Palermo
Operazione “Eirene”, rinviati a giudizio Papania e Perricone
Stessa sorte per gli altri imputati, il processo il nove maggio davanti al Tribunale di Trapani
Laura Spanò5 Marzo 2025 -
  • Papania e Perricone

    Palermo – Si è conclusa con il rinvio a giudizio di tutti gli imputati, l’udienza preliminare realitiva all’Operazione Eirene, che vede imputati tra gli altri anche l’ex senatore Nino Papania e l’ex vicesindaco di Alcamo Pasquale Perricone assieme altri accusati di associazione mafiosa, estorsioni, traffico di droga e scambio elettorale politico-mafioso. Il Gup del Tribunale di Palermo Paolo Magro ha accolto la richiesta del PM della Dda di Palermo Pierangelo Padova disponendo l’inizio del dibattimento il prossimo 9 maggio 2025. Il processo si terrà davanti al Tribunale di Trapani, competente per territorio.

    L’udienza di oggi, assente l’ex senatore

    Assente anche oggi all’udienza l’ex senatore Papania, accusato di voto di scambio politico-mafioso così l’ex vicesindaco Perricone, accusato di aver fatto da intermediario tra esponenti mafiosi e politici per garantire voti al candidato Angelo Rocca.

    Gli imputati

    Francesco Coppola (64 anni), considerato il capomafia di Alcamo; Giosuè Di Gregorio (54 anni); Giuseppe Sciacchitano (49 anni);Gregorio Ascari (64 anni); Salvatore Li Bassi, ritenuto il reggente della famiglia mafiosa di Calatafimi Segesta visto che il boss Nicolò Pidone è in carcere; Antonino Minio (54 anni, Trapani); Giorgio Benenati (55 anni, Salemi).Sono chiamati a presentarsi davanti al Tribunale anche altri imputati che non si trovano in carcere: Fabio Ciotti, Antonio Provenzano, Nicolò Melodia e Giuseppe Diego Pipitone.

    L’Operazione Eirene: intrecci tra mafia e politica

    Quella portata a termine tra Alcamo, Calatafimi e Trapani da Squadra Mobile di Trapani e Palermo, Sisco e Sco, è una indagine che ha permesso di mettere in luce il vero volto dell’ex senatore Nino Papania. L’ex senatore infatti nonostante si lamentasse con il suo autista, dell’assenza di riferimenti certi per entrare in contatto con Cosa nostra, in realtà i personaggi appartenenti a quello che lui indica essere il “mondo collaterale” li conosceva bene, tanto da evitarli, mandando altri suoi fidati, come Pasquale Perricone, per gli incontri utili alla raccolta dei voti in occasione delle regionali del 2022. Da qui la contestazione del gip sulla sussistenza di una sua piena consapevolezza che i voti era andati a cercarli a casa di certi mafiosi, a Trapani e ad Alcamo: anche se i soggetti (che il gip indica in Giosuè Di Gregorio e Francesco Coppola entrambi arrestati), visto quanto accaduto, Papania non li ha ritenuti essere “all’altezza dei vecchi mafiosi”.

    L’operazione mostra ciò che si cela dietro il volto quasi mite di Papania

    I fatti ricostruiti dagli investigatori si riferiscono alle elezioni amministrative di Castellammare del Golfo, quelle dove viene battuto l’uscente sindaco Nicola Rizzo. E giusto Papania che si era dato da fare a favore di Rizzo, avrebbe pensato di far dare una “scutulata di legnate” al consigliere comunale Vito Bongiorno, ex vice presidente del Consiglio comunale, che si era schierato contro Rizzo e per questo indicato come “traditore”. Il senatore non avrebbe esitato a volgersi ad un mafioso locale, Fausto Pennolino, per far dare “una passata di legnate” a Bongiorno. Parlano le intercettazioni. “Quel nessuno di Vito Bongiorno (così parlava col suo autista). Cioè cosa di andarci a casa a dargli una gran passata di legnate e farlo scutulare ci vado io a parlare con Pennolino vediamo se Vituzzo Bongiorno u cappidduzzu è in grado di alzare la testa”. Intenzionato a far valere i propri intendimenti, Papania decideva di andare ad incontrare direttamente Pennolino.

    Circostanza che per i pm dimostra come Papania avrebbe saputo relazionarsi con i mafiosi, in questo caso di Castellammare del Golfo.

     




  • Alcamo
    Papania/Perricone, fissata data udienza preliminare
    Si drovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio dei due politici e di altre 11 indagati del blitz Eirene
    Redazione13 Febbraio 2025 -
  • Papania e Perricone

    Alcamo – Fissata per il prossimo 25 febbraio alle 9,30, davanti al tribunale di Palermo, l’udienza preliminare per decidere sulle 13 richieste di rinvio a giudizio nell’ambito dell’operazione Eirene, condotta dalla squadra mobile di Trapani e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Tra gli indagati di spicco l’ex senatore Nino Papania e l’ex vicesindaco di Alcamo Pasquale Perricone.

    Il pm Piero Padova ha chiesto il processo per 13 degli indagati coinvolti nel blitz antimafia accusati a vario titolo di: associazione mafiosa, estorsioni, traffico di droga e scambio elettorale politico-mafioso.

    Secondo gli inquirenti, l’ex senatore Papania, attualmente in carcere, si sarebbe accordato con Di Gregorio, attraverso la mediazione di Perricone, per ottenere voti alle elezioni regionali del 2022 a favore di Angelo Rocca, coordinatore provinciale del movimento politico Via, fondato dallo stesso Papania. In cambio, il capomafia avrebbe ricevuto un compenso economico.

    In carcere è finito l’ex senatore del Pd Antonino Papania, 65 anni, fondatore del movimento politico “Via”, accusato di scambio elettorale politico-mafioso.

    Arrestato anche l’ex vice sindaco di Alcamo, Pasquale Perricone, 69 anni: sarebbe stato l’intermediario fra Papania e il clan mafioso di Alcamo.

    Il blitz portato a termine nel trapanese ha svelato le complicità tra politici e mafia scoperto i volti dei nuovi reggenti delle famiglie mafiose di Alcamo e Calatafimi ed una serie di estorsioni consumate o tentate tra: Castellammare del Golfo, Alcamo e Trapani.

    L’operazione è la conclusione di una inchiesta avviata nel maggio del 2021 e che ha riguardato anche aspetti legati alla latitanza dell’ormai defunto Matteo Messina Denaro, indagine che negli anni si è ulteriormente aggiornata. Una inchiesta che ha consentito di documentare gli assetti e il rinnovato dinamismo criminale delle “famiglie” mafiose di Alcamo e Calatafimi, dopo l’arresto di numerosi esponenti storicamente al vertice delle stesse cosche. Ed è in questo contesto che la famiglia mafiosa alcamese avrebbe individuato il nuovo vertice in un pregiudicato locale, Francesco Coppola; mentre la cosca di Calatafimi, ha affidato il ruolo di reggente a Salvatore Li Bassi, allevatore pure pregiudicato.

    Le certosine indagini di questi anni da parte degli investigatori, hanno consentito anche di ricostruire tutta una serie di estorsioni alcune consumate altre solo tentate, ai danni di imprenditori locali.

    Ma l’inchiesta ha anche accertato una fiorente attività di spaccio, condotta anche grazie all’apporto di fornitori albanesi, ed anche la certezza che la cosca fosse nelle condizioni di avere armi, evidenziando così la trasversalità e la caratura criminale dei sodali.

     




  • Palermo
    Chiesto il rinvio a giudizio per Papania e Perricone
    La Procura chiede il rinvio a giudizio anche per gli altri undici indagati nell'operazione antimafia Eirene
    Redazione5 Febbraio 2025 - Cronaca
  • Papania e Perricone Cronaca

    Palermo – Il pm della Dda di Palermo Piero Padova ha chiesto il rinvio a giudizio, con le accuse, a vario titolo, di mafia, estorsioni, traffico di droga e scambio elettorale politico-mafioso di 13 persone tra le quali l’ex senatore del Pd Antonino Papania, l’ex vicesindaco di Alcamo Pasquale Perricone e il boss Giosuè Di Gregorio.

    L’operazione Eirene, effettuata ad Alcamo e Calatafimi Segesta dalla squadra Mobile di Trapani e coordinata dalla Dda di Palermo, riguardava un presunto sistema di scambio elettorale tra politica e mafia in occasione delle elezioni regionali del 2022.

    Secondo gli inquirenti, il politico, in carcere da settembre, con l’intermediazione dell’ex vicesindaco di Alcamo, si sarebbe accordato col capomafia per procurare voti ad Angelo Rocca, coordinatore provinciale del movimento politico Via, fondato da Papania, alle elezioni regionali del 2022. L’ex parlamentare in cambio avrebbe pagato Di Gregorio.
    Dalla seconda metà di agosto e fino alle elezioni del 25 settembre del 2022 sono stati monitorati numerosi incontri tra Di Gregorio e Perricone. Nei giorni scorsi il tribunale del Riesame di Palermo aveva rigettato l’istanza di scarcerazione presentata da Papania e Perricone. L’ex senatore, secondo il gip che ne dispose l’arresto, si sarebbe rivolto agli «influenti membri dell’associazione mafiosa» a «riprova della spregiudicatezza con la quale esercitava la sua influenza politica sul territorio di Alcamo e nei comuni vicini». Tra le intercettazioni depositate agli atti anche quella della conversazione tra Di Gregorio e il fratello. «Dobbiamo votare questo e il senatore mi ha preparato duemila euro che mi darà mercoledì, Papania, hai capito?», diceva il mafioso.




  • Alcamo
    Riesame respinge scarcerazione dell’ex senatore Papania e dell’ex vicesindaco di Alcamo Perricone
    Per i giudici del riesame che hanno confermato il carcere rimangono valide le misure cautelari imposte dal giudice per le indagini preliminari
    Redazione2 Febbraio 2025 - Cronaca
  • Papania e Perricone Cronaca

    Alcamo – Rimangono in carcere l’ex senatore del Pd l’alcamese Nino Papania e l’ex vicesindaco di Alcamo, Pasquale Perricone, entrambi coinvolti nell’operazione della squadra Mobile di Trapani Eirene accusati di scambio politico-mafioso. Il Tribunale del Riesame di Palermo infatti ha respinto il ricorso presentato dagli avvocati dei due ex politici con il quale chiedevano una misura meno afflittiva: la detenzione domiciliare. I legali infatti nel ricorso sostenevano che: “non sussistessero elementi di inquinamento delle prove né pericolo di reiterazione del reato o rischio di fuga”. Il Riesame però ha confermato il carcere, ritenendo valide le misure cautelari imposte dal giudice per le indagini preliminari. Appena i legali conosceranno le motivazioni presenteranno ricorso in Cassazione. Già la Suprema Corte aveva rigettato, il primo ricorso per la scarcerazione, presentato dai difensori subito dopo gli arresti avvenuti lo scorso 15 settembre.

    L’operazione Eirene

    L’operazione Eirene, effettuata ad Alcamo e Calatafimi Segesta dalla squadra Mobile di Trapani e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, riguardava un presunto sistema di scambio elettorale tra politica e mafia in occasione delle elezioni regionali del 2022. Secondo l’accusa, Papania e Perricone avrebbero garantito sostegno elettorale in cambio di favori, coinvolgendo esponenti del clan mafioso locale. Le accuse a vario titolo (nell’inchiesta finirono indagati anche altre persone)  vanno dall’associazione mafiosa, all’estorsione, detenzione di armi e su alcuni episodi di voto di scambio politico-mafioso per le elezioni regionali del 2022.  Papania e Perricone in particolare sono indagati solo per voto di scambio politico-mafioso (art. 416 ter).

    Gli altri indagati

    Intanto dopo la consegna dell’avviso di conclusione indagini, avvenuta lo scorso dicembre, si attende la fissazione dell’udienza preliminare per l’eventuale rinvio a giudizio e quindi a seguire la data di inizio del processo che potrebbe arrivare subito dopo l’estate. Udienza preliminare che vedrà davanti al Gip tredici indagati coinvolti nell’operazione Eirene. I due ex esponenti politici alcamesi sono in carcere al Pagliarelli di Palermo.

     




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