Castelvetrano – E’ un ingegnere che ha già lavorato in Sicilia, professore dell’università Sapienza e tra i massimi conoscitori della materia il nuovo consulente nominato dalla Protezione civile siciliana per salvare la diga Trinità di Castelvetrano dalla chiusura. Una possibilità questa ventilata lo scorso mese dal ministero delle Infrastrutture a causa delle criticità statiche dell’invaso con un aut aut lanciato al Dipartimento regionale Acqua e rifiuti (Dar), in cui, nell’attesa di una soluzione tra la fine dei problemi di tenuta o il radicale game over dell’impianto, Roma aveva chiesto di sversarne il contenuto a mare al ritmo di oltre 100 mila metri cubi di acqua al giorno.
La diga Trinità infatti la cui costruzione risale agli anni Cinquanta è tra le dighe siciliane mai collaudate. E, allora, c’è il rischio che una pressione eccessiva dell’acqua possa avere effetti devastanti. Per questa ragione le nuove direttive del ministero delle Infrastrutture. Un grande spreco per l’invaso che potrebbe contenere 16 milioni di metri cubi.
Intanto rimane osservato speciale il fiume Delia, che scorre in modo violento a causa dell’acqua che arriva dalle sorgenti naturali tra i monti San Giuseppe, Monte Calemici e Pietralunga, ma anche dalle acque che la Diga Trinità dovrebbe trattenere per gli agricoltori del territorio, che invece da settimane assistono impotenti a uno spreco inaccettabile. La grande quantità d’acqua che si riversa fino in mare continua a tenere aperta una ferita per il settore agricolo, che vede sfumare la risorsa primaria per le loro colture.
A Mazara il sindaco Salvatore Quinci in questi giorni ha attivato il Coc, per assicurare una vigilanza rinforzata in corrispondenza degli argini del fiume Delia a seguito dei rischi a valle legati allo sversamento delle acque per la riduzione dei livelli idrici della diga Trinità ma anche alle precipitazioni di questi giorni. L’abbassamento pilotato per motivi di sicurezza dei livelli della diga Trinità comporta il deflusso delle acque direttamente nel fiume Delia. In particolare con l’ausilio delle associazioni del territorio che in questa fase sono Giva, Guardie ai Fuochi, Guardie Ambientali Trinacria, Cpas e Associazione Vigili del Fuoco in Congedo, gli argini del fiume Delia ed il livello delle acque sono monitorati con passaggi giornalieri e notturni fino a cessata emergenza. Dal monitoraggio effettuato al momento il livello delle acque del fiume risulta entro i limiti.
Mazara del Vallo -Il sindaco Salvatore Quinci ha riattivato il C.O.C. (Centro Operativo Comunale di Protezione Civile ). L’obiettivo è assicurare la vigilanza rinforzata in corrispondenza degli argini del fiume Delia a seguito dei rischi a valle legati allo sversamento delle acque per la riduzione dei livelli idrici della diga Trinità ed alla contestuale allerta meteo diramata dal Dipartimento di Protezione Civile. L’abbassamento pilotato per motivi di sicurezza dei livelli della diga Trinità comporta il deflusso delle acque direttamente nel fiume Delia.
Il provvedimento fa seguito alla riunione operativa ed alla nota prefettizia con cui si allertano gli Enti per l’attuazione del documento di Protezione Civile “Pericolo Diga”. Riunione cui ha partecipato l’assessore comunale all’Ambiente Giampaolo Caruso che d’intesa con il Sindaco ed i responsabili della Protezione civile cittadina ha richiesto l’attivazione del Coc.
In particolare anche con l’ausilio delle associazioni del territorio che in questa fase sono Giva, Guardie ai Fuochi, Guardie Ambientali Trinacria, Cpas e Associazione Vigili del Fuoco in Congedo, gli argini del fiume Delia ed il livello delle acque sono monitorati con passaggi giornalieri e notturni fino a cessata emergenza. Dal monitoraggio effettuato al momento il livello delle acque del fiume risulta entro i limiti.
Sarà la Protezione civile regionale a gestire a gestire l’emergenza della diga Trinità di Castelvetrano. Lo ha deciso il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, con un decreto d’urgenza, già pubblicato ieri, che affida al dirigente generale del Dipartimento, Salvo Cocina, pieni poteri per superare una situazione di stallo che si protrae da mesi.
Una nomina che si è resa necessaria in seguito al provvedimento del Mit dello scorso 14 gennaio che sollecitava lo svuotamento dell’invaso ubicato in provincia di Trapani per ragioni di sicurezza e in cui venivano evidenziate una serie di inadempienze da parte del dipartimento regionale dell’Acqua e dei rifiuti, tra queste il ritardo nell’emanazione dell'”avviso di pericolo”, l’assenza di comunicazione alla Presidenza della Regione della situazione critica e la grave carenza di interlocuzione con gli uffici ministeriali nonostante le sollecitazioni ufficiali.
Di fronte a questa paralisi amministrativa, il presidente Schifani ha dovuto assumere l’iniziativa in prima persona organizzando un incontro urgente, il 29 gennaio scorso, con il Mit nel corso del quale era stata concordata la nomina da parte del dipartimento Acqua e rifiuti di un consulente per gli accertamenti propedeutici a risolvere le criticità strutturali della diga. Ma il Dar non ha mai dato seguito a questa disposizione. Da qui la decisione di affidare tutto alla Protezione civile a cominciare dalla nomina dell’esperto.