Trapani – I carabinieri di Trapani, coadiuvati dai militari di Torino e La Spezia, hanno dato esecuzione all’ordine di carcerazione nei confronti di Raffaele Urso, 66 anni, e Nicola Accardo, di 6O, presunti favoreggiatori del boss mafioso (oggi defunto) Matteo Messina Denaro.
Il Pg della corte di appello aveva fatto ricorso dopo la scarcerazione dei due, lo scorso ottobre, per la decorrenza dei termini massimi di custodia cautelare. Urso e Accardo erano stati arrestati nell’ambito
dell’operazione antimafia Anno Zero per smantellare la rete di fiancheggiatori dell’allora latitante Matteo Messina Denaro. Dopo la scarcerazione i due erano sottoposti, a Torino e La Spezia, alle misure cautelari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, divieto di espatrio e divieto di dimora in Sicilia.
La nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata disposta anche a seguito di una specifica pronuncia della Suprema Corte di Cassazione, che ha ritenuto fondati i motivi dell’appello avanzato dalla Procura Generale. I due arrestati sono stati tradotti presso le Case Circondariali del Nord Italia, dove resteranno a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Scicli (Ragusa ) – Arrestato con l’accusa di aver brutalmente picchiato il proprio figlioletto di appena quattro anni, procurandogli la frattura di un braccio e di una gamba. E’ accaduto a Scicli nel ragusano.
Il piccolo è giunto nell’ospedale di Modica grazie all’intervento dei sanitari del 118, che hanno subito compreso la gravità della situazione e hanno allertato le forze dell’ordine.
I sanitari, constatando le lesioni compatibili con i maltrattamenti, hanno segnalato il caso ai Carabinieri che hanno immediatamente avviato le indagini per chiarire l’origine delle fratture.
L’episodio, che risale al 4 febbraio scorso, è stato reso noto solo oggi.
Alcamo – Agenti del Commissariato di Alcamo hanno arrestato tre uomini, due noti pregiudicati alcamesi ed uno trapanese, accusati di far parte di una organizzazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti, con particolare riferimento a cocaina, crack e hashish.
Le indagini, iniziate a marzo 2023 e concluse a luglio delo stesso anni, coordinate dalla Procura della Repubblica di Trapani, hanno permesso di ricostruire l’attività criminale del gruppo che agiva secondo una rigida suddivisione di ruoli, garantendo un costante rifornimento di droga sul territorio alcamese.
Gli appartenenti al gruppo utilizzavano frasi con linguaggio criptico e gestivano una piccola rete di pusher sotto il controllo, per l’appunto, da una nota famiglia di pregiudicati la quale veniva sistematicamente chiamata in causa per soddisfare l’esigenza di una vasta platea di giovani consumatori.
Proprio il legame familiare, risultava essere un punto di forza che ne assicuravano la segretezza e la continuità operativa. Uno dei principali fornitori di stupefacente era uno storico pregiudicato trapanese il quale, per soddisfare le esigenze del mercato locale, veniva raggiunto dai pusher alcamesi.
Le risultanze investigative, peraltro supportate da diversi sequestri di stupefacente, hanno consentito di contestare numerosi episodi di trasporto, detenzione e cessione disostanze stupefacenti; la sintesi dell’attività investigativa confermava il datoallarmante della larga platea di consumatori di sostanze stupefacenti ed il coinvolgimento nelle condotte delittuose di giovanissimi appartenenti a fasce sociali
non agiate.
Gli arrestati sono stati trasferiti presso il carcere di Trapani per essere messi a disposizioni della medesima A.G. per le successive determinazioni. L’operazione rappresenta un duro colpo alla criminalità locale e rientra in una più ampia strategia di contrasto al traffico di droga, a tutela della sicurezza della
comunità alcamese.
Marsala – Giallo a Marsala, dopo la morte dell’anziana donna di 84 anni Anna Peralta uccisa dal figlio, finito in carcere per omicidio preterintenzionale, ora la Procura liljbetana ha aperto un fascicolo e disposto l’autopsia per chiarire cosa ha portato alla morte un 59enne il cui corpo senza vita è stato trovato ieri per terra, nel suo appartamento, di Marsala.
L’allarme è scattato giovedì pomeriggio, quando una zia dell’uomo, che viveva nello stesso stabile, non avendo più notizie del nipote, ha deciso di forzare la porta dell’appartamento insieme ad alcuni parenti. Una volta entrati, la scoperta: l’uomo era riverso a terra, vestito con una felpa e senza pantaloni. Erano presenti ematomi sulle gambe, elemento che ha spinto gli inquirenti a disporre l’autopsia per fare piena luce sulle cause della morte.
Tutte le ipotesi sembrano aperte anche quella di una probabile morte naturale forse la più accreditata al momento. L’uomo quando è stato trovato indossava solo la felpa, mentre sulle gambe presentava diversi ematomi.
La Procura con l’esame autoptico vuole chiarire in ogni caso le cause che hanno determinato la morte dell’uomo che viveva in un appartamento, alla periferia di Marsala, in via Aurelio Saffi, una parallela della via Oberdan, strada questa in cui abitava Anna Peralta, l’anziana morta in ospedale per le percosse del figlio. Al momento però è solo una coincidenza.
Alcamo – Nei giorni scorsi i poliziotti del Commissariato di Alcamo hanno arrestato, in esecuzione di due misure cautelari, due pregiudicati casertani (uno dei quali già in carcere per scontare una pena per rapina) responsabili di una truffa commessa nell’estate del 2023 ai danni di una anziana donna alcamese di 87 anni, messa in atto con il metodo del “finto carabiniere”.
Da quanto emerso dalle indagini, i due malviventi hanno contattato telefonicamente la vittima facendole credere che il figlio fosse stato arrestato dalle forze dell’ordine per aver causato una grave incidente stradale; per evitarne l’arresto le è stato chiesto di consegnare immediatamente una somma di denaro.
Pochi minuti dopo, uno dei truffatori si è presentato alla porta dell’anziana spacciandosi per un fantomatico avvocato e, nella circostanza, si faceva consegnare la somma di 21 mila euro in contanti, per poi dileguarsi.
Le indagini, sviluppatesi con l’analisi di numerosi video di sistemi di video sorveglianza, hanno consentito di individuare prima il veicolo e, di seguito, uno dei due truffatori le cui caratteristiche somatiche, inserite in banca dati, avevano permesso di risalire ad un gruppo ristretto di soggetti dediti ad analoghe truffe, tutti originari della regione campana.
Le informazioni acquisite hanno consentito di individuare i presunti responsabili nei due pregiudicati casertani, uno dei quali, già detenuto carcere per scontare una condanna per rapina.
Gli arresti effettuati con la collaborazione dei poliziotti del Commissariato di Santa Maria di Capua Vetere (CE), rappresentano un importante passo nell’ambito del contrasto di questo fenomeno criminale che colpisce le persone più vulnerabili. Le indagini proseguono per accertare eventuali altri episodi ed individuare possibili complici.
Avvertenza
La Polizia di Stato ricorda che la prima forma di tutela per reati di questo genere sia quella della prevenzione, fondata sull’alta soglia di attenzione che deve essere mantenuta in tutti i possibili casi di truffa.
Si ritiene opportuno rammentare come sia fondamentale non aprire mai la porta a sconosciuti che non siano in grado di identificarsi compiutamente, anche se indossano un’uniforme o assumano l’aspetto di distinti professionisti.
Prima di aprire la porta di casa è necessario ricevere concrete rassicurazioni, ricordando che nessun operatore delle Forze dell’Ordine o di altre pubbliche amministrazioni è autorizzato ad acquisire denaro contante o altri beni direttamente dal cittadino. Inoltre in caso di telefonate dal contenuto allarmante come nei casi descritti si invita sempre a contattare prima i numeri di emergenza delle forze dell’ordine per riscontro e chiamare sempre i propri familiari avvertendoli di quanto avviene.
Marsala – Svolta nelle indagini sulla morte di Anna Peralta, 84 anni, di Marsala che in un primo momento si era scritto fosse stata buttata giù dal balcone dal figlio.
La donna è infatti deceduta all’ospedale “Paolo Borsellino” dopo tre giorni di ricovero per avvelenamento da farmaci. Tuttavia, secondo le prime ricostruzioni, a causare la morte sarebbero state le gravi lesioni riportate in seguito alle percosse subite dal figlio nelle giornate precedenti al ricovero. L’uomo infatti disoccupato e tossicodipendente aveva picchiato la madre per avere i soldi per comprare la droga.
La donna stanca dei sorprusi aveva tentato di suicidarsi ingerendo una quantità di farmaci che l’hanno però portato al ricovero in ospedale dove poi è deceduta. Ma la vera causa della morte da come è stato accertato sarebbero state le percosse ricevute dal figlio nei giorni antecendenti il ricovero.
L’uomo, Girolamo Peraino, un 51enne, è stato fermato con l’accusa di omicidio preterintenzionale. In attesa della decisione del Gip durante l’udienza di convalida, i carabinieri lo hanno trasferito al Pietro Cerulli di Trapani.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Marsala e condotte dai carabinieri della locale Compagnia, sono ancora in corso per chiarire ogni dettaglio della vicenda e ricostruire l’esatta dinamica dei fatti.
“È obbligo rilevare che l’odierni indagato è, allo stato, solamente indiziato di reato, pur gravemente, e che la sua posizione sarà definitivamente vagliata giudizialmente solo dopo la emissione di una sentenza passata in giudicato, in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di non colpevolezza”.
Favara (Agrigento) – Macabro rinvenimento stamane a pochi passi dalla Chiesa Madre di Favara. In un’abitazione devastata dalle fiamme in un cortile di via Cabubbo, è stato infatti rinvenuto il cadavere carbonizzato di Angelo Sicilia.
Nel corso della notte però non ci sono stati interventi dei vigili del fuoco. Tra le ipotesi quella di un incidente domestico. Pare che l’uomo senza fissa dimora trovava riparo notturno all’interno di fabbricati abbandonati come avrebbe fatto anche la notte scorsa, e si sarebbe addormentato con la sigaretta accessa.
Sul posto i Carabinieri e il sostituto procuratore Elettra Consoli. Le indagini sono in corso per chiarire dinamica e cause del decesso.
Napoli – E’ ancora sotto shock la comunità di Acerra dopo la tragica morte della piccola Giulia, la bimba di soli nove mesi sbranata nella notte tra sabato e domenica scorsi dal pitbull di famiglia. Mentre proseguono le indagini, emergono nuovi dettagli che rendono la vicenda ancora più complessa. Secondo indiscrezioni, non sarebbero state trovate tracce di sangue sull’esterno del cane incriminato, mentre sono in corso analisi approfondite sulle feci dell’animale e dell’altro cane presente in casa per individuare eventuali tracce organiche della piccola vittima.
L’autopsia eseguita ieri potrebbe fornire risposte più precise sulle cause della morte, mentre il padre della bambina, ora indagato per omicidio colposo, è risultato positivo all’hashish. Un elemento che potrebbe aggiungere ulteriori implicazioni a un caso già drammatico. Nel frattempo, i due cani sono stati trasferiti in un canile di Frattamaggiore, in attesa di ulteriori accertamenti.
Razze potenti e responsabilità: la necessità di una sorveglianza attenta
Questa tragedia riaccende il dibattito sulla gestione delle razze canine potenti come pitbull, cane corso, rottweiler e altre razze simili, spesso al centro di episodi di aggressione se non adeguatamente addestrate o controllate. L’ultimo caso a Bagheria, la vittima Salvatore Maggiore, 84 anni, mentre lavorava nelle campagne è stato sbranato da tre cani corso. Sebbene non si possa generalizzare sulla pericolosità di una razza, è innegabile che questi cani possiedano una forza fisica e una struttura muscolare che possono renderli pericolosi se lasciati incustoditi o in ambienti non sicuri, soprattutto in presenza di bambini piccoli.
È fondamentale sottolineare che la responsabilità non è dell’animale, ma di chi lo possiede. Un cane di grossa taglia, indipendentemente dalla sua indole, richiede:
Addestramento e socializzazione fin da cucciolo
Monitoraggio costante in presenza di bambini o soggetti vulnerabili
Ambienti sicuri e recintati per evitare incidenti domestici
Supervisione da parte di persone consapevoli e capaci di gestire animali di grande forza
Un monito per tutti i proprietari di cani potenti
Ciò che è accaduto alla piccola Giulia e a Salvatore, è un monito che nessuno può ignorare. La convivenza con cani di grossa taglia impone regole di prudenza e responsabilità, evitando situazioni di rischio che potrebbero trasformarsi in tragedie. La sicurezza dei bambini ma in generale delle persone soprattutto fragili come può essere un anziano, deve sempre essere la priorità assoluta.
Le indagini faranno il loro corso, ma una lezione è chiara: mai sottovalutare il potenziale pericolo, indipendentemente dal carattere del cane. I nostri amici a quattro zampe possono essere fedeli compagni di vita, ma solo se gestiti con consapevolezza e rispetto per la loro natura.
Palermo – Scoperto nel palermitano dalla guardia di Finanza una maxi-frode sulle accise dei carburanti. Le fiamme gialle hanno scoperto società di comodo e documenti falsi. Il meccanismo avrebbe permesso di sottrarre al pagamento delle imposte oltre 11 milioni di litri di prodotto petrolifero.
L’attività di indagine è stata effettuata dal nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo e il Gruppo operativo regionale Antifrode dell’Agenzia delle Dogane che hanno eseguito un’ordinanza emessa dal gip di Termini Imerese con cui è stato disposto il sequestro preventivo di 10 complessi aziendali, nonché di beni e di disponibilità finanziarie per oltre 15 milioni di euro nei confronti di 13 soggetti.
Il meccanismo della truffa
Attraverso diversi depositi commerciali riconducibili ai vertici del sodalizio criminale, l’organizzazione avrebbe emesso fatture per operazioni inesistenti e predisposto DAS fittizi al fine di documentare la vendita di carburante a “società di comodo” o aziende del tutto ignare di quanto avveniva, mentre lo stesso, in realtà, veniva ceduto “in nero” a soggetti terzi non aventi titolo a riceverlo.
Tutto questo consentiva di praticare prezzi fortemente concorrenziali a discapito degli altri operatori del settore. Il descritto sistema di frode – come accertato all’esito di indagini tecniche, servizi di riscontro su strada e mirate attività ispettive – avrebbe garantito un significativo abbattimento dell’I.V.A. e delle Accise dovute, oltre che delle imposte dirette, generando un’evasione d’imposta, e un conseguente danno alle casse dello Stato, pari a 15.231.376,80 euro.
Agli indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di: associazione per delinquere, sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sui prodotti energetici, irregolarità nella loro circolazione e illeciti di natura tributaria.
Trapani – Un accoltellamento dai contorni ancora da chiarire quello avvenuto stamane nella zona di via Catito a Trapani, nei pressi del Palazzo di Giustizia. La vittima è un uomo di 65 anni, Giovanni Anguzza. A colpirlo con alcuni fendenti la nuora, che sostiene di essersi solo difesa. Il suocero pare volesse violentarla. Ma è ancora una vicenda sulla quale sta indagando la polizia.
Secondo le prime indiscrezioni, l’aggressione sarebbe avvenuta in un B&B al culmine di una discussione per futili motivi, degenerata poi nell’accoltellamento. L’uomo è stato trasferito al pronto soccorso, dov’è stato sottoposto ad un deicato intervento chirurgico.
Anguzza avrebbe raccontato alla polizia e ai medici dell’ospedale di essere stato aggredito per strada da un magrebino. Ma la sua versione è crollata dopo la visione delle immagini di sorveglianza della zona da parte degli investigatori. Immagini che hanno ripreso il momento in cui l’uomo esce dal B&B e poi finisce al suolo.