Trapani
Ultimo “passo” oggi verso i “cento” preparati da Libera in vista del 21 Marzo a Trapani [VIDEO]
Trapani si prepara ad un futuro di speranza
Laura Spanò20 Marzo 2025 - Attualità



  • Attualità

    Trapani – Siamo arrivati all’ultimo passo di quei cento che Libera ha preparato in questi mesi in vista della giornata di domani a Trapani in cui si ricorderanno le 1105 vittime innocenti delle mafie. Una serie di appuntamenti culminati oggi con l’arrivo dei familiaridelle vittime  e il saluto del prefetto e del sindaco di Trapani al cinema Ariston.  Quello di oggi è stato solo un assaggio di quanto accadrà domani quando tutte le famiglie, assieme alla Chiesa, alle scuole, ai sindacati, ai sindaci, alle forze dell’ordine, magistrati e alla gente si ritroverà per le strade di Trapani a portare un vento nuovo quello della “speranza”.

    Il primo saluto alle famiglie è arrivato dal prefetto Daniela Lupo e dal sindaco Giacomo Tranchida

    “La mafia è stata molto democratica ha colpito tutti. Oggi però voi famiglie ci date la forza per andare avanti” ha detto fra le altre cose il prefetto.

    “Non è Trapani che oggi accoglie loro, ma al contrario, sono loro che ci stanno accogliendo in questo percorso” – ha invece ribadito il sindaco.

    I familiari giunti a Trapani con i loro volti ancora segnati dal dolore

    Tantissimi i volti a ricordarci le 1101 vittime delle mafie in tutta Itali, 55 delle quali uccise nel trapanese.

    Tutti questi nomi domani saranno scanditi, uno per uno perchè l’impegno di Libera in questi anni e anche domani sarà quello di non lasciare soli nessuno e di perpetuare la memoria. “un popolo senza memoria è un popolo senza futuro”.

    Tra i familiari Marene Ciaccio Montalto, figlia del giudice GianGiacomo Ciaccio Montalto, ucciso a Valderice il 25 gennaio 1983 al suo primo appuntamento con la Giornata nazionale in memoria delle vittime innocenti delle mafie. Ma c’era anche Maddalena Rostagno figlia di Mauro, il sociologo e giornalista ucciso a Lenzi il 26 settembre 1988, con lei anche la mamma Chicca Roveri. Ed ancora Margherita Asta, figlia e sorella di Barbara e Salvatore e Giuseppe uccisi a Pizzolungo il 2 aprile 1985.  C’era anche Liliana Riccobene vedova dell’agente della polizia penitenziaria Giuseppe Montalto ucciso dalla mafia in contrada Palma, alle porte di Trapani, l’antivigilia di Natale del 1995.

    Tanti volti e tante storie quelle che da oggi sono arrivate a Trapani e che domani vedremo insieme percorrere le strade della città per gridare ancora verità e giustizia. Tutti hanno sottolineato la straordinaria capacità che ha avuto Libera in questi anni di coinvolgerli per “non dimenticare”.

    La veglia ecumenica e intereligiosa in Cattedrale

    Il clou della vigilia la veglia ecumenica e intereligiosa nella Cattedrale San Lorenzo. Con il vescovo di Trapani anche i vescovi di Agrigento e Palermo e i rappresentati di buddisti, valdesi e musulmani. Le parole del vescovo Fragnelli nel potete risentire nel video allegato alla notizia.

    Gianluca Fiusco per la Chiesa Valdese di Trapani e Marsala

    “A Trapani si parla ancora di mafia, ma troppo spesso il dibattito, quando non destinato
    all’autocompiacimento, serve più a rafforzare nuove forme di potere e silenzio che a  contrastare davvero l’illegalità.Viviamo in un tempo in cui si costruiscono nemici su misura, pronti per essere odiati. Il
    pericolo è che, continuando così, un giorno ci ritroveremo anche noi dall’altra parte,  etichettati come il nemico di qualcun altro. Ma c’è una speranza. Riconoscere di essere affamati e assetati non ci toglie nulla, anzi: ci  dà l’opportunità di metterci in cammino, di cercare la vera giustizia”.

    l’Immam BismiLlahi ar-Rahmani ar-Rahim

    “Questi sono tempi caratterizzati da viscerali atteggiamenti di scontro, molta demagogia e facili semplificazioni  che istigano all’odio e alla contrapposizione.  Bisogna reagire e avere il coraggio di promuovere il bene nella conoscenza, il dialogo, l’apertura, ma soprattutto  avere la volontà di non fermarsi alle apparenze e agli immaginari collettivi, ambedue falsi, e fare lo sforzo di  distinguere tra tradizioni religiose e strumentalizzazioni ideologiche. Non sappiamo come gli avvenimenti si svilupperanno un domani, ma bisogna maturare una forza interiore, con  l’aiuto di DIO; noi musulmani diciamo: “Mi rifugio in Dio contro Satana il lapidato” e poi: “Non c’è forza e potenza  se non in Dio”. E assieme a fedeli di altre confessioni: Not in my name”.





  • Erice
    Il buon vento che semina Giustizia e forma le coscienze
    Libera, cento passi verso il 21 marzo, organizza un momento per ricordare GianGiacomo Ciaccio Montalto
    Laura Spanò21 Gennaio 2025 - Cronaca



  • Memoria e giustizia: il cammino verso il 21 marzo a Trapani con Libera Cronaca

    Erice –Il buon vento che semina Giustizia e forma le coscienze. Libera, nei cento passi verso il 21 marzo, organizza un’assemblea pubblica per ricordare il magistrato Giangiacomo Ciaccio Montalto con i cittadini e le cittadine del territorio di Trapani, coinvolgendo il mondo associativo, per parlare di memoria, impegno e antimafia.

    Alla malerba della mafia e del silenzio, va opposta la pianta del cambiamento responsabile.

    Appuntamento a Trapani, il 27 gennaio, alle ore 17:00, presso il seminario vescovile, Via Cosenza, 19, Erice Casa Santa, sarà presente anche don Luigi Ciotti.

    La Sicilia abbraccia familiari e vittime innocenti

    Promossa da Libera e Avviso Pubblico il 20 e 21 marzo, Trapani e la Sicilia abbracceranno le centinaia di familiari di vittime innocenti delle mafie provenienti da tutta Italia. In attesa di questo grande evento in tutta Italia, si sta già lavorando.

    Dal ’96 anno della sua nascita la “Giornata” ha reso protagonista una vasta rete di associazioni, scuole, realtà sociali, enti locali, in un percorso di continuo cambiamento dei territori, “nel segno del noi, nel segno di Libera”.

    Leggere i nomi e i cognomi come un interminabile rosario civile:

    Ogni anno una città diversa con un lungo elenco di nomi scandisce la memoria che si fa impegno quotidiano. Leggere i nomi e i cognomi come un interminabile rosario civile, per farli vivere ancora, per non farli morire mai. Il 21 marzo a Trapani e in tanti luoghi d’Italia insieme per un abbraccio sincero ai familiari delle vittime innocenti delle mafie, non dimenticando le vittime delle stragi, del terrorismo e del dovere.

    “Trapani e la Sicilia rappresentano un territorio ricco di storia, di cultura e di sviluppo civico. Sono luoghi depredati dalla forza criminale, ma capaci di percorsi di alternativa, che illumineremo nell’ambito di un periodo che novembre del 2024 ci porterà fino al 21 marzo 2025, e che darà la forza anche per un ulteriore impegno territoriale successivo alla manifestazione. Continueremo a chiedere piena luce sulle troppe stragi d’Italia che ancora aspettano che sia scritta la verità piena e accertata”.




  • Trapani
    Dedicata al giudice GianGiacomo Ciaccio Montalto, la barca a vela della legalità affidata alla Lega Navale Italiana
    Domenica 26 la cerimonia di intitolazione
    Laura Spanò21 Gennaio 2025 - Cronaca



  • Cronaca

    Trapani – Cerimonia di intitolazione domenica 26 gennaio alla memoria del magistrato GianGiacomo Ciaccio Montalto della barca a vela “Vega” confiscata nell’ambito delle attività di contrasto all’immigrazione clandestina. “Abbiamo mantenuto una promessa, un impegno nei confronti di tutta la comunità trapanese – dice Piero Culcasi, presidente della Lega Navale Italiana, sezione Trapani – un doveroso atto di memoria collettiva”. La cerimonia è prevista alle 10 presso la sede della Lega Navale.

    Vega è l’imbacazione sequestrata in una operazione antimmigrazione

    Vega, è il nome di registrazione dell’imbarcazione, che affidata alla Lega Navale di Trapani è stata sottoposta a interventi di ristrutturazione e rimessaggo da parte dei soci della lega navale per renderla nuovamente governabile in mare e destinata ad attività sociali e sportive, alcune delle quali sono state svolte in collaborazione con l’Ufficio esecuzioni penali esterne, di Trapani, nell’ambito di progetti di promozione della legalità. Nell’ottobre scorso Vega ha regatato tra i contendenti della VII edizione del Trofeo “GianGiacomo Ciaccio Montalto” con a bordo un equipaggio di magistrati, ufficiali della guardia di finanza, carabinieri e capitaneria di porto.

    Chi era GianGiacomo Ciaccio Montalto

    GianGiacomo Ciaccio Montalto era un uomo di grandi valori e aveva un profondo senso del dovere. La lotta alla mafia e in particolare gli intrecci tra massoneria deviata e mondo imprenditoriale politico, ha visto in lui un precursore, svolgendo per primo indagini finanziarie e patrimoniali. Ciaccio Montalto nel corso della sua carriera si era occupato di inchieste delicate, come quella sulle distrazioni di denaro legate alla ricostruzione post terremoto del Belice. Ma c’erano anche le inchieste sull’inquinamento del golfo di Cofano, uno dei più bei paesaggi della Sicilia messo a rischio dagli scarichi illegali e anche dal tentativo di costruirvi negli anni ’70 una raffineria di petrolio, sponsorizzata dalle famiglie mafiose locali; c’erano le inchieste sui soldi sporchi nelle banche, gli appalti truccati. La mafia di quegli anni è la stessa di oggi. Una mafia che non spara più ma che si è infiltrata nelle istituzioni, nell’impresa, nelle banche come ai tempi di Ciaccio Montalto, che era andato a bussare alla porta di alcune di queste prendendosi e portandosi in ufficio gli assegni dei boss, i guadagni dei traffici di droga, delle raffinerie di eroina impiantate nel trapanese, degli appalti.

    L’omicidio di Ciaccio Montalto:

    La mafia che uccise Ciaccio Montalto è la stessa che oggi potente ha saputo proteggere Matteo Messina Denaro. Nonostante le numerose minacce Ciaccio Montalto, non si arrese mai, continuando a lavorare con disciplina e rigore. Attualissime rimangono ancora ora le indagini di quel giudice che prima di essere ammazzato stava per essere trasferito a Firenze. Gian Giacomo Ciaccio Montalto, marito e padre di tre bambine, fu ucciso a sangue freddo a 42 anni, il 25 gennaio del – 1983 a Valderice. Il giudice Ciaccio Montalto è una delle prime vittime eccellenti nel segno dell’aggressione voluta dal boss Totò Riina.





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