Ragusa
Tentato omicidio a Vittoria. Zio spara al nipote
E' accaduto nella notte. Il ferito è in prognosi riservata. Il presunto omicida già arrestato
Redazione9 Marzo 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Vittoria – Ci sarebbero motivi di natura passionale alla base del tentato omicidio avvenuto nella notte a Vittoria. I protagonisti farebbero parte dello stesso nucleo familiare. Non c’entra nulla la criminalità organizzata.

    La cronaca

    Uno zio ha sparato al nipote, l’episodio è accaduto attorno alle 3 del mattino tra via Milano e via Adua. Tra i due ci sarebbe stato un inseguimento. Il nipote è stato attinto alle spalle da due colpi di pistola. La vittima si trova ricoverata all’ospedale di Ragusa, al Giovanni Paolo II. La prognosi è riservata ma, secondo i sanitari, non è in pericolo di vita. Un’auto, una Fiat Panda con un giovane a bordo, è arrivata nei pressi di un’abitazione. Dalla casa è uscita la vittima, forse con l’intento di salire sulla vettura. Ma la persona che si trovava al volante ha esploso alcuni colpi di pistola. La vittima è fuggita a piedi  inseguito. Alla fine è caduto a terra: per lui, una profonda ferita alla spalla. È stato portato in ospedale. La prognosi è di 40 giorni.

    Le indagini e il fermo del presunto omicida

    I carabinieri che seguono le indagini avrebbero già fermato il presunto omicida. Sul posto della sparatoria è intervenuta anche la polizia. Sarebbero stati trovati cinque bossoli per terra oltre a due ogive conficcate sul muro.




  • Favignana
    Macabro rinvenimento a Favignana
    Uomo morto rinvenuto a Punta Timpa
    Laura Spanò2 Marzo 2025 - Cronaca
  • Corpo senza vita a Favignana Cronaca

    Favignana – Un corpo ormai saponificato sulla scogliera. Uno spettacolo certamente non bello da vedere. È quanto è apparso ai carabinieri della stazione di Favignana allertati della presenza di un corpo senza vita nella zona di Punta Timpa a Favignana. Quando i militari dell’arma sono arrivati sul posto venerdì pomeriggio attorno alle 18 si sono trovati davanti a questa macabra visione. Spiaggiato sulle rocce un po’ più giù della scogliera ci stava un uomo dall’apparente età di cinquant’anni, braccia aperte, portava pantaloni scuri, una maglietta rossa e un giubotto scuro.

    Il recupero effettuato dai vigili del fuoco di Trapani

    Corpo senza vita a FavignanaVisto il posto irragiungibile dalla terraferma, è stato allertato immediatamente il comando dei vigili del fuoco di Trapani che ha inviato sul posto un mezzo del distaccamento del porto con alcuni uomini a bordo per poter recuperare il corpo via mare. Un recupero che è avvenuto non senza problemi vista la situazione in cui si presentava il corpo e soprattutto vista anche la zona dove era finito, si tratta di rocce. Da un primo esame cadaverico effettuato dal medico legale, l’uomo potrebbe essere morto da almeno 4 giorni.

    Il tatuaggio sulla pancia

    Non si è potuto comunque verificare se si è trattata di una morte naturale o dovuta ad altre cause e questo sempre per lo stato in cui si presentava il corpo. La vittima non aveva documenti e quindi non se ne conosce l’identità, potrebbe trattarsi di un migrante, non è però di colore, quindi tutte le ipotesi sono aperte e percorribili. Sulla pancia è visibile un tatuaggio molto evidente, forse da questo si potrà risalire intanto all’identificazione della persona.

    Il corpo trasferito alla camera mortuaria del Sant’Antonio Abate

    Il corpo dopo il recupero è stato trasportato dai vigili del fuoco a bordo dell’imbarcazione al porto di Trapani e qui consegnato al servizio pompe funebri che lo hanno trasportato presso la camera mortuaria dell’ospedale Sant’Antonio Abate a disposizione delle autorità giudiziarie. Non è escluso a questo punto che la procura disponga l’autopsia per accertare le cause del decesso. Intanto le indagini sono rivolte anche a possibili allontanamenti da casa avvenuti negli ultimi giorni nel trapanese.




  • Erice
    Intimidazione con il fuoco ai danni del Virus Pub di via Manzoni
    Ignoti danno fuoco al portone d'ingresso del locale
    Redazione1 Marzo 2025 - Cronaca
  • virus pub erice Cronaca

    Erice – Liquido infiammabile contro la saracinesca  del Virus Pub di via Manzoni a Erice. Ignoti attorno alle cinque di stamane hanno tentato di dare fuoco gettando del liquido infiammabile e appiccando successivamente il fuoco alla saracinesca del locale.

    Ad evitare il peggio il provvidenziale intervento di un parente del titolare del pub, a cui è seguito l’arrivo tempestivo dei vigili del fuoco, che sono riusciti a domare le fiamme prima che il rogo si propagasse anche all’interno del locale che comunque ha riportato danni: la saracinesca annerita, il portone laterale compromesso.

    Sul posto sono arrivati anche gli agenti della Squadra Volante, mentre i colleghi della Polizia Scientifica hanno effettuato i rilievi. Ci sono indagini in corso e gli investigatori stanno analizzando i filmati delle telecamere presenti nella zona, per dare un volto e un nome all’attentatore.




  • Calatafimi Segesta
    A Calatafimi Segesta nuovi furti di cavi elettrici
    Potrebbero essere gli stessi malviventi che già hanno messo a segno altri furti del genere e non solo a Calatafimi
    Redazione27 Febbraio 2025 - Cronaca
  • calatafimi segesta furti cavi Cronaca

    Calatafimi Segesta – Continuano i furti di cavi elettrici della pubblica illuminazione a Calatafimi Segesta. Nei giorni scorsi l’ennesimo furto ha riguardato due tratti di cavi della pubblica illuminazione nelle strade provinciali SP33 di ingresso della città tra la SS113 e la via Segesta oltre alla SB55 in contrada Mazzaforte.

    Enel X, che ha in gestione la pubblica illuminazione, ha provveduto a fare la segnalazione al comune e la quantificazione del danno (circa 15 mila euro) e il funzionario dell’ufficio servizi a rete ha provveduto a fare la denuncia presso la locale stazione dei carabinieri.
    Recuperata parte della refurtiva
    In atto vi sono le indagini in corso. Parte della refurtiva è stata recuperata, si spera possa essere riutilizzata. Ora si cercano gli autori del furto che protebbero essere gli stessi che lo scorso anno avevano già messo a segno altri furti nel campo sportivo, nel tratto del viadotto Sasi. Ma potrebbero essere gli stessi che hanno messo in atto una serie di altri furti in tutta la provincia di Trapani.
    Il Sindaco Francesco Gruppuso ha già richiesto agli uffici di provvedere a risolvere il problema per garantire la sicurezza e si sta cercando di reperire ulteriori fondi per coprire costi non previsti in bilancio.



  • Trapani
    Dodici anni fa l’omicidio di Padre Michele Di Stefano
    Oggi una messa a Ummari per ricordare il prete e l'uomo
    Laura Spanò26 Febbraio 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Ummari (Trapani) – Dodici anni fa l’omicidio di Padre Michele Di Stefano, sconvolse tutta la comunità diocesana trapanese. Oggi il vescovo Pietro Maria Fragnelli ha officiato la santa messa in ricordo di Padre Di Stefano, alla presenza del parroco di Ummari, Pietro Santoro.

    Erano presenti il Sindaco Tranchida, gli Assessori Pellegrino e Virzi, il comandante della stazione dei carabinieri dí Fulgatore,  i familiari di don Michele e tantissimi parrocchiani dí Ummari, Fulgatore, in quest’ultima frazione padre Michele aveva vissuto la sua vita da sacerdote sempre vicino alla gente. Padre Di Stefano fu parroco della frazione di Fulgatore per 41 anni prima di essere trasferito a Ummari.

    La cronaca

    Padre Michele nato a Calatafimi, fu assassinato la notte tra lunedì 25 e martedì 26 Febbraio, a colpi di bastone nella canonica della chiesetta del borgo vicino Fulgatore. mentre dormiva nell’appartamento attiguo alla chiesa Gesù, Maria e Giuseppe.

    Ad ucciderlo fu Antonio Incandela, 33 anni, fermato il 17 aprile del 2013. Secondo quanto riferito dall’arrestato, sarebbe rimasto irritato da alcune severe omelie del sacerdote. Incandela, dopo l’omicidio aveva simulato una rapina portando via denaro e portafoglio del sacerdote.

    L’uomo confessò l’omicidio al termine di un lungo interrogatorio condotto dai carabinieri, dal procuratore di Trapani Marcello Viola e dal sostituto Massimo Palmeri. Indicando come movente quello di un rancore che ha radici antiche, in quanto il parroco era suo professore di religione ai tempi delle scuole medie. Ha così agito per dare una lezione al parroco che in una omelia aveva fatto riferimento a delle “mele marce” che avevano l’abitudine di appiccare il fuoco. Avendo dei precedenti per incendio, ha creduto si riferisse a lui.

    La scoperta del corpo senza vita

    Il corpo di Padre Michele fu scoperto solo l’indomani nel primo pomeriggio. La sorella Pina lo aspettava a pranzo, a Calatafimi, ma dalla sorella non ci arrivò mai. Il cognato Vito Accardo, preoccupato, rintracciò un agente di commercio che viveva nei pressi della canonica e lo mandò a cercare.

    Il sacerdote fu trovato morto nel suo letto, con sangue dappertutto.

    Le indagini dei carabinieri

    Le indagini dei carabinieri scattarono immediatamente. Davanti a quel corpo inerme martoriato senza pietà investigatori e magistrati promisero che non avrebbero smesso di lavorare fino a quando chi aveva compiuto quello scempio non fosse stato assicurato alle patrie galere e così fu. Indagini certosine e che si protrassero fino al 17 aprile giorno dell’arresto di Incandela.

    L’arresto dell’assassino

    A tradire Incandela furono i prelievi che aveva effettuato con la carta bancomat rubata al sacerdote. L’uomo era stato ripreso dalle telecamere del sistema di videosorveglianza delle banche dove aveva effettuato i prelievi: il primo, di 250 euro, nella notte dell’omicidio a distanza di un paio di ore. Determinante il contributo fornito inconsapevolmente dai genitori del presunto assassino. Una ventina di giorni dopo l’omicidio, la madre aveva denunciato ai carabinieri lo smarrimento della propria postamat e le indagini che ne scaturirono fecero scoprire che a impossessarsene era stato il figlio. Le immagini dei prelievi effettuati da Incandela con la carta magnetica della madre svelarono agli investigatori che si trattava dello stesso soggetto che utilizzava la carta bancomat del parroco assassinato.

     




  • Trapani
    Tornano in carcere Raffaele Urso e Nicola Accardo
    Entrambi erano rimasti coinvolti nell'operazione antimafia Anno Zero
    Redazione24 Febbraio 2025 - Cronaca
  • carabinieri trapani Cronaca

    Trapani – I carabinieri di Trapani, coadiuvati dai militari di Torino e La Spezia, hanno dato esecuzione all’ordine di carcerazione nei confronti di Raffaele Urso, 66 anni, e Nicola Accardo, di 6O, presunti favoreggiatori del boss mafioso (oggi defunto) Matteo Messina Denaro.

    Il Pg della corte di appello aveva fatto ricorso dopo la scarcerazione dei due, lo scorso ottobre, per la decorrenza dei termini massimi di custodia cautelare. Urso e Accardo erano stati arrestati nell’ambito
    dell’operazione antimafia Anno Zero per smantellare la rete di fiancheggiatori dell’allora latitante Matteo Messina Denaro. Dopo la scarcerazione i due erano sottoposti, a Torino e La Spezia, alle misure cautelari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, divieto di espatrio e divieto di dimora in Sicilia.

    La nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata disposta anche a seguito di una specifica pronuncia della Suprema Corte di Cassazione, che ha ritenuto fondati i motivi dell’appello avanzato dalla Procura Generale. I due arrestati sono stati tradotti presso le Case Circondariali del Nord Italia, dove resteranno a disposizione dell’autorità giudiziaria.

     




  • Ragusa
    Bimbo di 4 anni picchiato brutalmente dal padre
    L'uomo arrestato dai carabinieri è accusato di avergli provocato la frattura di un braccio e di una gamba
    Redazione24 Febbraio 2025 - Cronaca
  • Padre arrestato a Scicli Cronaca

    Scicli (Ragusa ) – Arrestato con l’accusa di aver brutalmente picchiato il proprio figlioletto di appena quattro anni, procurandogli la frattura di un braccio e di una gamba. E’ accaduto a Scicli nel ragusano.

    Il piccolo è giunto nell’ospedale di Modica grazie all’intervento dei sanitari del 118, che hanno subito compreso la gravità della situazione e hanno allertato le forze dell’ordine.

    I sanitari, constatando le lesioni compatibili con i maltrattamenti, hanno segnalato il caso ai Carabinieri che hanno immediatamente avviato le indagini per chiarire l’origine delle fratture.
    L’episodio, che risale al 4 febbraio scorso, è stato reso noto solo oggi.




  • Alcamo
    Alcamo: Operazione antidroga “Take Away” della polizia
    La Polizia di Stato arresta tre persone per traffico di sostanze stupefacenti
    Redazione23 Febbraio 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Alcamo – Agenti del Commissariato di Alcamo hanno arrestato tre uomini, due noti pregiudicati alcamesi ed uno trapanese, accusati di far parte di una organizzazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti, con particolare riferimento a cocaina, crack e hashish.

    Le indagini, iniziate a marzo 2023 e concluse a luglio delo stesso anni, coordinate dalla Procura della Repubblica di Trapani, hanno permesso di ricostruire l’attività criminale del gruppo che agiva secondo una rigida suddivisione di ruoli, garantendo un costante rifornimento di droga sul territorio alcamese.

    Gli appartenenti al gruppo utilizzavano frasi con linguaggio criptico e gestivano una piccola rete di pusher sotto il controllo, per l’appunto, da una nota famiglia di pregiudicati la quale veniva sistematicamente chiamata in causa per soddisfare l’esigenza di una vasta platea di giovani consumatori.

    Proprio il legame familiare, risultava essere un punto di forza che ne assicuravano la segretezza e la continuità operativa. Uno dei principali fornitori di stupefacente era uno storico pregiudicato trapanese il quale, per soddisfare le esigenze del mercato locale, veniva raggiunto dai pusher alcamesi.

    Le risultanze investigative, peraltro supportate da diversi sequestri di stupefacente, hanno consentito di contestare numerosi episodi di trasporto, detenzione e cessione disostanze stupefacenti; la sintesi dell’attività investigativa confermava il datoallarmante della larga platea di consumatori di sostanze stupefacenti ed il coinvolgimento nelle condotte delittuose di giovanissimi appartenenti a fasce sociali
    non agiate.

    Gli arrestati sono stati trasferiti presso il carcere di Trapani per essere messi a disposizioni della medesima A.G. per le successive determinazioni. L’operazione rappresenta un duro colpo alla criminalità locale e rientra in una più ampia strategia di contrasto al traffico di droga, a tutela della sicurezza della
    comunità alcamese.




  • Marsala
    Giallo a Marsala: 59enne trovato morto in casa. Procura dispone autopsia
    L'uomo è stato rnvenuto morto a casa, non è esclusa la morte naturale
    Redazione23 Febbraio 2025 - Cronaca
  • Revoca misura Antonio Giancana Cronaca

    Marsala – Giallo a Marsala, dopo la morte dell’anziana donna di 84 anni Anna Peralta uccisa dal figlio, finito in carcere per omicidio preterintenzionale, ora la Procura liljbetana ha aperto un fascicolo e disposto l’autopsia per chiarire cosa ha portato alla morte un 59enne il cui corpo senza vita è stato trovato ieri per terra, nel suo appartamento, di Marsala.

    L’allarme è scattato giovedì pomeriggio, quando una zia dell’uomo, che viveva nello stesso stabile, non avendo più notizie del nipote, ha deciso di forzare la porta dell’appartamento insieme ad alcuni parenti. Una volta entrati, la scoperta: l’uomo era riverso a terra, vestito con una felpa e senza pantaloni. Erano presenti ematomi sulle gambe, elemento che ha spinto gli inquirenti a disporre l’autopsia per fare piena luce sulle cause della morte.

    Tutte le ipotesi sembrano aperte anche quella di una probabile morte naturale forse la più accreditata al momento. L’uomo quando è stato trovato indossava solo la felpa, mentre sulle gambe presentava diversi ematomi.

    La Procura con l’esame autoptico vuole chiarire in ogni caso le cause che hanno determinato la morte dell’uomo che viveva in un appartamento, alla periferia di Marsala, in via Aurelio Saffi, una parallela della via Oberdan, strada questa in cui abitava Anna Peralta, l’anziana morta in ospedale per le percosse del figlio. Al momento però è solo una coincidenza.




  • Alcamo
    Alcamo, truffa del finto Carabiniere: la Polizia arresta due pregiudicati casertani
    E' accaduto ad Alcamo alla signora hanno portato via 21 mila euro
    Redazione22 Febbraio 2025 - Cronaca
  • Cronaca

    Alcamo – Nei giorni scorsi i poliziotti del Commissariato di Alcamo hanno arrestato, in esecuzione di due misure cautelari, due pregiudicati casertani (uno dei quali già in carcere per scontare una pena per rapina) responsabili di una truffa commessa nell’estate del 2023 ai danni di una anziana donna alcamese di 87 anni, messa in atto con il metodo del “finto carabiniere”.

    Da quanto emerso dalle indagini, i due malviventi hanno contattato telefonicamente la vittima facendole credere che il figlio fosse stato arrestato dalle forze dell’ordine per aver causato una grave incidente stradale; per evitarne l’arresto le è stato chiesto di consegnare immediatamente una somma di denaro.

    Pochi minuti dopo, uno dei truffatori si è presentato alla porta dell’anziana spacciandosi per un fantomatico avvocato e, nella circostanza, si faceva consegnare la somma di 21 mila euro in contanti, per poi dileguarsi.

    Le indagini, sviluppatesi con l’analisi di numerosi video di sistemi di video sorveglianza, hanno consentito di individuare prima il veicolo e, di seguito, uno dei due truffatori le cui caratteristiche somatiche, inserite in banca dati, avevano permesso di risalire ad un gruppo ristretto di soggetti dediti ad analoghe truffe, tutti originari della regione campana.

    Le informazioni acquisite hanno consentito di individuare i presunti responsabili nei due pregiudicati casertani, uno dei quali, già detenuto carcere per scontare una condanna per rapina.

    Gli arresti effettuati con la collaborazione dei poliziotti del Commissariato di Santa Maria di Capua Vetere (CE), rappresentano un importante passo nell’ambito del contrasto di questo fenomeno criminale che colpisce le persone più vulnerabili. Le indagini proseguono per accertare eventuali altri episodi ed individuare possibili complici.

    Avvertenza

    La Polizia di Stato ricorda che la prima forma di tutela per reati di questo genere sia quella della prevenzione, fondata sull’alta soglia di attenzione che deve essere mantenuta in tutti i possibili casi di truffa.

    Si ritiene opportuno rammentare come sia fondamentale non aprire mai la porta a sconosciuti che non siano in grado di identificarsi compiutamente, anche se indossano un’uniforme o assumano l’aspetto di distinti professionisti.

    Prima di aprire la porta di casa è necessario ricevere concrete rassicurazioni, ricordando che nessun operatore delle Forze dell’Ordine o di altre pubbliche amministrazioni è autorizzato ad acquisire denaro contante o altri beni direttamente dal cittadino. Inoltre in caso di telefonate dal contenuto allarmante come nei casi descritti si invita sempre a contattare prima i numeri di emergenza delle forze dell’ordine per riscontro e chiamare sempre i propri familiari avvertendoli di quanto avviene.




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