Pantelleria – Sarà inaugurata domani, 11 luglio alle 19, l’Acropoli di San Marco e Santa Teresa, uno dei siti archeologici simbolo dell’isola di Pantelleria su cui a suo tempo ebbe modo di intervenire anche l’archeologo Sebastiano Tusa che era riuscito a riportare l’area al suo antico splendore. In quella occasione venne anche presentato l’annesso Museo di Pantelleria.
Così dopo un intervento di valorizzazione l’acropoli torna ad essere patrimonio vivo e accessibile per tutta la comunità isolana e per i visitatori.
La cerimonia, che si terrà presso l’area archeologica di San Marco, si inserisce in un contesto paesaggistico di straordinaria bellezza e profondità storica.
Il progetto di recupero e valorizzazione dell’Acropoli si colloca all’interno di una strategia più ampia dell’Amministrazione Comunale di Pantelleria, volta alla tutela e alla promozione del ricchissimo patrimonio storico-artistico dell’isola. L’obiettivo è chiaro: rendere questi luoghi sempre più fruibili, inclusivi, capaci di attrarre, raccontare e generare valore economico, sociale e culturale per la comunità.
L’Acropoli di San Marco e Santa Teresa rappresenta infatti non solo un sito archeologico di rilevanza storica, ma anche un luogo simbolico che incarna la stratificazione millenaria di civiltà e tradizioni che hanno attraversato l’isola. Restituirla alla popolazione significa restituire memoria, identità e futuro. È un passo concreto verso uno sviluppo sostenibile che trova nella cultura e nella partecipazione il suo asse portante.
Il 30 marzo 1853 nasceva a Zundert, nei Paesi Bassi, uno degli artisti più iconici e influenti dell’arte moderna: Vincent Van Gogh. Pittore dalla sensibilità estrema e dallo stile inconfondibile, visse una vita breve ma profondamente segnata dal genio creativo e dalla sofferenza. La nascita Vincent Van Gogh ha rappresentato l’inizio di una rivoluzione pittorica che continua a influenzare il mondo dell’arte.
Un percorso irregolare verso la pittura
Figlio di un pastore protestante, Van Gogh iniziò la sua carriera come mercante d’arte, missionario e insegnante. Solo a partire dai trent’anni si dedicò con convinzione alla pittura, sperimentando tecniche e colori che lo resero unico. La sua visione dell’arte come espressione dell’anima lo distaccò dalle correnti accademiche del tempo.
Colori accesi e pennellate vive
La pittura di Van Gogh è caratterizzata da toni vibranti e pennellate decise. Opere come Notte stellata, Campo di grano con corvi e I Girasoli sono esempi di una visione interiore potente, capace di comunicare emozioni con una forza straordinaria. L’artista olandese anticipò l’Espressionismo e aprì nuove strade all’arte contemporanea.
Una mente fragile, una creatività sconfinata
Vincent Van Gogh lottò per tutta la vita con problemi di salute mentale, accentuati dalla solitudine e dall’incomprensione. La famosa vicenda dell’automutilazione dell’orecchio è solo una delle tante testimonianze del suo disagio psichico. Morì nel 1890, a soli 37 anni, in circostanze ancora oggi discusse, lasciando oltre 2.000 opere.
Dalla solitudine alla gloria universale
In vita vendette un solo quadro, ma oggi è considerato uno dei più grandi artisti di sempre. I musei a lui dedicati, come il Van Gogh Museum di Amsterdam, attirano milioni di visitatori ogni anno. La sua arte ha ispirato pittori, scrittori, registi e musicisti in tutto il mondo, trasformandolo in un simbolo di resistenza creativa e sensibilità umana.
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La Sicilia rende omaggio a una delle sue più amate specialità dolciarie con la nascita del Museo del Cannolo e dei Prodotti Tipici. Il progetto prende vita a Piana degli Albanesi, nel cuore delle Terre Normanne, a pochi chilometri da Palermo. Un’iniziativa che punta a valorizzare il celebre cannolo siciliano, simbolo dell’identità gastronomica isolana, e a promuovere le eccellenze agroalimentari del territorio. Il Museo cannolo Piana Albanesi sarà pronto per l’estate 2025, con un percorso esperienziale tra gusto, storia e innovazione.
Il Museo sorgerà all’interno di Palazzo Manzone, edificio seicentesco nel centro storico di Piana degli Albanesi, che verrà restaurato e messo in sicurezza grazie a un investimento pubblico da 1,1 milioni di euro. Il progetto, sostenuto dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura e dal GAL Terre Normanne, vuole essere un punto di riferimento per la promozione delle tipicità locali e per la riscoperta delle antiche ricette.
Il museo non sarà solo uno spazio espositivo, ma una vera e propria esperienza immersiva. Il percorso includerà:
Obiettivo del museo è anche quello di rafforzare la rete dei produttori locali, stimolando il turismo enogastronomico e incentivando il consumo consapevole dei prodotti tipici siciliani. Grazie a materiali informativi, un sito web dedicato e attività promozionali, il Museo del Cannolo sarà una vetrina permanente sulla qualità e l’autenticità delle eccellenze del territorio.
La conclusione dei lavori è prevista entro giugno 2025. Il Museo del Cannolo sarà così pronto ad accogliere visitatori da tutto il mondo, offrendo un’esperienza culturale e sensoriale unica nel suo genere, nel segno del sapore autentico della Sicilia.
Messina – Nascosta tra le colline di Messina, vicino alla strada Panoramica a Faro Superiore, si erge una casa speciale, frutto di un gesto d’amore e di una necessità di cura e premura. Questa struttura non è solo un capolavoro di ingegneria, ma anche un simbolo di amore eterno. Dietro questa incredibile casa c’è la storia del signor Ganci, un marito devoto che, dopo aver appreso della malattia della moglie, ha deciso di costruirle una casa che le permettesse di godere del calore e della luce del sole durante tutto il giorno. Con dedizione e risparmi accumulati nel tempo, ha ordinato i migliori materiali da diverse città d’Italia, progettando una casa che ruota su se stessa grazie al vento o a una manovella, senza l’uso di motori elettrici.
Nonostante la sua bellezza e il suo significato, questa casa rimane poco conosciuta, persino a Messina. Incompleta, oggi si cerca di darle un nuovo valore. La figlia del signor Ganci propone di utilizzare fondi regionali per completarla e trasformarla in un museo, rendendo omaggio a questa storia d’amore e ingegnosità.
Questa storia riflette il paradosso di Messina, una città che ha dato i natali a persone e idee geniali, ma che spesso non sa valorizzare le proprie bellezze. La casa rotante è un esempio di amore, dedizione e innovazione, che merita di essere conosciuto e apprezzato da tutti.