dalla cerimonia ufficiale, gli occhi sono puntati sul possibile bilaterale fra il presidente Usa Donald Trump e il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky, arrivato a Roma con la first lady Olena Zelenska. Ieri sera Zelensky aveva affermato di “non essere più certo di avere il tempo” di recarsi a Roma ed eventualmente incontrare a margine il presidente Usa. Lo stesso Trump ha fatto sapere che durante la sua breve permanenza a Roma per le esequie del pontefice vedrà la premier Giorgia Meloni, ma limiterà i bilaterali.
Accanto ai potenti del mondo, quella bara spoglia davanti all’altare nella piazza del Vaticano e infine la gente, quelle stesse persone che il Santo Padre amava. Duecentomila i fedeli tra piazza San Pietro e via della Conciliazione per rendere omaggio al Pontefice.
In campo quattromila agenti delle forze dell’ordine. Alla fine del funerale poi il lungo corteo fino a verso Santa Maria Maggiore dove finalmente riposerà. Qua il feretro del Papa sarà accolto dai poveri, migranti, trans amici di Papa Francesco disposti sul sagrato con in mano le rose bianche a lui tanto gradite.
Roma – In una mattina carica di emozione, Papa Francesco ha fatto una visita a sorpresa in piazza San Pietro per partecipare alla celebrazione del Giubileo dei malati, tenutosi domenica 6 aprile 2025. Il Pontefice, visibilmente provato e in sedia a rotelle, ha preso parte alla benedizione finale della messa, ringraziando con un semplice e toccante: “Grazie tante”.
La sua presenza, accompagnata dall’infermiere personale Massimiliano Strappetti, ha commosso i fedeli riuniti, molti dei quali provenienti da strutture ospedaliere e case di cura. Papa Francesco indossava i naselli per l’ossigeno, segno visibile della sua condizione di salute ma anche della sua volontà di essere vicino a chi soffre.
Durante l’Angelus, letto dall’arcivescovo Rino Fisichella, è emersa tutta la profondità del messaggio del Papa sulla malattia: “Una delle prove più difficili e dure della vita”. Francesco non ha nascosto la propria fragilità e ha sottolineato come, in quei momenti bui, si possa toccare con mano la consolazione della presenza di Dio.
“Anche Gesù ha condiviso il dolore umano, e per questo possiamo affidargli la nostra sofferenza, certi di trovare compassione, vicinanza e tenerezza”, ha scritto il Pontefice.
Il messaggio papale va oltre la consolazione: invita a trasformare la sofferenza in speranza attiva. Il letto di un malato, scrive, può diventare un “luogo santo di salvezza e redenzione”. Chi soffre e chi assiste diventano angeli gli uni per gli altri, testimoni di una presenza divina che si fa concreta nella cura e nell’ascolto.
Un pensiero particolare è stato rivolto a medici, infermieri e operatori sanitari. Papa Francesco ha chiesto di pregare per loro, ricordando che non sempre lavorano in condizioni dignitose, e talvolta sono persino vittime di aggressioni. Ha sottolineato quanto sia cruciale rispettare e sostenere la loro missione quotidiana, specie accanto ai malati più fragili.