Italia
Manovra 2026, meno tasse e più sostegno a redditi
Taglio delle imposte e nuovi incentivi per sostenere redditi medio-bassi e pensionati.
Redazione22 Ottobre 2025 - Economia
  • Raffigurazione notturna di Palazzo Chigi illuminato a Roma, sede del Governo italiano Economia

    Manovra 2026, meno tasse e più sostegno a lavoratori e pensionati

    Roma, 22 ottobre 2025 – Una manovra economica che punta a dare più respiro a chi lavora e a chi vive di pensione. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge del bilancio di previsione per il 2026 e il bilancio pluriennale 2026-2028, per un valore complessivo di circa 18 miliardi di euro l’anno. Al centro, il taglio delle tasse e misure pensate per sostenere i redditi medio-bassi e rilanciare i consumi.

    Riduzione dell’IRPEF e flat tax per i redditi medio-bassi

    La misura principale riguarda la riduzione della seconda aliquota IRPEF, che scende dal 35% al 33% per chi guadagna tra 28.000 e 50.000 euro l’anno. Un piccolo ma concreto alleggerimento per milioni di lavoratori. L’agevolazione non si applicherà invece ai redditi superiori ai 200.000 euro.

    Accanto al taglio dell’IRPEF, arriva anche una flat tax al 15% per dipendenti e pensionati con redditi fino a 35.000 euro, una scelta che il Governo definisce “un passo verso una maggiore equità fiscale e una busta paga più pesante”.

    Incentivi e welfare aziendale

    La manovra interviene anche su altri fronti: agevolazioni fiscali per i rinnovi contrattuali, premi di produttività e trattamenti accessori. Un modo per spingere la contrattazione e premiare chi produce di più.

    Cambia anche uno dei benefit più diffusi tra i lavoratori: i buoni pasto elettronici diventano più generosi, passando da 8 a 10 euro esentasse. Una misura semplice ma apprezzata, che punta a sostenere sia i lavoratori che la ristorazione.

    Le prospettive

    Secondo il Governo, il pacchetto complessivo mira a rilanciare i consumi interni e a restituire fiducia ai cittadini, senza mettere a rischio l’equilibrio dei conti pubblici.
    Dopo il via libera del Consiglio dei Ministri, il testo passa ora al Parlamento, dove si aprirà il confronto politico sulle misure principali. L’obiettivo è l’approvazione definitiva entro fine anno, per consentire alle novità di entrare in vigore dal 1° gennaio 2026.




  • Italia
    Pensioni aprile 2025: aumenti, date e trattenute
    Tutte le novità sul cedolino pensione: cosa cambia da aprile
    Redazione29 Marzo 2025 - Economia
  • pensioni per anziani Economia

    Cedolino pensione aprile 2025: cosa cambia per i pensionati italiani

    Pensioni – Aprile 2025 porta notizie importanti per milioni di pensionati italiani. Il cedolino pensione aprile 2025 presenta una serie di novità tra cui aumenti, conguagli, trattenute fiscali e nuove integrazioni regionali. La data di pagamento è fissata per martedì 1° aprile, primo giorno bancabile del mese. Il pagamento riguarda sia gli accrediti bancari che i prelievi in contanti presso gli uffici postali, dove l’accesso sarà regolato come sempre in base all’iniziale del cognome.

    Quando arriva la pensione: date e modalità

    Il pagamento sarà disponibile il 1° aprile 2025:

    Aumenti e integrazioni: le novità del mese

    Tra gli aggiornamenti più rilevanti:

    Rivalutazione pensioni: piccoli ma importanti incrementi

    Prosegue la rivalutazione automatica delle pensioni secondo l’inflazione:

    Questi adeguamenti, seppur contenuti, mirano a sostenere il potere d’acquisto in un periodo di incertezza economica.

    Trattenute fiscali e conguagli

    Il cedolino di aprile includerà:

    Chi ha già saldato i propri obblighi fiscali nel 2024 non troverà ulteriori conguagli a partire da questo mese.

    Come consultare il cedolino online

    I pensionati possono accedere al proprio cedolino tramite il portale INPS:

    A breve sarà anche disponibile la Certificazione Unica 2025, indispensabile per la dichiarazione dei redditi.

    Sostegno in tempi difficili

    Le novità del cedolino di aprile 2025 mostrano la volontà di garantire una tutela minima del potere d’acquisto dei pensionati, in un quadro economico in continuo mutamento. Aumenti, anche se limitati, e semplificazioni nei servizi digitali segnano un passo avanti.




  • Italia
    Pensioni 2025, assegni più alti con rivalutazione INPS
    Incremento del 3,66% sul montante contributivo: cosa cambia per chi va in pensione nel 2025
    Redazione25 Marzo 2025 - Economia
  • Cartello stradale con scritta “Pensione uscita” su sfondo blu, simbolo dell’uscita dal lavoro verso la pensione Economia

    Roma – Chi andrà in pensione nel 2025 potrà contare su un assegno più generoso. L’INPS ha infatti aggiornato i coefficienti di rivalutazione del montante contributivo, con un incremento del 3,66%. Questa modifica, frutto dell’adeguamento annuale previsto dalla legge Dini, assicura un aumento reale dell’importo della pensione, soprattutto per chi rientra nel sistema contributivo. Scopriamo nel dettaglio cosa cambia.

    Rivalutazione contributiva: aumento dell’assegno nel 2025

    Con il messaggio n. 914/2025, l’INPS ha ufficializzato l’aggiornamento dei coefficienti di rivalutazione applicabili ai trattamenti pensionistici. Il tasso fissato per il 2025 è pari a 1,036622, corrispondente a un aumento del 3,66% rispetto al montante accumulato fino al 31 dicembre 2023.

    Rispetto al 2024, quando l’incremento era del 2,3%, la nuova percentuale offre un vantaggio concreto per i futuri pensionati.

    Cosa significa in termini pratici

    Facciamo un esempio: chi ha accumulato un montante di 200.000 euro, con la rivalutazione del 3,66%, si vedrà riconosciuto un nuovo valore di 207.320 euro. A questo importo si aggiungeranno i contributi versati nel 2024 e quelli maturati fino al pensionamento nel 2025.

    Quadro normativo: la legge Dini

    La rivalutazione annuale del montante è prevista dalla legge n. 335/1995 (nota come riforma Dini). Questa norma stabilisce che il montante contributivo debba essere aggiornato ogni anno in base alla variazione media quinquennale del PIL nominale, calcolata dall’Istat.

    Il sistema garantisce che il potere d’acquisto della pensione non venga eroso dall’inflazione o da altre fluttuazioni economiche.

    Aggiornati anche i coefficienti per il calcolo delle pensioni retributive

    Il messaggio INPS n. 914/2025 non si limita al sistema contributivo. Sono stati pubblicati anche i nuovi coefficienti per rivalutare:

    Tutti questi aggiornamenti sono già stati integrati nelle procedure di liquidazione delle pensioni, coinvolgendo lavoratori dipendenti, autonomi, pubblici, dello spettacolo e dello sport.

    L’adeguamento dei coefficienti di rivalutazione per il 2025 rappresenta una buona notizia per chi si appresta a lasciare il mondo del lavoro. Grazie a questo aggiornamento, il sistema pensionistico italiano riesce a mantenere un certo equilibrio tra sostenibilità economica e tutela del reddito dei futuri pensionati.

    Fonte
    Avv. Marco De Gregorio, “Pensioni, assegno più alto per chi andrà in pensione nel 2025, INPS aggiorna i coefficienti rivalutazione: ecco di quanto”, pubblicato su Previdenza Sociale il 21 marzo 2025.




  • Italia
    Pensioni, in arrivo un aumento estivo? Ecco cosa potrebbe cambiare
    Un aumento in vista nell’estate 2025 ?
    Redazione11 Febbraio 2025 - Economia
  • pensioni per anziani Economia

    Nell’estate 2025 potrebbe esserci un incremento delle pensioni? Non vi è ancora alcuna certezza, ma sembra che il governo Meloni stia facendo progressi verso una nuova riforma fiscale che potrebbe tradursi in benefici per alcuni pensionati.

    Si parla infatti di un possibile taglio dell’Irpef, un progetto su cui l’esecutivo lavora da tempo e che, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe finalmente le risorse necessarie per essere attuato. Tuttavia, restano dubbi su quali saranno le fasce di reddito realmente coinvolte e sull’entità degli aumenti.

    Perché le pensioni potrebbero aumentare?

    Oltre alla consueta quattordicesima, una delle ipotesi più accreditate riguarda una riduzione dell’aliquota Irpef sul secondo scaglione di reddito. Attualmente, le pensioni sono tassate nel modo seguente:

    L’idea del governo sarebbe quella di abbassare l’aliquota del secondo scaglione dal 35% al 33% ed estenderne l’applicazione fino a 60.000 euro. Se ciò venisse confermato, i pensionati con un reddito compreso tra 28.000 e 60.000 euro potrebbero ottenere un risparmio d’imposta. Tuttavia, non è chiaro se questa misura verrà effettivamente approvata e in che termini.

    Quali potrebbero essere gli importi?

    Se la riforma dovesse concretizzarsi, il risparmio annuo dipenderebbe dall’importo della pensione. Per esempio, un pensionato con 30.000 euro lordi annui potrebbe ottenere circa 40 euro in più all’anno, mentre chi percepisce 50.000 euro potrebbe arrivare a 440 euro annui di vantaggio fiscale. Sopra questa soglia, la riduzione potrebbe portare benefici maggiori, ma non è escluso che il governo decida di limitare gli effetti della misura per le pensioni più alte.

    Al momento, però, si tratta solo di ipotesi. Il governo darà davvero il via libera a questi cambiamenti? E se sì, tutti i pensionati ne beneficeranno allo stesso modo? Occorre attendere ulteriori sviluppi per avere certezze.Fonte Money





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