Morte Papa Francesco. I suoi viaggi, da Lampedusa, alle periferie del Mondo
E' morto il Papa degli Ultimi, il Papa che parlava a tutti come un vero Padre
Redazione21 Aprile 2025 - Attualità



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    Lampedusa (Agrigento) – Papa Francesco è stato sicuramente colui il quale ha sempre preferito per i suoi tanti viaggi, gli angoli del pianeta dimenticati dal mondo.

    Chi non ricorda la sua prima visita in Italia, in quella Lampedusa in quel momento terra d’approdo e di speranza per migliaia di migranti che giungevano e ancora giungono dal Sud del Mondo.

    Neanche 5 mesi dopo la sua elezione, scelse e non a caso la maggiore delle isole Pelagie (che nella sua storia non aveva mai accolto un pontefice) per il suo primo viaggio apostolico. Era l’8 luglio 2013, il primo viaggio del pontificato di Francesco. Il Papa scelse Lampedusa per parlare di quella “globalizzazione dell’indifferenza” che l’avrebbe portato poi, nel corso degli anni, a denunciare in numerose occasioni l’indifferenza verso il prossimo e a condannare la cultura dello scarto. Gli sguardi sorpresi e commossi delle persone migranti, la corona di fiori gettata sulle acque del Mediterraneo, la preghiera. Il viaggio del Papa a Lampedusa, il primo fuori dalla diocesi di cui era vescovo, resta indelebile nella storia di questo pontificato.
    Ma è stato anche il Pontefice che ha viaggiato di più anche in posti dove nessuno prima di lui era stato. Dall’Africa al sud America, dall’Europa alla lontana Asia.

    Le Parole del Santo Padre a proposito delle scelte per i suoi viaggi

    “La scelta mia è questa: cercare di non cadere nella globalizzazione dell’indifferenza”, ebbe a dire. Da qui allora la scelta di visitare nel 2015 la Bosnia e l’Erzegovina, nel 2016 la Svezia, nel 2018 i Paesi del Baltico e poi le realtà più piccole del vecchio continente, da Cipro alla Macedonia del Nord, fino al Lussemburgo e al Belgio, dove sapeva che non lo avrebbero accolto a braccia aperte.

    Un Papa che ha guardato alle terre provate da piaghe del passato e del presente e dove ha portato  una Chiesa in penitenza là dove i presuli hanno commesso abusi e reati. Com’è stato per la difficile visita in Irlanda, dove la piaga della pedofilia ha allontanato generazioni di fedeli dalle chiese e anche tra le popolazioni native del Canada che hanno subito ogni genere di sopraffazione nelle scuole residenziale gestiti dagli ordini religiosi cattolici.

    Il Papa ha scelto anche le terre toccate direttamente dalle guerre: è andato nella Repubblica Centrafricana, dove aprì la prima Porta Santa del Giubileo della Misericordia, in Iraq, in Congo, tutte terre insanguinate da feroci conflitti.

    Altro filo rosso quello del dialogo interreligioso e qui ricordiamo le visite in tanti Paesi dove i cattolici sono una esigua minoranza: dalla Turchia musulmana allo Sri Lanka buddista.

    Nel 2023 il lungo viaggio in Mongolia per abbracciare quella piccola Chiesa che è stava in una unica foto di gruppo. Nel 2024 il viaggio tra Asia e Oceania, Timor Est, Papua Nuova Guinea, Indonesia e Singapore.
    Non ha potuto fare quello a Kiev e Mosca. In Libano e ella sua amata Argentina, viaggio rinviato e mancato. Poi il viaggio mancato in Cina: “Se ho voglia di andare in Cina? Ma sicuro, anche domani”, disse nell’agosto del 2014 anche questo tra i viaggi mancati del Santo Padre.




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